Tag: News

  • Buon viaggio Piergiorgio!


    “La morte di Piergiorgio Welby è la notizia del giorno . Durante la conferenza stampa conclusasi da poco presso la sala della Camera dei Deputati in Roma i radicali, la sorella di Piergiorgio Welby e il medico che lo ha assistito negli ultimi istanti della sua vita hanno risposto alle domande dei giornalisti e della gente comune.

    Le domande sono state poche e chiare e rivolte in particolare al medico, Mario Riccio. Come è morto Piergiorgio Welby? La sua scelta è stata condizionata dal recente documento del Consiglio Superiore di Sanità? Quali le sue ultime parole? Quale sarà la posizione della magistratura. È notizia di questi minuti quella che informa che Mario Riccio e Marco Cappato sono stati convocati in questura come persone informati sui fatti.

    Prima di questa notizia nel corso della conferenza stampa Mario Riccio aveva dichiarato di aver letto la sentenza civile nella quale, per come l’aveva compresa, si era fatto più volte richiamo alla sospensione della cura come un fatto in se permesso dalla legge, contenuto anche nella convenzione di Oviedo che il nostro paese ha recepito ma non ratificato.

    “Il diritto a rifiutare le terapie è ampiamente documentato. In quella sentenza non vi era scritto che non si poteva staccare il respiratore ma c’era la difficoltà del magistrato nell’applicare la cosa al collega medico che si trovava in quella particolare situazione”, ha dichiarato Riccio.
    Alla domanda: è la prima volta che fa questa operazione e se lo rifarà il medico ha risposto di non ritenere di aver fatto qualcosa di inconsueto. “Io con sincerità le dico che la pianificazione delle cure in terapia intensiva, dove io lavoro, quotidianamente, è una parte integrante del lavoro. Nel caso dei pazienti della intensiva i pazienti purtroppo non spesso non-competent e pertanto ciò che si fa è concordare con i parenti la terapia; in questo caso io ho incontrato Piergiorgio che era perfettamente in grado di manifestare la sua volontà; perciò ho concordato con lui i modi e i tempi dell’interruzione della terapia”.

    Welby è stato sedato per via venosa; lui voleva essere sedato inizialmente per bocca, ma tecnicamente risultatva un’azione complessa viste le sue condizioni; ha così ha accettato la via venosa; la sedazione è proseguita per circa 45 minuti. La sedazione è partita contestualmente al distacco perché Welby ha scelto di stare il più possibile vicino alla famiglia.

    Cominciano a registrarsi le prime reazioni sia da parte dei politici che dei cittadini. Su un argomento così delicato molteplici sono le posizioni; ma mentre i politici hanno toni più netti e non inclini al dialogo, la gente comune (che può avere posizioni molto diverse sul come la morte di Piergiorgio Welby sia maturata) sembra chiedere una regolamentazione. In Italia vi è un buco normativo che non permette di dirimere nel pieno della legalità e senza ambiguità situazioni come questa.”
    emanuela grasso http://it.news.yahoo.com/21122006/259/welby-parla-medico-assistito.html

    Credo che sia sacrosanto di una persona nel pieno delle sue facolta’ mentali di rifiutare le cure, le macchine che lo mantengono in vita, l’accanimento terapeutico.

  • Un ministro italiano parla da YouTube

    Per la prima volta nel nostro paese un ministro in carica decide di parlare al popolo di YouTube per spiegare le proprie scelte. Di Pietro osannato sul proprio blog
    Roma – L’Italia può vantare ministri blogger e da poche ore anche un ministro intenzionato a sfruttare la popolarità dei sistemi di video sharing per comunicare con i cittadini e spiegare le proprie scelte. Un fatto inedito, che apre anche nel nostro paese nuovi scenari per la comunicazione politica e la trasparenza dell’azione di Governo.
    Antonio Di Pietro, ministro delle Infrastrutture, sul proprio blog, presenta il video senza commenti o comunicati stampa: pubblicato su YouTube, ha incontrato il favore dei lettori del blog, che si sono complimentati con Di Pietro per l’iniziativa, oltreché per la chiarezza del messaggio che ha voluto veicolare in questo modo inedito.
    E si raggiungono vette di entusiasmo notevoli. “Credo che a breve Antonio entrerà ad essere studiato nelle università dove si analizzano i fenomeni mediatici – scrive un lettore del blog – È riuscito credo unico sino ad ora, a mettere assieme un mezzo di comunicazione di massa nuovissimo con un linguaggio semplice e chiaro esattamente come lui. Bravo Antonio, questo sì che c’azzecca!”. “Grande – scrive qualcun altro, questa volta su YouTube – finalmente un ministro che ha capito l’importanza della rete”, dove si legge anche: “Grandissimo Di Pietro, finalmente un Ministro che ha dimestichezza con le nuove tecnologie di informazione, fossero tutti così vivremmo in un paese migliore”.
    Quel che è certo è che un ministro in carica che si rivolge al “popolo” di YouTube l’Italia ancora lo doveva vedere. Ecco quindi qui sotto il video, distribuito naturalmente senza restrizioni:

    http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1818377&r=PI

    Uhm… credo che alle prossime elezioni il partito l’ “Italia dei Valori” prendera’ almeno un voto in piu’.
    Grande Tonino!

  • Passaporto elettronico a rischio clonazione, i dati scaricabili dal microchip


    Lo sostiene un’inchiesta della Bbc che ha effettuato un test, in cinque minuti è possibile replicare il documento digitale.
    Il lettore che cattura le informazioni si acquista su eBay a 200 euro.

    IL PASSAPORTO elettronico è ad alto rischio clonazione. La denuncia viene dalla Bbc che, attraverso un test, è riuscita a catturare con una certa facilità le informazioni contenute nel microchip del documento di identificazione personale introdotto in Europa dopo l’11 settembre.
    Il passaporto testato dal network televisivo è quello britannico, ma la Bbc allarga i rischi anche ai documenti di identificazione degli altri paesi Ue citando la denuncia di un gruppo di ricercatori che ha già sottoposto il problema alle istituzioni di Bruxelles.
    Per clonare il passaporto Bbc ha impiegato cinque minuti. Come, è presto detto. Il chip contenuto nel documento digitale è una sorta di codice a barra che può essere letto attraverso frequenze radio a breve distanza. Una caratteristica che ha dei vantaggi, ma anche dei difetti. Gravi, per la Bbc.
    In particolare perché il codice permette di scaricare i dati personali contenuti nel passaporto, grazie a un lettore che si acquista su eBay a 200 euro. Una volta trasferiti i dati su un chip vergine è facile avere a disposizione un passaporto digitale clonato.
    Nonostante il ministero dell’Interno, interpellato dalla Bbc, neghi che clonare un passaporto digitale sia così semplice e alla portata di tutti (in quanto il microchip contiene solo una parte delle informazioni che rendono unico il singolo documento), la rete tv insiste nella sua denuncia. Spiegando che sono molti gli esperti che hanno sollevato il problema della sicurezza dei dati sostenendo che non è troppo tardi per correggere il difetto.

    Se ti fregano una password, o un pin code, li puoi cambiare, ma se ti fregano le impronte digitali…

  • Berlusconi, viaggio negli Usa per curarsi forse è a Cleveland “per accertamenti”


    Da Bossi durante il comizio rivela il segreto con parole affettuose per l’alleato, poi Bonaiuti, portavoce dell’ex premier precisa: “E’ già lì, ma farà solo degli esami”.
    La destinazione dovrebbe essere il centro di cardiologia dell’Ohio, diretto dall’italiano Natale, uno dei migliori d’America.
    MILANO – Berlusconi negli Usa per accertamenti medici: e Bossi gli fa gli auguri dal palco. Durante la manifestazione della Lega contro il governo e il centrosinistra a Milano, il senatur ha detto: “Berlusconi è andato in America a farsi operare, facciamogli un applauso, mandiamogli i nostri auguri. Torna presto e guarisci”.
    In serata è arrivata una conferma, a questo punto obbligata, per bocca del portavoce del leader di Forza Italia: “Il presidente Berlusconi è negli Stati Uniti per sottoporsi ad alcuni accertamenti medici già previsti”, ha detto Paolo Bonaiuti. Quando i cronisti gli chiedono se è già arrivato negli Usa, precisa: “E’ arrivato oggi”. E poi taglia corto: “State tranquilli – afferma, entrando a Palazzo Grazioli – vi terremo informati”. repubblica.it

    Non e’ semplicemente vergognoso? Ha passato anni a tagliare i fondi alla sanita’, ed ora va all’estero a farsi curare, beh, lui se lo puo’ permettere… Bravo Silvio, ed Auguri!

  • Che cosa sta’ facendo fini?


    se lo chiede Guerrilla Radio sul suo sito… fa il saluto a Romano?

  • 2 Dicembre, che bella gente!


    Ero a Roma per motivi personali, ed ho sfortunatamente incrociato il corteo della Casa delle Liberta’… E tra bandiere Forza Italia ed Alleanza Nazionale, sventolavano bandiere della pace, con simboli fascisti, e quella di israele… ?!?!
    Ma questa gente sapeva per cosa manifestava, quali sono le linee dei partiti per i quali sfilano, e quali siano stati i punti del programma del passato Governo Berlusconi e della Casa delle Liberta’?
    Sembra ci sia un po’ di confusione… alcune cose su la finaziaria del Governo Prodi.
    Quando aumentano le tasse, i soldi presi vanno a finire nell casse dello Stato, e non nelle tasche dei politici. Questi soldi poi arricchiscono lo Stato stesso, dandogli risorse per poter completare opere pubbliche o risanare qualche settore che non va.
    Giusto sarebbe pagare tutto quello che c’e’ da pagare, e poi non pensarci piu’, invece che cambiare sistema di tasse ogni anno…
    Anche tutto il casino TFR (Ti Frego i Risparmi) in realta’ non c’e’. Il dipendente puo’ decidere se lasciare i soldi all’azienda (che notoriamente da’ interessi infimi) o investirli in qualche sistema pensionistico integrativo (che danno rendite ben superiori).
    Dicono che aumentano le tasse, in realta’ non e’ cosi’ per redditi sotto i 48mila euro, che comunque dovrebbero pagare 50 euro in piu’ al mese… quindi vuole dire che chi guadagna 4mila euro al mese deve pagare 50 euro in piu’ di tasse… quindi viene da pensare che chi ha partecipato lo ha fatto perche’ gudagna piu’ di 4mila euro la mese…
    Inoltre, e’ certo che Forza Italia – Berlusconi hanno pagato il pranzo (prodotti tipici ed altro) ed i pullman, e si vocifera che abbia partecipato nelle spese di pernottamento dei manifestanti… beh, cosi’ e’ facile manifestare… e che molta gente non sapeva neanche perche’ era li’, o vi partecipava per altri motivi…

  • Mitrokhin, chi era costui?


    Non so se vi ricordate…. qualche hanno fa era scoppiato il caso Mitrokhin, dove tra le carte un ex archivista del KBG, servizio segreto russo ai tempi della grande URSS, si segnalavono ingerenze dell’ URSS, appunto, nei governi europei (cosa che comunque gli USA fanno ancora, ma questo e’ un’altro discorso). Il tutto poi sfocio’ in una “Commissione Mitrokhin”, che porto ad un bel fico secco.
    Bene, Dopo anni, si scoprono delle intercettazioni di telefonate “tra il consulente della Mitrokhin e Guzzanti” con dentro “le manovre per fare del premier (Prodi) un uomo di riferimento del Kgb”.
    Vergogna Senatore Paolo Guzzanti, vergogna!

    “Così incastreremo Prodi”il piano Scaramella-Guzzanti
    LE INTERCETTAZIONI. Nelle telefontate tra il consulente della Mitrokhin e Guzzanti le manovre per fare del premier un uomo di riferimento del Kgb. Le trappole emergono dal lavoro dei pm di Napoli.

    Nella lingua inglese, c’è un’efficace formula per definire il piano preparato nei segreti della “Commissione Mitrokhin” contro Romano Prodi. La formula è character assassination, la distruzione della reputazione, l’annientamento della sua credibilità, l’assassinio di una persona non nel suo corpo, ma nella sua identità morale, professionale, sociale. Il senatore Paolo Guzzanti è determinatissimo a trovare elementi che possano diventare, una volta pubblici, la tomba politica dell’antagonista di Silvio Berlusconi. Li chiede, li invoca, li pretende, dal suo consulente privilegiato Mario Scaramella e il “professore” non lesina al presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta occasioni, opportunità posticce, piani di aggressione privilegiati e subordinati. Prodi deve diventare l’uomo di fiducia del Kgb in Italia. Potrebbe non bastare e, allora, il “professore” consiglia al senatore di autorizzare altre manovre. Nella Repubblica di San Marino si possono creare le condizioni per accusare Prodi di essere finanziato da Mosca attraverso la Cassa di Risparmio e, da qui, a Nomisma. La confezione di questi falsi documenti sarebbe dovuta finire sul tavolo del procuratore di Bologna. Se le testimonianze, raccolte dai transfughi del Kgb in Europa, non dovessero essere sufficienti, il “professore” si dichiara disponibile a raccogliere direttamente a Mosca altri dossier del Kgb compromettenti.

    Forte di una lettera del ministro degli Esteri Gianfranco Fini, dovrebbe però avere il placet del “Capo” per evitare problemi con Vladimir Putin. Infine, le Coop. Si potrebbe organizzare un’evidenza del loro legame con la criminalità organizzata. Una convergenza d’interessi che si consuma nell’indifferenza, tutta politica, delle “toghe rosse” della procura di Napoli. Un bel piano, no, alla vigilia delle elezioni.

    Paolo Guzzanti mostra sempre grande entusiasmo per le fantasiose trovate del suo collaboratore. Che appare molto interessato a capire, anche per il suo futuro professionale, qual è la parte in commedia di Silvio Berlusconi. Guzzanti, come leggeremo, lo rassicura: “… Annuiva gravemente… Ha voglia di giocare all’attacco”.

    La storia delle trappole preparate dentro il Parlamento con i poteri speciali attribuiti a una commissione di inchiesta contro Romano Prodi, allora candidato premier, a soli tre mesi dalle elezioni, si può, in fondo, raccontare con due sole telefonate tra quelle intercettate per ordine della Procura di Napoli, oggi nel fascicolo trasmesso al pubblico ministero di Roma.
    La prima telefonata ci racconta come potessero apparire buffi, grotteschi, ridicoli, i tentativi di Mario Scaramella agli occhi di chi, tra gli altri, avrebbe dovuto accreditare le sue frottole. Come l’ucraino Aleksander Talik.

    Il 5 gennaio 2006, conversando con la moglie, le dice: “Tu capisci? Mario sembra un bambino. È tutta una cosa che non quadra. Io non capisco niente, sembra un gioco. Tutte queste storie sul Kgb, sugli attentati. Mi fa schifo tutto questo. Io non capisco tutte queste combinazioni stupide. Non capisco proprio la ragione di queste cose. Mario mi porta questo che ha scritto Andreij (Andreij Ganchev, interprete ufficiale della commissione Mitrokhin). Ma chi è Andreij? Andreij può scrivere quello che vuole, dico io. Per me ha lo stesso valore che scrivere su un muro che Aleksander è scemo. È la stessa cosa. Che senso ha tutto questo? Mario ha nominato alcuni personaggi: grandi colonnelli, eccetera. Dice che Andreij ha dato le informazioni a questo colonnello del Fsb. Ma dico io: questo colonnello non ha niente da fare che scrivere queste cose deliranti? Delirio assoluto, incomprensibile. Mi capisci?”. La saggia moglie, Natasha, la fotografa con concretezza con un paio di parole: “Sasha, loro hanno semplicemente inventato questa storia”.

    I fabbricanti della storia inventata li si può vedere all’opera qualche giorno dopo. E’ il 28 gennaio del 2006. Sono le 10 e 59 minuti. Paolo Guzzanti e Mario Scaramella discutono per 21 minuti e 37 secondi.
    Mario Scaramella: “Il segnale che io ho avuto è questo: non c’è un’informazione Prodi uguale agente Kgb, ma parliamo di “coltivazione”, contatti”.
    Paolo Guzzanti: “Coltivazione è abbastanza, eh?!”.
    Scaramella: “Per me, è moltissimo. È quello che mi viene detto. A questo punto, non pretendete una dichiarazione da chicchessia che dica “Prodi è un agente””. Guzzanti: “Perché, “coltivato” invece si?”.

    Il problema del senatore e del suo collaboratore è chiaro. Non possono accusare Romano Prodi di essere un agente e dunque ripiegano su una formula meno assertiva, ma più malignamente suggestiva. Romano Prodi è stato un uomo “coltivato” dal Kgb. Il problema dei due signori è di costruire un supporto di testimonianze che regga in pubblico, perché, come dice Guzzanti, “non è una lite tra giornali, qui si finisce poi in tribunale”. Tocca a Scaramella trovare il testimone chiave. Vladimir Bukovskij (intellettuale dissidente riparato a Londra, scambiato dai sovietici nel 1976 con il comunista cileno Luis Corvalan) si è chiamato fuori con una considerazione che non fa una piega “Se attacchiamo politici occidentali, quando non abbiamo documenti, poi perdiamo credibilità, anche quando invece abbiamo i documenti”. “Comunque – racconta Scaramella a Guzzanti – non arriviamo a dire che Prodi è un agente del Kgb in questi termini. Quello che è certo è che i russi consideravano Prodi amico dell’Unione Sovietica”.

    Guzzanti si infuria: “Scusa Mario, abbi pazienza! Per me, agente o “coltivato” va bene. “Amico dell’Unione Sovietica” non significa un cazzo! Che mi frega a me? Che ti pare una notizia, “Prodi amico dell’Unione Sovietica”? Ci aveva pure [rapporti] con l’Istituto Plecanov. Mi stai a prendere per il culo, scusa? “Coltivato” a me va benissimo, perché l’espressione “coltivato” significa quel che significa nel linguaggio di intelligence”.

    A questo punto, il “professore” propone come testimone chiave Oleg Gordievskij (ex colonnello del Kgb, riparato a Londra nel 1985, autore con Cristopher Andrew de “La Storia segreta del Kgb”). Ma c’è una difficoltà. Oleg non ne vuole sapere di mettere tra virgolette “Prodi agente del Kgb”, perché “questo non è accaduto”, dice. Scaramella però conviene che si può lavorare sul discorso di “coltivazione”. Guzzanti gli spiega gli essenziali passaggi che deve documentare per la commissione. “Mario, scusami, do alle parole l’importanza delle parole. Allora, in quella cosa lì si dice: “Award man” (la trascrizione fonetica tradisce verosimilmente un “our man”, un “nostro uomo” con “award man” che significherebbe “uomo premio”). Tu pronunci la sigla e quello dice “Yes!””.
    Scaramella: “Certo, certo”.
    Guzzanti: “Punto e basta! Non voglio sapere altro! L’unica domanda è: queste frasi sono confermate e confermabili?”.
    Scaramella: “Assolutamente sì”.
    Guzzanti: “E allora questo è l’unico punto, ma mi serve certificato e marca da bollo”.

    Scaramella ha ora capito in che solco si deve muovere e, volenteroso, non si risparmia. Dice: “Anche più di quello. Con questo meccanismo si può arrivare a dire: “Sì, io so che [Prodi] era in contatto con gli ufficiali del V dipartimento [del Kgb], con i… con un ufficiale del servizio A… Eh, la notizia viene specificata”. Scaramella è ora entusiasta. Un fuoco d’artificio. Ha capito che cosa può far felice il “Capo”.
    Scaramella: “Capo, il discorso è questo: non c’è dubbio sull’autenticità, la veridicità e la confermabilità delle dichiarazioni”.
    Guzzanti: “Io voglio che lui…”.
    Scaramella: “Quello che ha detto non lo dice, questo è il punto… Quella mezza parola in più rispetto a quello che ha detto, lui alla fine dice: “Era sotto coltivazione come promettente obiettivo di…””.
    Guzzanti: “Questa è una cosa di cui non me ne frega niente! Io voglio sapere se lui non smentirà mai di aver detto quello che ha detto. Punto! La “coltivazione”… il IV dipartimento… queste possono essere successive cose. Io devo poter dire: “Il signor O. G. (Oleg Gordievskij), parlando del signor R. P. (Romano Prodi) dice così. Punto!”.
    Scaramella: “Io non sono in grado oggi di dire se lui è in grado di ripeterlo. Lo ha detto e lo conferma”.
    Guzzanti: “A me mi basta che lui non smentisca di averlo detto!”.
    Scaramella: “Quel che ci abbiamo è acquisito, Capo, senza possibilità di manipolazioni”.

    Definiti i passaggi successivi del piano, Scaramella cerca di capire da Guzzanti, il suo “Capo”, qual è l’opinione del “Capo” di Guzzanti su quel che stanno cucinando. A chi pensare se non a Silvio Berlusconi? Proprio al presidente del Consiglio in carica in quel gennaio 2006, sembra far riferimento il senatore di Forza Italia quando informa il consulente di come sono andate le cose.

    Scaramella: “Tu hai qualche dettaglio in più dell’incontro con il Capo?”.
    Guzzanti: “La notizia ha avuto un forte impatto. Io quando vado da lui gli dico le cose a voce ma, contemporaneamente, gli metto sotto il naso un appunto scritto in cui ci sono le stesse cose che gli sto dicendo e nell’appunto scritto – che lui s’è letto e riletto sottolineando i punti salienti, scrivendo 1, 2, 3, come fa lui – ci sono le cose di cui abbiamo parlato come futuro… Annuiva gravemente, come uno che non solo è…, anzi, quando io ho detto: “Sai, il problema di questa faccenda è che, se noi andiamo a un processo, poi è una (parola incomprensibile)… è una cosa in cui dobbiamo dimostrare ciò che diciamo”, e lui, sorprendendomi un po’,… però ho capito che ha voglia di giocare all’attacco. Ha detto: “Beh, un momento! Intanto però, li costringiamo a difendersi”. Questa l’ho trovata una reazione estremamente positiva. (…) E contemporaneamente io gli dico: “Guarda, … ti porto il risultato e quindi (frase incomprensibile)”.

    Scaramella ha ben chiaro che il gioco si è fatto grosso e, come sempre, vuole apparire il più determinato tra i giocatori del pacchetto di mischia. Gordievskij va bene, ma per andare sul velluto gli sembra una buona idea organizzare anche manovre subordinate e di sostegno al piano principale.
    Scaramella: “Io lavoro a blindare quel po’ che abbiamo. Se serve di più io ho dei canali (…) Ce ne sono tre possibili: 1) Stati Uniti, dove c’è stato abbastanza chiaramente detto tutto quello che era gestito in un modo, poi è diventato friendly dall’altra parte. Quindi ci sono dei seri limiti, però forzabili. 2) San Marino. San Marino ha una banca puttana che è quella che fa le cose sporche: è la Cassa di Risparmio. Tu saprai certamente che Nomisma ha delle sostanziali quote in Cassa di Risparmio, cioè la Cassa di Risparmio è proprietaria di una buona fetta di Nomisma”.
    Guzzanti: “Sì”.
    Scaramella: “Io so che i collegamenti finanziari che ci sono stati in passato sono stati anche tramite San Marino. Allora c’è un canale proprio di indagine da cui possono uscire degli elementi anche di esposizione. Mò ho, per esempio, lunedì, con la Procura di Bologna che, indirettamente, potrebbe diventare recipiente di alcune informazioni, non dirette, ma indirette”.
    Guzzanti: “Quando ce l’hai l’incontro?”.
    Scaramella: “Con De Nicola (procuratore di Bologna ndr.) ce l’ho lunedì a Bologna alle 11. Allora potrebbe essere, non direttamente, non esplicitamente facendo i nomi, ma dando la pista: “Guardate i soldi di Mosca. Dalla Cassa di Risparmio finiscono in primarie società”. E si arriva a Nomisma. È un altro di quei passaggi che poi un domani, al livello giudiziario…”.
    Guzzanti: “Certo”.
    Scaramella: “Il terzo [canale] è frontale. (…) Ho la possibilità di accesso a questi documenti a Mosca, legalmente (…) E’ una cosa diversa dalla rogatoria”.
    Guzzanti: “Lì mi pare che Vladimir (Bukovskij) ti ha detto “vai da questi”, no? O te lo ha detto Oleg (Gordievskij)?”.
    Scaramella: “L’ha detto proprio Oleg. Oleg ha detto: “Vai e dai 200 dollari a qualcuno…””.
    Guzzanti: “Sì, sì, sì”.
    Scaramella: “Non ti sfugge il livello di esposizione di chi si va a prendere, non autorizzato, le informazioni in un momento così delicato con i russi. Cioè, io lo so fare e lo faccio bene e lo faccio immediatamente”.
    Scaramella è preoccupato di andarsene a Mosca a contattare agenti del Kgb, a chiedere loro – in cambio di soldi – documenti riservati senza un ombrello politico o diplomatico.
    Guzzanti: “E convocare un ufficio di presidenza [della Commissione]?”.
    Scaramella: “Quello non serve, scusami, perché io ho già la delega dell’ufficio”.
    Guzzanti: “E allora?”.
    Scaramella: “Voi mi avete già contattato… e Fini (allora ministro degli Esteri, ndr) ha scritto all’ambasciata. Si può fare questo passaggio. Va bene”.
    Guzzanti: “Ma i tempi? Tutto deve essere consegnato al più tardi per venerdì prossimo”.
    Scaramella: “Per il 10, eh? E allora mi organizzo questa settimana di andare a Mosca (…) Se puoi fare tu un passaggio, visto che noi abbiamo la lettera di Fini che dice: “Ho dato istruzioni…”, si potrebbe fare lunedì un passaggio. Io vado da martedì, mercoledì. Vado a Mosca e torno con un bottino anche più grasso dell’agenzia ecologica. La missione giustifica comunque anche l’accesso a tutta una serie di canali che poi sono anche miei. (…) E quindi, superiamo Oleg. Oleg diventa la fonte che ha indicato e poi uno ha approfondito. E… se il tuo Capo, come dire, va poi… che in teoria si potrebbero urtare suscettibilità del governo russo, questo è il punto. Per me, non c’è nessun problema. È sostenibile, poi, dopo, questo passaggio?”.
    Guzzanti: “È chiaro che se tu stai facendo una cosa e ci… qualsiasi problema sarebbe risolto per via immediata con un colpo di telefono a (nome incomprensibile)”.

    Non si sa come è finita. Non si sa se Scaramella è andato a Mosca. Non si sa se nella capitale russa ha confezionato qualche altro dossier farlocco. Non si sa se da Roma – autorevolmente, si presume – una telefonata abbia lubrificato le sue iniziative. Come toccherà alla Procura di Roma accertare se Paolo Guzzanti è consapevole della buffonesca cospirazione di Mario Scaramella o ne sia, al contrario, soltanto uno sprovveduto, anche se divertito, allocco giocato con il trucco delle tre carte dal solito furbissimo napoletano cialtrone. Perlomeno in un caso, gli ingenui intrappolati nelle grottesche trame di Mario Scaramella sono due: Paolo Guzzanti e Silvio Berlusconi. Nel variopinto mazzo di carte offerte da Scaramella, il Senatore e il Presidente “spizzano” un jolly falso.
    Scaramella: “… Questa questione riguarda un personaggio che è presidente delle Coop rosse. Attualmente ha tutta una serie di lavori in corso con i Ds, per i Ds, posizioni formali di impegno politico, è stato giudicato per associazione mafiosa ed è persona direttamente coinvolta nelle indagini che riguardano il materiale nucleare a Rimini. Quindi ci sono elementi oggettivi di appartenenza alle cooperative rosse, di associazione mafiosa, dichiarata da una sentenza definitiva e di lavori che riguardano le indagini su tutta questa roba che ci stanno raccontando gli ufficiali stranieri…”. Questo diceva Mario Scaramella il 27 gennaio. Il 2 febbraio, intervistato da “Telecamere”, Berlusconi gridava: “Agli atti di un processo in Campania, il presidente di una cooperativa ha denunciato che i soldi erano di provenienza della criminalità organizzata. Di questo, erano al corrente esponenti del partito. Una certa magistratura ha fatto si che si arrivasse a una prescrizione”.
    (1 dicembre 2006) ” repubblica.it

  • Au revoir Philippe!


    E’ morto Philippe Noiret, monumento del cinema d’autore. Aveva 76 anni, ed era malato da tempo. In mezzo secolo di carriera, oltre 130 film, quasi tutti di grandi registi. In Francia come in Italia. Il cordoglio di Monicelli, che lo diresse in “Amici miei” e “Speriamo che sia femmina”: “Un attore di qualità, di una razza in via d’estinzione
    PARIGI – E’ morto oggi (23 Novembre 2006), dopo una lunga malattia, il grande attore francese Philippe Noiret. Lo ha annunciato il suo agente. Aveva 76 anni. Fra i tanti ruoli della sua lunga carriera (130 film in cinquant’anni), all’insegna della grande qualità, al pubblico italiano sono particolarmente cari quelli del proiezionista di Nuovo Cinema Paradiso, regia di Giuseppe Tornatore, e di Pablo Neruda nel Postino di Massimo Troisi.
    Nato a Lille in Francia il primo Ottobre 1930, Noiret studia ecitazione con Roger Blin, quindi entra al Théatre National Populaire (TNP) di Jean Vilar, dove lavora per una decina d’anni, coltivando parallelamente il cabaret assieme a Jean-Pierre Darras.
    Il suo esordio al cinema – nel 1956, in La pointe courte di Agnes Varda – ha un sapore del tutto occasionale; ma trascorsi altri cinque anni, la sua figura comincia ad apparire con frequenza via via crescente sugli schermi del cinema francese, seppure ancora in ruoli secondari. Nel 1960 è lo zio di Zazie in Zazie nel metrò di L. Malle, nel 1961 recita in Tutto l’oro del mondo di René Clair, nel 1965 è in Parigi brucia? di
    Clément (per citare i nomi più noti).
    Nel 1969 è accanto a Michel Piccoli in Topaz di Alfred Hitchcock. Ma la vera popolarità arriva negli anni 1970, quando interpreta uno dei quattro amici che vogliono suicidarsi a furia di cibo e sesso in La grande abbuffata di Marco Ferreri (1973), con il quale gira l’anno seguente Non toccare la donna bianca. Sempre nel 1974, sostiene con successo il ruolo drammatico offertogli da Bertrand Tavernier in L’orologiaio di Saint-Paul, riconfermando le sue capacità interpretative l’anno successivo nel Giudice e l’assassino e Che la festa cominci, ancora di Tavernier.
    A partire dal 1975, quando recita in Amici miei di Mario Monicelli, la sua carriera si divide tra la Francia e l’Italia. Nel nostro Pese, infatti, nell’arco di tre lustri interpreta diversi film d’autore, a partire dal Deserto dei tartari di Valerio Zurlini (1976) per arrivare a Dimenticare Palermo di Francesco Rosi (1990), passando per I tre fratelli di Rosi (1981), Speriamo che sia femmina di Mario Monicelli (1986), La famiglia di Ettore Scola (1987) e Nuovo cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore (1988).
    In patria continua la collaborazione con Tavernier in Colpo di spugna (1981) e La vita e niente altro (1989). E anche dagli anni Novanta in poi la sua carriera continua a non conoscere sosta, sia in patria che all’estero. Sul piccolo e sul grande schermo.
    Ma basta già questo lungo elenco di film per comprendere la portata del suo contributo al cinema. Che adesso, con la sua morte, è in lutto. Tra i commenti più toccanti quello del novantunenne Mario Monicelli: “Era una razza d’attore in via di estinzione, che purtroppo sta scomparendo in tutto il mondo – dice il regista – di grande qualità, che veniva dalla vecchia scuola e dal teatro. Ed è stato anche un grande amico dell’Italia. In tanti film italiani interpretò i nostri personaggi con grande disinvoltura e verità”.
    Monicelli ricorda di aver avuto con Noiret “rapporti non solo di lavoro: eravamo amici. Ancora mi ricordo quando lo chiami per Amici miei per fargli interpretare un caporedattore della ‘Nazione’, un toscanaccio che lui riuscì a rendere credibile”.” repubblica.it

  • Google News nel mirino. Per le foto.


    Questa volta a prendersela col servizio di Google sono gli editori norvegesi secondo cui la pubblicazione di miniature di fotografie su Google News viola i propri diritti e le leggi del paese
    Roma – Può sembrare incredibile che una testata online rifiuti l’inserimento di propri link nel servizio di news di Google, come avvenuto in Belgio, ma di certo stona con le opportunità della rete la protesta di alcuni editori norvegesi, secondo cui Google abusa del loro materiale senza autorizzazione, in particolare dei contenuti fotografici.
    Pandia racconta come l’associazione delle media company norvegese, Mediebedriftenes Landsforening, abbia diffidato Google dall’inserire nel servizio localizzato di news, Google News Norway, immagini e foto protette da diritto d’autore.
    Se in Belgio erano stati presi di mira i link associati ad un titolo e a una o due righe di testo, gli editori norvegesi spostano la contesa con Google News su un nuovo piano meno “esplorato” dalle normative sulla stampa. A pensarla come gli editori è anche Terje Bringedal, dell’associazione dei fotografi per la stampa norvegese, secondo cui Google sa che utilizzare una foto senza il permesso dell’autore equivale ad un furto. Poco importa se le foto riprodotte siano perlopiù miniature che linkano direttamente al sito da cui sono tratte.
    Il blogger Dagens Noringsliv segnala come Google non condivida l’impostazione degli editori e un portavoce dell’azienda ha fatto notare come arrivino molte più segnalazioni da parte di quelle testate che non vengono incluse in Google News piuttosto che da chi non vorrebbe apparirvi.
    Sebbene sia possibile che Google receda dalla pubblicazione ulteriore di foto, il colosso di Mountain View ha già sospeso la pubblicazione di Google News in Danimarca, dove l’associazione della stampa Danske Dagblades Forening ha avvertito che procederà per vie legali se Google non raggiungerà accordi dedicati con ciascun editore.
    Situazione complessa, dunque, e Pandia sottolinea l’importanza, in questa situazione, di tenere separate le due questioni: il link e l’uso di fotografie. Come a dire che di quest’ultimo si può discutere ma che la libertà di link, invece, dev’essere garantita. D’altra parte la natura più intima del web è proprio quello: un oceano di link.” http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1774561&r=PI

    Un controsenso, in un sistema, dove essere al primo posto nelle indicizzazioni dei motori di ricerca, viene pagato con milioni di euro, la richiesta di essere estromessi da Google News e’ alquanto stupida ed in controdendenza.
    Se non fosse per Google News, che utilizzo moltissimo, non visiterei mai i siti de “il resto del carlino”, “il giornale”, “modena 2000”, “corriere canadese”, etc… ma solo quello de “La Repubblica“.

  • Diventa reato tenere in vita il malato a ogni costo

    “Londra – Rischieranno il carcere i medici britannici che praticheranno l’accanimento terapeutico. Questo almeno è ciò che prevede il Mental Capacity Act, un nuovo pacchetto di leggi in vigore in Gran Bretagna dalla prossima primavera, destinato a regolamentare la condotta «etica» di medici, infermieri e assistenti sociali. Tra le novità della riforma, promossa dal ministro della Giustizia Lord Falconer con il pieno sostegno di quello alla Sanità Patricia Hewitt, quella che sta già facendo molto discutere è l’intenzione del governo laburista di dare potere legale alle volontà dei pazienti che, in piena facoltà d’intendere e di volere, abbiano lasciato una disposizione scritta in cui si esprime il desiderio di non venire tenuti in vita artificialmente.” ilgiornale.it

    Piu’ che giusto. Io sono contro l’accanimento terapeutico.

  • Il decreto diventa legge, distruzione delle illegali

    “Roma, 19 novembre 2006 – Distruzione degli atti disposta dal gip, sanzioni penali per chi detiene «consapevolmente» le intercettazioni raccolte illecitamente, e pecuniarie per chi le pubblica. Sono queste le principali novità introdotte dal decreto sulle intercettazioni illegali, messo a punto dal Governo dopo lo scandalo degli ‘spioni’ Telecom e convertito in legge dalla Camera, che ha confermato le modifiche apportate al testo dal Senato.
    DISTRUZIONE – Per tali documenti, così come per i dossier formati attraverso la raccolta illegale di informazioni, il pubblico ministero «dispone l’immediata scarcerazione e la custodia in luogo protetto»: di essi, prevede la norma, «è vietato effettuare copia in qualunque forma e in qualunque fase del procedimento ed il loro contenuto non può essere utilizzato». Entro 48 ore, poi, il pm deve chiedere al giudice per le indagini preliminari di disporne la distruzione: quest’ultimo, dunque, entro le successive 48 ore, deve fissare l’udienza da tenersi entro 10 giorni «dando avviso a tutte le parti interessate, che potranno nominare un difensore di fiducia». Sentite le parti, il gip «legge il provvedimento in udienza e, nel caso in cui disponga la distruzione dei documenti, vi dà esecuzione subito dopo alla presenza del pm e dei difensori». Delle operazioni di distruzione va redatto un verbale «in cui si dà atto – dispone la legge – dell’avvenuta intercettazione o detenzione o acquisizione illecita dei mezzi usati oltre che dei soggetti interessati, senza alcun riferimento al contenuto degli stessi atti, dati e documenti».
    SANZIONI – Il provvedimento approvato oggi prevede inoltre la reclusione da 6 mesi a 4 anni per chi detiene «consapevolmente» intercettazioni illegali. Se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di pubblico servizio, le pene sono più severe, da uno a 5 anni di carcere. Nel caso in cui il contenuto di intercettazioni illecite venga pubblicato, a titolo di riparazione può essere richiesta all’autore della pubblicazione, al direttore responsabile e all’editore, in solido tra loro, «una somma di denaro determinata in ragione di 50 centesimi per ogni copia stampata, ovvero da 50 mila a 1 milione di euro secondo l’entità del bacino di utenza ove la diffusione sia avvenuta con mezzo radiofonico televisivo o telematico». In ogni caso, l’entità della riparazione «non può essere inferiore a 10 mila euro». L’azione riparatoria potrà essere proposta da tutti coloro a cui le intercettazioni illecite fanno riferimento, e la prescrizione interverrà a 5 anni dalla data di pubblicazione.
    ilrestodelcarlino.quotidiano.net

    E Mastella ha anche candidamente detto “cosi’ gli italiani sono al sicuro”… sara’, ma a me non intercettano. Le intercettazioni telefoniche non vengono fatte a tutti, ne’ vengono pubblicate se non sono compromettenti. Mastella Vergogna! Altro che governo Prodi, dovrebbero chiamarlo “Governo Forza Unione”, perche’ fino ad ora stanno solo mantenendo lo status quo ed i privilegi acquisiti.

  • La Fao ammette il fallimento,”La fame nel mondo aumenta”


    “ROMA – L’obiettivo di dimezzare il numero di persone che soffrono la fame entro il 2015 è lontano, sempre più lontano, praticamente irraggiungibile. Il Rapporto annuale sullo Stato di insicurezza alimentare nel mondo (Sofi), diffuso oggi dalla Fao, ammette: “In dieci anni, in pratica, non è stato fatto alcun progresso verso l’obiettivo di dimezzare il numero di sottoalimentati nel mondo”. Già in occasione della “Giornata mondiale dell’alimentazione”, lo scorso 16 ottobre, il direttore generale dell’organizzazione, Jacques Diouf, aveva reso note alcune cifre allarmanti, ma i risultati del Sofi mostrano come in alcune zone – tra queste l’Africa – la situazione non solo non è migliorata, ma è in peggioramento.” repubblica.it ticinonline

    Io ho una soluzione per risolvere il problema, ci vogliono piu’ guerre! Basta chiedere agli USA di attaccare qualche paese o fomentarne la guerra civile, loro sicuramente accetteranno.

  • Sette domande sulla riforma del Tfr.

    1) Quali sono le alternative che si pongono ai lavoratori dal 1° gennaio 2007?
    R. I lavoratori dipendenti hanno sei mesi di tempo per scegliere se far affluire il Tfr che maturerà dal 1° gennaio 2007 al fondo pensione di categoria, oppure lasciarlo in azienda (in questo caso, se l’azienda ha più di 50 dipendenti, il Tfr andrà all’Inps).

    2) Cosa succede nel caso in cui il Tfr rimanga in azienda o vada all’Inps?
    R. In entrambi i casi il lavoratore riceverà in un’unica soluzione tutta la liquidazione quando andrà in pensione.

    3) Cosa succede nel caso in cui il Tfr vada in un fondo pensione?
    R. Al momento della pensione il lavoratore potrà scegliere tra una rendita vitalizia calcolata sull’intero ammontare del Tfr oppure la liquidazione una tantum del 50% e una rendita calcolata sul rimanente 50%. Questa rendita dovrà servire a integrare la pensione che, col metodo di calcolo da poco in vigore (contributivo) ammonterà al 30/40 per cento dell’ultimo stipendio.

    4) Cosa succede del Tfr già maturato, fino al 31 dicembre 2006?
    R. Viene liquidato secondo le regole attualmente vigenti.

    5) E’ possibile chiedere un anticipo sul Tfr nel caso in cui questo vada all’Inps?
    R. Sì, valgono le stesse regole che per il Tfr trattenuto in azienda (pertanto, per esempio, si può chiedere l’anticipo del 75% del Tfr maturato dopo otto anni di anzianità aziendale nel caso di acquisto della prima casa).

    6) E’ possibile chiedere un anticipo del Tfr nel caso in cui questo vada al fondo pensione?
    R. Secondo i regolamenti dei fondi pensioni, la liquidità conferita deve essere mantenuta nel fondo per un certo numero di anni (in genere almeno 5/6). Fatta salva questa regola, i lavoratori hanno gli stessi diritti rispetto alla possibilità di chiedere anticipi qualunque scelta facciano.

    7) Cosa succede se un lavoratore cambia lavoro rispetto al Tfr versato in un fondo e rispetto a quello rimasto in azienda o trasferito all’Inps?
    R. Se il Tfr rimane in azienda o va all’Inps viene liquidato alla cessazione del rapporto di lavoro, qualunque ne sia la causa. Se era stato trasferito a un fondo, nel caso in cui il lavoratore lavori in un’azienda che si avvale di un altro fondo negoziale, ha diritto al trasferimento. Se il lavoratore rimane disoccupato o va in cassa integrazione, trascorsi sei mesi può chiedere al fondo la liquidazione del 50% della somma versata; trascorsi 48 mesi e permanendo la disoccupazione, può chiedere la liquidazione dell’intera somma.

    Fonte : Rosaria Amato – Kataweb

  • Nuovo braccio di ferro sui Suv. Dietrofront del governo, ma…

    “Dopo mille polemiche il governo ha soppresso con un emendamento al collegato fiscale la sovrattassa che aveva inserito sugli autoveicoli di peso superiore ai 2.600 chili, i cosiddetti Suv. Fine della discussione, fine di ogni protesta. Il popolo dei blog che ha sepolto di messaggi i siti di mezzo mondo, compreso il nostro, ha avuto la meglio? Difficile dirlo con certezza perché proprio in queste ore lo scontro è aperto in sede di approvazione della modifica alla norma della finanziaria. Quella di oggi sembra solo una vittoria momentanea: è chiaro che l’orientamento del governo è quello di colpire questo tipo di veicoli.” repubblica.it

    Che schifo! Troppo schifo! Il governo Prodi sta calando le brache davanti a tutto. Che delusione…
    La tassa sui SUV era ed e’ da fare.
    1)Il petrolio costa sempre di piu’, perche’ dunque fare automobili sempre piu’ pesanti ed che richiedono grandi quantita’ di carburante, e che fanno aumentare i consumi ed i costi?
    2)Le citta’ sono cngestionate dal traffico, al posto di vedere macchine sempre piu’ piccole, agili e facili da parcheggiare, ci ritroviamo con questi carriarmati che rubano il doppio del posto di parcheggio.
    3)L’inquinamento non viene fatto solo dal consumo di carburante, ma anche dai freni, che rilasciano polveri, come pure le gomme, etc… che cosa inquina di piu’, una cilindrata da 1000 o da 3000???
    4)Il peso medio di una persona e’ 70 chili… davvero dobbiamo usare un mezzo di trasporto che pesa piu’ di 2500 Kg???

    Odio i SUV.

  • E-mail violate, non è reato. Assolto datore di lavoro a Torino.

    “Spiare le e-mail dei propri dipendenti non è reato. Lo ha stabilito una sentenza di un giudice del tribunale di Torino dove si decideva sul caso di un datore di lavoro che ha letto la posta elettronica di un suo dipendente. Il manager è stato assolto perché, secondo il giudice, “i computer usati dai dipendenti sono da ritenersi equiparati ai normali strumenti di lavoro”.
    Seguendo questo elementare concetto, il giudice ha ritenuto “normale” che il datore di lavoro potesse entrare nella posta del suo dipendente per cercare infomrazioni a lui necessarie in un momento in cui il dipendente era a casa in malattia. I fatti sono accaduti alla Pilkington, un’azienda produttrice di vetri per auto con sede a Torino.
    Scoperta la corrispondenza del dipendente, tra cui secondo le accuse c’era anche della posta privata, il manager ha avviato la procedura per il licenziamento per avere scoperto materiale privato nella casella e-mail aziendale. Il giudice del lavoro però ha fatto riassumere il dipendente che a sua volta ha intentato una causa contro il datore di lavoro per l’intromissione nella sua sfera privata.
    Il giudice però, riferendosi allo spionaggio delle e-mail, è stato molto chiaro: “Il fatto non sussiste”. Secondo il tribunale i computer sono materiali in dotazione ai dipendenti e devono essere utilizzate unicamente per l’attività aziendale. Di conseguenza anche gli indirizzi e-mail sono intestati all’azienda stessa che possiede così “la possibilità di accedere a qualsiasi computer”. ” tgcom

  • La Libia acquista da Negroponte 1,2 milioni laptop per gli studenti

    “NEW YORK – Il governo della Libia ha raggiunto un accordo con una società non-profit statunitense che prevede la fornitura di 1,2 milioni di computer portatili a basso prezzo destinati agli studenti libici. Ne dà notizia il New York Times. Si tratta degli ormai noti laptop a basso costo nati per iniziativa di una delle figure di rilievo del Massachusetts Institute of Technology, Nicholas Negroponte, fratello del direttore dei servizi d’Intelligence statunitensi John Negroponte. Il suo progetto – ‘One Laptop per Child‘ (un computer per bambino) – ha il sostegno del Programma per lo Sviluppo dell’Onu. L’obiettivo è quello di fornire computer ai bambini in età scolare in tutto il mondo al costo di 100 dollari l’uno o poco più (in realtà il prezzo dovrebbe aggirarsi sui 140 dollari).” repubblica.it

  • Energia eolica? Anche dal ferramenta!

    “Da qualche giorno” B&Q“, una delle catene per il “fai da te” più grandi del Regno Unito (simile all’italiana Bricofer) ha messo infatti in vendita micropale eoliche e pannelli per il solare termico come fossero un qualsiasi articolo di ferramenta. E anche il prezzo, seppure non esattamente alla portata di tutti, non è certo proibitivo. Sborsando poco meno di 1.500 sterline (circa 2.200 euro) negli oltre 300 negozi a marchio “B&Q” sparsi per il paese è possibile acquistare una microturbina Windsave in grado, promettono i venditori, di tagliare la bolletta media di una famiglia del 30 per cento.

    Oggi in Gran Bretagna, secondo stime giornalistiche, le famiglie dotate di un impianto di microgenerazione elettrica da fonti rinnovabili (eolico, solare, geotermico o microidroelettrico) sono 80 mila, ma è già stata fata molta strada da quando nel novembre scorso la stampa inglese raccontava la storia di Donnachadh McCarthy’s, il primo londinese ad aver installato sul tetto della sua casa una turbina a vento. “In questo anno – racconta oggi il pioniere – con le mie pale ho prodotto il 20 per cento in più di energia rispetto a quella che ho acquistato dalla rete”.

    Anche il leader dei Tory David Cameron, che ha fatto dell’impegno ambientalista il cavallo di battaglia per rinnovare l’appannata immagine dei conservatori, ha annunciato l’intenzione di piazzare un’elica e pannelli fotovoltaici per generare corrente sul tetto della sua villa londinese. Secondo alcuni giornali come il Daily Mail il governo di Tony Blair starebbe persino pensando di rendere le microturbine eoliche obbligatorie sui tetti di tutte le case.” repubblica.it

    Ed in italia? beh, da noi si vogliono di nuovo costruire centrali ad energia nucleare… Come dicevano i Madness: One step beyond!

  • Telecom condannata a risarcire un danno esistenziale

    “Firenze – È usuale sentire parlare, in occasioni di cause civili, di richieste di risarcimento per danni materiali e morali. Meno frequente è il riconoscimento alle parti lese dei danni esistenziali, che pure godono di una specifica identificazione. Come nel caso di un utente che, alcuni mesi fa, se li è visti riconoscere e quantificare in 5mila euro. Al cui pagamento è stata condannata Telecom Italia.
    Il fatto viene segnalato da Aduc, che dà conto dell’accaduto:
    “L’utente chiede, verbalmente e a mezzo fax, che la Telecom proceda alla voltura dell’utenza fino ad allora intestata al padre, appena deceduto.
    Passano mesi e nulla, dall’operatore solo scuse, rinvii, rimpalli. Al che il Sig. Cerruti (l’utente che ha denunciato il fatto, ndr) decide di effettuare quello che propriamente si chiama “eccezione di inadempimento” ossia, in soldoni, “non ti pago finchè non adempi alla tua prestazione”. A questo gesto segue un primo distacco della linea con riattivazione successiva al pagamento, e un secondo distacco arbitrario e ingiustificato. Telecom, anziché volturare come richiestole, sottopone poi alla firma dell’utente un “nuovo abbonamento”, con le conseguenze economiche delle nuove attivazioni, e nuova liberatoria al trattamento dei dati personali, anche per usi commerciali e pubblicitari, senza far menzione della possibilità di negare il proprio consenso per usi diversi da quelli strettamente necessari all’esecuzione del contratto.
    Solo dopo la citazione a giudizio – prosegue Aduc – la compagnia si è finalmente decisa ad effettuare la voltura richiesta.
    Il Tribunale di Genova ha aspramente commentato l’operato di Telecom, ritenendolo illegittimo sotto vari profili. Ha definito “grave e inammissibile” il ritardo alla volturazione e ingiustificabili le scuse addotte consistenti in “tempi tecnici necessari” definiti, forse ironicamente, “ineffabili”. “Ancor più grave, sotto il profilo della correttezza e della buona fede nell’esecuzione del contratto è stato il tentativo posto in essere da Telecom di imporre all’attore la stipulazione di un contratto nuovo” e ancora: “manifestamente ingannevoli” i modi con cui “la stessa ha chiesto la liberatoria al trattamento dei dati personali, al fine di ottenere dal cliente un consenso confuso e disinformato”.
    In assenza di danni patrimoniali, il Tribunale di Genova ha ritenuto di condannare Telecom Italia al pagamento della somma di 5mila euro per le spese legali e di altri 5mila per danno esistenziale (motivato dal disturbo, e dal “turbamento di serenità” patito dall’utente) “determinato dalla mancanza di risposte chiare e affidabili, dall’ostinata, esasperante inerzia “tecnica” del soggetto da cui dipende la fornitura di un servizio essenziale”.
    La sentenza del giudice ligure riporta alla memoria un altro caso in cui si è avuto, da parte del Gran Giurì, il riconoscimento di un danno esistenziale: in quel caso, l’operatore condannato fu Wind, colpevole di aver provocato eccessivo stress ad un utente per una tormentata operazione di attivazione di tre linee telefoniche e per alcuni addebiti non corretti.” punto-informatico.it

  • Le Iene: “Un deputato su 3 usa droghe”

    aggiornamento ore 15.00
    Il garante blocca il servizio delle iene!!! e’ una vergogna! Noi elettori abbiamo il diritto di sapere se i nostri rappresentanti sono degni di stare in Parlamento o Senato!!!
    Ed anche Bocchino si rimangia le parole “E anche Italo Bocchino di An chiede mandare in onda il servizio “facendo così chiarezza”.”
    ———————————–

    “Il test, eseguito su 50 deputati a loro insaputa e i cui risultati verranno presentati nella prima puntata della nuova serie del programma (domani sera alle 21 su Italia 1), potrebbe creare non poco imbarazzo nei palazzi della politica: un onorevole su tre fa uso di stupefacenti, prevalentemente cannabis, ma anche cocaina. Questo il dato: il 32% degli ‘intervistati’ è risultato positivo: di questo il 24% (12 persone) alla cannabis, e l’8% (4 persone) alla cocaina.” repubblica.it

    La cosa che sconcerta e’ la reazione di chi vuole insabbiare o minimizzare la cosa:

    “E Italo Bocchino, deputato di Alleanza nazionale, che – attraverso un legale – chiede il sequestro immediato del campione raccolto illegalmente e la distruzione dello stesso in sede processuale.” repubblica.it

    Un po’ come le intercettazioni, i nostri politi hanno qualcosa da nascondere? Se un cittadino sceglie la carriera politica, quindi pubblica, non dovrebbe avere nulla da nascondere.
    Comunque sono interessanti anche altre reazioni:

    “PAOLO FERRERO (PRC)
    ”Personalmente – ha osservato il ministro – non apprezzo queste modalita’ di intrusione nella vita privata delle persone. Cio’ detto il dato del test sembrerebbe confermare quella che e’ una voce popolare sul consumo delle sostanze da parte di molti parlamentari”.
    A suo avviso, ”in ogni caso, la vicenda dovrebbe permettere al mondo politico di riflettere in modo piu’ laico su questi temi, ben sapendo che i politici non rischiano di subire i controlli e le sanzioni che subiscono invece i normali cittadini”.

    ALESSANDRA MUSSOLINI (As)
    ”Combattiamo contro quel falso moralismo che si occupa di quel che accade in tv ma nasconde quel che accade nel palazzo. Abbiamo attivato una petizione on line sul sito www.azionesociale.net che presenteremo ai Presidenti di Senato e Camera per denunciare quanto viene .
    ”Vogliamo sapere chi tra i rappresentanti del popolo usa droga, come e da chi la compra ma soprattutto se la vende: ci manca solo l’onorevole ‘pusher’

    IL TOSSICOLOGO
    Un test ”serio e scientificamente valido, ma non sufficiente da solo a confermare la positivita’ all’uso di droghe”. Cosi’ il tossicologo Piergiorgio Zuccaro, direttore dell’Osservatorio Fumo, alcol e droga dell’Istituto superiore di sanita’, definisce il ‘drug wipe’, ovvero il test con tampone frontale utilizzato dalle ‘Iene’ e che avrebbe rivelato la positivita’ all’uso di stupefacenti di un deputato su tre tra i 50 sottoposti a loro insaputa all’esame.

    CARLO GIOVANARDI (Udc)
    Che alcuni deputati consumino droghe non meraviglia l’ex ministro ”padre” della legge sulla droga attualmente in vigore, che pero’ non ritiene che siano cosi’ tanti come risulta dal test delle ‘Iene’. Secondo il parlamentare la droga e’ diffusa anche al Senato, per esempio tra i senatori a vita.

    ”Se le Iene vogliono dire che anche in Parlamento c’e’ chi consuma cocaina – afferma Giovanardi – scoprono l’acqua calda. Anche al Senato se ne fa uso, com’e’ noto, basta andare a vedere tra i senatori a vita”.
    La cocaina infatti, sottolinea, colpisce particolarmente ”le classi ricche, quindi la politica, le imprese, i professionisti, e cosi’ via”, e questo ”preoccupa particolarmente”. Quanto alle dimensioni del fenomeno, ”mi sembra il solito trucco per dire che siccome la usano tutti, e’ talmente diffusa, tanto vale legalizzarla, un po’ come si fa oggi con l’eutanasia”.

    BENEDETTO DELLA VEDOVA (Forza Italia)
    ”Dalle intercettazioni telefoniche a quelle fisiologiche”: e’ critico riguardo al test delle ‘Iene’ il deputato Della Vedova, che denuncia il ricorso alle ”analisi tossicologiche abusive” nei confronti dei parlamentari.
    Anche se poi aggiunge di non meravigliarsi affatto del risultato dell’indagine.’E’ un campione rappresentativo dell’Italia – dice riferendosi alla cifra di un deputato su tre che farebbe uso di droga – la diffusione del consumo e’ estesa, come dicono anche le statistiche”.
    ”Se e’ vero quello che scaturisce dal test delle ‘Iene’ – aggiunge – allora e’ vero che c’e’ nel Paese un uso diffuso di sostanze illegali”. Da cio’, secondo della Vedova, ne deve conseguire che ”anche nel centrodestra deve partire una riflessione sul fallimento del proibizionismo”.

    FRANCESCO MOSCA (Giovani socialisti)
    “I parlamentari fanno largo uso di droghe, quindi la smettano una volta per tutte con la morale proibizionista”. E quanto affermato dalle ‘Iene’ ”e’ soltanto la controprova di quello che sapevamo, ed e’ frutto della loro stessa ipocrisia moralistica contro il consumo delle droghe”.
    ”Questi tossicoparlamentari – cosi’ li definisce Mosca – sono il frutto di una politica sbagliata in tema di consumo di droga da loro stessi voluta”, e ”soltanto una nuova legge antiproibizionista che cancelli la legge Fini puo’ condurre ad una seria politica di contrasto alla droga, e puo’ forse aiutare questi tossicoparlamentari ad uscire dalla loro dipendenza”.

    ANTONIO TAJANI (FORZA ITALIA)
    ”Mi sembra strano. Mi auguro sia falso”: il presidente degli eurodeputati di Forza Italia si stupisce al risultato del ‘test’ delle Iene sui deputati dal quale emerge che uno su tre farebbe uso di sostanze stupefacenti, e prende le distanze.
    ”Io personalmente – dice – sono contrario all’uso di sostanze stupefacenti che sono pericolose per chi ne fa uso e negative per l’esempio che danno”.” restodelcarlino.net

  • Peso, potenza, carburante, così si calcola la stangata

    “Come calcolare correttamente l’importo da pagare in base alle nuove norme che premiano i motori Euro 4-Euro 5, e penalizzano i veicoli il cui peso supera i 2.600 chilogrammi? La soluzione al rebus arriva dall’attenta consultazione del libretto di circolazione che riporta i dati utili per il calcolo. Prima di tutto è necessario sapere quali parametri Ue di rispetto dell’ambiente il veicolo di proprietà soddisfa: se è Euro 4, come la stragrande maggioranza delle vetture di ultima generazione, oppure se appartiene alle categorie «punite» (Euro 0-1-2-3).
    In pratica chi, a partire dal 3 ottobre scorso e fino al 31 dicembre 2007 acquista vetture Euro 4-Euro 5 non pagherà il bollo per due anni, bonus che sale a 3 anni (più un contributo di 1.000 euro) nel caso di cilindrata sotto i 1.300 cc. Lo «sconto» è subordinato alla demolizione della vecchia auto. I possessori di auto considerate «sporche» dovranno invece versare il risultato della seguente moltiplicazione: potenza in kilowatt per gli importi indicati nella tabella della Finanziaria. Il contributo aumenterà man mano che si scende nella categoria Euro.
    Un ulteriore aggravio di 6,63 euro per kW è previsto per le auto con motore diesel non di ultima generazione (i criteri di classificazione di questi motori, però, non sono stati ancora ben chiariti). C’è poi il capitolo Suv-grosse auto che colpisce i veicoli fino a 7 posti e con un peso oltre 2.600 kg (una vettura del genere, anche se Euro 4, paga paradossalmente una sovrattassa di 2,58 euro). In questo caso la tariffa aggiuntiva è di 2 euro per il numero dei kW.” ilgiornale.it

    Piu’ che giusto.
    Ha il il macchinone? Quindi te lo puoi permettere, quindi devi pagartelo. Le macchine di grossa cilindrata consumano piu’ carburante, quindi aumentano la domanda, e fanno lievitare i prezzi. Se il gasolio della mia utlitaria aumenta, e’ grazie anche ai proprietari dei SUV.
    Sara’ invidia, ma se hai un macchinone che costa piu’ di 5 dei miei stipendi annuali, e che in una settimana consuma quanto io consumo in una settimana… permettimi di dire che puoi permetterti di pagare 500€ in piu’ all’anno.

  • Compagnia telefonica mobile appena scorporata a partire da 1 euro!

    Su ebay vendono la Tim, io ho fatto la mia offerta massima di 50€ (secondo me li vale tutti!)!
    “Quest’inserzione è evidentemente ironica e fittizia, ovviamente NON sto vendendo la TIM ma ergo con ironia la bandiera di un piccolo (!) gruppo di lavoratori che nutrono alcune perplessità sul proprio futuro. Qualsiasi offerta sarà considerata un’amichevole aiuto, soprattutto morale, e sarà utilizzata da tale gruppo di persone al fine di pagarsi una birra o per altre iniziative similari, con opzione di invitare il direttivo dell’azienda, che se con i sindacati non parla, magari davanti ad una birra offerta dai colleghi si scioglie…”

    Sarebbe bello che tutti facessero un rilancio anche solo di un’euro per solidarieta’!

    http://cgi.ebay.it/ws/eBayISAPI.dll?ViewItem&item=260035686917

    ————————————
    e’ stata rimossa da ebay, ma grazie a Mazinga@ qui c’e’ un mirror.

  • Forza Antonio Di Pietro.

    “Per l´ex pm di mani pulite, il problema è «portar avanti la politica del centrosinistra, non quella del centrodestra». Ovvero «prendere provvedimenti come governo e come maggioranza che rendano efficiente ed efficace l’azione della giustizia e che diano sicurezza ai cittadini, soprattutto alle parti lese; e diano umanità a coloro che sono nelle carceri. Ma che si mettano fuori o si facciano leggi che minano l’indipendenza della magistratura questo non è possibile».” l’unita’

    “Di Pietro prima di tutto nega di voler far fuori dal governo Mastella. “Io non ho mai chiesto questo – risponde – assolutamente no. Semmai è lui che ha chiesto di mettere fuori me dal governo. Ma non voglio scendere sul piano delle contumelie personali. E’ il senso politico che noi abbiamo su alcune materie, come la Giustizia: noi dell’Idv crediamo sia necessario portar avanti la politica del centrosinistra, non quella del centrodestra, in materia di giustizia, che nei cinque anni passati ha creato tanti disastri”.

    Di Pietro poi torna a criticare l’indulto, dopo le proteste della gente di Foligno per lo sconto di pena a Luigi Chiatti: “Credo che un ripensamento operoso da parte del centrosinistra in materia di giustizia sia necessario.
    Non è semplicemente prendendosela con Di Pietro, ogni volta che rilancia quest’idea, che si risolvono i problemi. Mi possono anche mettere fuori dal governo e dalla maggioranza, ma rischiano di andare loro fuori dal consenso del Paese…”.” repubblica.it

    Sacrosante parole, Prodi, ti prego, fa’ qualcosa di sinistra!
    Antonio Di Pietro, e’ stato da sempre contro la legge sull’indulto, e “La società Autostrade ha erogato somme importanti a molti partiti. L’Italia dei Valori ha subito restituito la ‘donazione’ di 20.000 € ricevuta. Altri partiti non hanno fatto lo stesso, una loro libera scelta, anche se non condivisibile. Non credo infatti sia opportuno che un concessionario dello Stato paghi i partiti con i soldi dei cittadini per ottenere dei possibili favori.
    Riduca, piuttosto, i pedaggi.” antoniodipietro.it (come si vede anche nella puntata di report, qui riportata tutta in formato testo ed in formato video)
    Forse la prossima volta faremo meglio a votare Italia dei Valori.

  • Marco Tronchetti Provera, chi era costui?

    “Nasce nel 1948 da una famiglia di armatori navali e nel 1986 sposa Cecilia Pirelli, figlia dell’imprenditore Leopoldo Pirelli. Tronchetti Provera assume ruoli sempre di maggior peso nell’industria guidata dal suocero, finche’ ne diviene amministratore nel 1992.
    Nel 2000 vende la divisione cavi all’americana Corning. Parte dei soldi della cessione serviranno proprio a finanziare l’acquisizione di Telecom Italia; Pirelli si trasforma in una holding finanziaria. Dall’avvento di Tronchetti Provera il titolo Telecom ha perso circa meta’ del suo valore.” week.it wikipedia

    Beh, complimenti, e’ riuscito a mandare in vacca Pirelli e Telecom, ed adesso vuole mandare in Vacca anche il Governo Prodi.

  • Andare al Pronto Soccorso costerà 23 euro.

    “Non serve il centrodestra a denunciare che «il centrosinistra ha fatto la campagna elettorale contro i ticket e adesso non solo li ha messi ma li aumenta pure». Non serve il centrodestra perché c’è già il centrosinistra, a lamentarsi della manovra finanziaria del governo Prodi. In Liguria il primo risultato eclatante è l’aumento da 15 a 23 euro del ticket di accesso al pronto soccorso, fatte salve le esenzioni per fasce deboli e malattie croniche, e la sua estensione dai codici bianchi ai codici verdi.
    Unico correttivo il tentativo di ridurre le visite inappropriate, là dove l’assessore alla Sanità Claudio Montaldo sta cercando di convincere i medici di base, dietro compenso della Regione certo, ad associarsi per lavorare anche nei festivi e prefestivi, per filtrare i viaggi di emergenza riequilibrando i servizi e contenendo la spesa.
    E a nulla giova sapere che la Liguria riceverà dal governo 64 milioni inaspettati, potenza di 2 miliardi in più che il ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa ha trovato nelle pieghe dei conti pubblici 2006.
    Saranno tutta manna quei soldi, ma andranno comunque a coprire la voragine di 300 milioni di deficit in sanità previsti per il 2006. La Finanziaria, fa due conti l’assessore al Bilancio Giovanni Battista Pittaluga, dà alle Regioni 97 miliardi (compreso un miliardo per le Regioni in difficoltà), 6 miliardi in più dello scorso anno. A questi vanno aggiunti circa 2 miliardi ricavati da risparmi su farmaci e ticket e i 2 di risorse aggiuntive, per un totale di 101.” ilgiornale.it

    Sara’ ma non ci trovo nulla di strano, mi sembra una cosa alquanto sensata, contando poi quante volte una persona capita al pronto soccorso in un’anno, che molto spesso sono cose non urgenti, e che comunque si viene sottoposti a visite specialistiche… perche’ questa notizia dovrebbe essere terribile? Non e’ meglio pagare per un servizio sanitario che funzioni, piuttosto che non pagare ed avere un servizio sanitario pessimo?

  • La finaziaria di Prodi

    Ammetto che non seguo molto la politica, e prevalentemente lo faccio su internet, con le news di Google.
    C’e’ una cosa che non capisco degli italiani… ma sono tutti ricchi tranne che io?

    Stando ai valori espressi dalla Finaziaria, in pratica una famiglia “normale”, per esempio in lavoratore dipendente, coniugato, con due figli a carico, con stipendio anno di 16.000€ lordi, in pratica si ritrova con 600 euro in piu’ all’anno, ma questo anche per altre categorie.Chi ci perde e’ chi guadagna piu’ di 50.000€ annui lordi (!), stipendio che non ho di certo, e ci perderebbe 390 euro l’anno… in pratica non piu’ 4166 euro al mese ma “solo” 4134… poverino.

    ecco una piccola tabella:

    Reddito annuo lordo 21.500 euro, stipendio 1.468 al mese, beneficio 61 euro netti al mese
    Reddito annuo lordo 25.000 euro, stipendio 1.651 euro al mese, beneficio 52 euro netti al mese
    Reddito 28.000, stipendio 1.807, beneficio 43 euro netti al mese
    Reddito 50.000 euro, stipendio 2.829, aggravio 30 euro netti al mese
    Reddito annuo 80.000, stipendio netto 4.133, aggravio 66 euro netti al mese
    Reddito annuo 200.000 euro, stipendio 9.432 euro, aggravio 137 euro netti al mese

    Io per esempio ci guadagno… ma dite che chi prende 2.000€ al mese, debba piangere perche’ gli tolgono 45 euro al mese? E poi, se aggiungo che verranno tagliati del 30% gli stipendi dei ministri, una bella tassa su quei mostri ecologici che sono i SUV (repubblica.it) e reintrodotta la tassa di successione sui grandi patrimoni, mi sembra proprio che sia una bella Finanziaria.