Categoria: News

  • Incidente sulla A4: morti 3 bambini


    In corsia di sorpasso si sono tamponate tre auto causando un bilancio di 4 vittime
    Per un grave incidente avvenuto sull’A4 è chiuso il tratto tra Seriate e Bergamo in direzione Milano. In corsia di sorpasso si sono tamponate tre auto, una delle quali ha preso fuoco: drammatico il bilancio con 4 deceduti, di cui forse 3 bambini, e due feriti. L’incidente è avvenuto in rettilineo con condizioni meteo e di visibilità buoni ed asfalto asciutto.
    Sul posto sono subito accorse le pattuglie della Polizia Stradale, i Vigili del Fuoco, gli operatori del soccorso sanitario e meccanico, il personale Autostrade per l’Italia della Direzione di Tronco di Milano. Per il traffico diretto verso Milano è stata disposta l’uscita obbligatoria a Seriate; Autostrade consiglia, in alternativa, di uscire a Brescia Centro, percorrere l’A21 Torino-Piacenza-Brescia fino a Piacenza sud dove è possibile immettersi sull’A1 Milano-Napoli. Difficoltà per il traffico anche in direzione Venezia, per consentire l’atterraggio dell’elisoccorso, il traffico è stato momentaneamente bloccato ed attualmente si viaggia su una corsia di marcia.” lastampa.it

    Certo che c’e’ davvero gente imbecille. Questa mania idiota di correre in macchina senza rispettare i limiti. Credere che piu’ si ha la macchina grossa piu’ si possa andare veloce! Che idioti!
    In automobile si muore, cerchiamo di ricordarcelo un po’ tutti. Altro che suonare il clacson o fare i fari se qualcuno e’ in mezzo alla strada, perche’ invece non rallentare?
    E’ meglio arrivare tardi o arrivare vivi? E se la propria vita ha poco valore, vale la pena di correre rischiando di uccidere qualcuno?
    In macchina, nella realta’, se si ha un’incidente si rischia uccidere qualcuno, mica come nella playstation.

  • Fiat Punto Classic Natural Power


    Dopo neanche 24 ore dall’aver ritirato la mia Fiat 1.2 Punto 5 Porte Natural Power Bianco Santarellina a metano, posso gia’ dirmi completamente soddisfatto: un pieno di gas metano, che dovrebbe consentirmi circa 200 km di autonomia, 6,97 Euro, quando una normale vettura, non contiamo i SUV, consuma circa 5 litri ogni 100 km, quindi 200 km in euro costano 12 Euro.
    Questo e’ solo uno dei vantaggi.
    Il costo della vettura, di listino, con solo il climatizzatore come optional, e’ di 16300 Euri, con tutti gli incentivi, statali, regionali, della fiat, del concessionario, etc.. si riesce a portare il prezzo tranquillamente intorno ai 11500€, con un risparmio di quasi 5000€.
    Inoltre “In Piemonte, a partire dal 1° gennaio 2004, gli autoveicoli alimentati a gas metano o gpl già dotati di dispositivo per la circolazione con gas all’atto dell’immatricolazione sono esentati dal pagamanto della tassa automobilistica.” e che “le auto a metano possono accedere e sostare in tutte le autorimesse, anche sotterranee (Decr. Min. Interno del 01/02/86 pubblicato su G.U. n. 38 del 15/02/86)” [1] [2].
    I distributori di metano, poi, si stanno moltiplicando velocemente, soprattutto in Piemonte, in questi link potete trovare l’elenco dei distributori: metanoauto.com, federmetano.it e eni.it; da questi siti e’ anche possibile scaricare i flies con i POI (points of interest) o PDI (punti di interesse) per i navigatori satellitari come il Tomtom o il Mio.
    Non dimentichiamo poi che non inquina, dimenticatevi i blocchi del traffico per inquinamento, e che non si partecipa alle varie guerre per il petrolio.

  • Silvio Berlusconi, che esempio!


    altre foto qui.

    “Cinque fanciulle in fiore nel giardino dei 1200 cactus. Aspiranti Meteorine o ex Grandifratelline che siano, magari già viste nel salotto domenicale di Maurizio Costanzo o in un varietà condotto da Gerry Scotti, poco importa: sono le prime cinque Bagatelle (ultima evoluzione delle vecchie care Veline dopo la lettera di Silvio a Veronica) al loro ingresso, e dalla porta principale, nel meraviglioso mondo di Gossiplandia. E’ lo scoop di «Oggi» – lo stesso giornale che acquistò e tenne nel cassetto le foto di Silvio Sircana con l’auto ferma accanto a un trans – uscito ieri con un giorno d’anticipo e la tiratura record di oltre un milione di copie per squadernare lungo undici pagine le fotografie dell’«harem di Berlusconi».” lastampa.it

    “Dichiarazioni 2005: Berlusconi guadagna 313 volte in più di Prodi.” lastampa.it

    La Casa delle Liberta’, di cui fa parte Forza Italia, si batte per i valori della famiglia, contro DICO e PACS, predica la rettitudine morale degli insegnamenti cristiani, ed ecco a voi il piu’ fulgido esempio, Silvio Berlusconi, che guadagna un sacco di soldi, grazie ad illeciti e leggi ad personam, tradisce la moglie e si porta a casa un branco di veline. Se volete farvi rappresentare da questo gioviale buontempone di 71 anni (nato nel 1936!!!) eccovi accontentati.

  • EAU. Iinterrogazione della RNP su italiani arrestati don meno di un grammo di hashish.

    “5 aprile 2007: I deputati della Rosa nel Pugno Bruno Mellano, Maurizio Turco, Donatella Poretti ed Enrico Buemi hanno presentato un’interrogazione al ministro degli Esteri Massimo D’Alema sulla vicenda di due cittadini italiani – Lorenzo Bassano (regista cesenate di 40 anni) e Andrea de Angelis (studente universitario torinese ventitreenne) – arrestati rispettivamente il 21 marzo e il 23 marzo all’aeroporto di Dubai, capitale degli Emirati Arabi Uniti, perché trovati in possesso di un’esigua quantità di hashish (0,8 grammi il primo e 0,2 grammi il secondo).
    A seguito della stessa procedura, consistente in un interrogatorio sommario in inglese e senza la presenza di alcun avvocato, sono stati arrestati e rinchiusi in una cella dell’aeroporto di Dubai, che hanno condiviso per alcuni giorni.
    Qualora ritenuti colpevoli di spaccio i nostri due connazionali rischiano da un minimo di quattro anni di carcere fino all’ergastolo o alla pena di morte. L’unica possibilità per la loro liberazione sembra consistere, da quanto affermato dagli avvocati che seguono il caso, nell’ammissione di colpevolezza dei due detenuti con conseguente concessione della grazia da parte dello sceicco competente, che di norma avviene in occasione delle festività religiose.
    Nell’interrogazione i deputati della RNP chiedono al ministro se non ritenga di intraprendere qualsiasi iniziativa di sua competenza, con carattere d’urgenza, volta al rilascio di Lorenzo Bassano e Andrea De Angelis, tenendo in considerazione la patologia dell’apparato digerente di cui soffre il primo (il morbo di Crohn), che per essere combattuto ha bisogno di una speciale alimentazione e ha già causato la perdita di più di dieci chilogrammi dall’inizio della reclusione così come la giovane età del secondo, in visita agli Emirati Arabi Uniti per ragioni di vacanza. (Fonti: Radicali.it, 05/04/2007) ”

    Ma sono dementi?!? Classica figura da italiani.
    http://www.nessunotocchicaino.it

  • Veronica Berlusconi, lettera a Repubblica, “Mio marito (Silvio Berlusconi) mi deve pubbliche scuse”


    “Egregio Direttore con difficoltà vinco la riservatezza che ha contraddistinto il mio modo di essere nel corso dei 27 anni trascorsi accanto ad un uomo pubblico, imprenditore prima e politico illustre poi, qual è mio marito. Ho ritenuto che il mio ruolo dovesse essere circoscritto prevalentemente alla dimensione privata, con lo scopo di portare serenità ed equilibrio nella mia famiglia. Ho affrontato gli inevitabili contrasti e i momenti più dolorosi che un lungo rapporto coniugale comporta con rispetto e discrezione. Ora scrivo per esprimere la mia reazione alle affermazioni svolte da mio marito nel corso della cena di gala che ha seguito la consegna dei Telegatti, dove, rivolgendosi ad alcune delle signore presenti, si è lasciato andare a considerazioni per me inaccettabili: ” … se non fossi già sposato la sposerei subito” “con te andrei ovunque”.
    Sono affermazioni che interpreto come lesive della mia dignità, affermazioni che per l´età, il ruolo politico e sociale, il contesto familiare (due figli da un primo matrimonio e tre figli dal secondo) della persona da cui provengono, non possono essere ridotte a scherzose esternazioni. A mio marito ed all´uomo pubblico chiedo quindi pubbliche scuse, non avendone ricevute privatamente, e con l´occasione chiedo anche se, come il personaggio di Catherine Dunne, debba considerarmi “La metà di niente”. Nel corso del rapporto con mio marito ho scelto di non lasciare spazio al conflitto coniugale, anche quando i suoi comportamenti ne hanno creato i presupposti. Questo per vari motivi: per la serietà e la convinzione con la quale mi sono accostata a un progetto familiare stabile, per la consapevolezza che, in parallelo alla modifica di alcuni equilibri di coppia che il tempo produce, è cresciuta la dimensione pubblica di mio marito, circostanza che ritengo debba incidere sulle scelte individuali, anche con il ridimensionamento, ove necessario, dei desideri personali. Ho sempre considerato le conseguenze che le mie eventuali prese di posizione avrebbero potuto generare a carico di mio marito nella sua dimensione extra familiare e le ricadute che avrebbero potuto esserci sui miei figli.
    Questa linea di condotta incontra un unico limite, la mia dignità di donna che deve costituire anche un esempio per i propri figli, diverso in ragione della loro età e del loro sesso. Oggi nei confronti delle mie figlie femmine, ormai adulte, l´esempio di donna capace di tutelare la propria dignità nei rapporti con gli uomini assume un´importanza particolarmente pregnante, almeno tanto quanto l´esempio di madre capace di amore materno che mi dicono rappresento per loro; la difesa della mia dignità di donna ritengo possa aiutare mio figlio maschio a non dimenticare mai di porre tra i suoi valori fondamentali il rispetto per le donne, così che egli possa instaurare con loro rapporti sempre sani ed equilibrati.
    RingraziandoLa per avermi consentito attraverso questo spazio di esprimere il mio pensiero, La saluto cordialmente.” Veronica Berlusconi
    http://www.repubblica.it/2007/01/sezioni/politica/lettera-veronica/lettera-veronica/lettera-veronica.html

    No comment… ghghghghghgh…

  • Processo per presunti fondi neri Mediaset, prescrizione parziale per Berlusconi.

    Non si può più procedere nei confronti dell’ex premier per le accuse relative a fatti che risalgono al 1998-99.

    MILANO – Reati prescritti per Silvio Berlusconi fino al luglio del 1999 nel processo sui presunti fondi neri di Mediaset che vede imputati anche il presidente della società, Fedele Confalonieri, l’avvocato inglese David Mills e una decina di altre persone accusate a vario titolo di appropriazione indebita, falso in bilancio, frode fiscale, ricettazione e riciclaggio.
    Il presidente della prima sezione del Tribunale di Milano, Edoardo D’Avossa, con un’ordinanza ha decretato il non luogo a procedere, per intervenuta prescrizione, relativamente all’appropriazione indebita (fino al luglio del 1999), al falso in bilancio (fino al 1998), alla frode fiscale (fino al 1998), i tre reati contestati a Berlusconi. Il reato di ricettazione, contestato a Mills e al banchiere Paolo Del Bue, è andato prescritto fino al 1993.
    Per Berlusconi continua il processo per gli episodi di frode fiscale e falso in bilancio del 1999 e per l’appropriazione inmdebita da luglio 1999 alla fine dello stesso anno. Il dibattimento è stato aggiornato al 26 gennaio.
    (15 gennaio 2007) repubblica.it

  • Farewell JB!


    Il “Padrino del Soul” si è spento all’età di 73 anni ad Atlanta. Una vita difficile, poi la consacrazione e il successo mondiale
    Lutto nel mondo della musica, e’ morto James Brown
    ATLANTA – E’ morto James Brown. La stella della musica black americana si è spenta all’età di 73 anni per una polmonite acuta ad Atlanta. Una leggenda che ha saputo trasformare il gospel in “rhythm e blues” e creare un genere soul del tutto originale, il funk, con i suoi ritmi incalzanti.
    Nato in South Carolina, Il “Padrino del Soul” ebbe un’infanzia di estremo disagio. Lavorò come raccoglitore di cotone e lustrascarpe. A soli 16 anni venne arrestato e fu recluso in riformatorio. Rilasciato si dedicò alla musica: gospel, swing e Rhythm & Blues. Alla metà degli anni 50 fondò la sua prima band i “The flames”. Alla fine del 1955, con Please, please, please conquistò la vetta delle classifiche americane. La strada per il successo era tracciata.
    Negli anni Sessanta Brown consacrò il suo successo con brani come Prisoner of love, I got you, It’s a man’s world, Cold sweat e I’m black and I’m proud.
    Gli anni Settanta lo videro ancora grande protagonista con ben otto album di successo che gli valsero il titolo di “The Godfather of Soul” e “Re del R&B”.
    Negli anni Ottanta si diede al cinema interpretando la parte del predicatore nel famoso The Blues Brothers e cantando Living in America nel film Rocky IV.
    (25 dicembre 2006) repubblica.it

  • L’addio a Welby, commozione e proteste


    In migliaia per l’ultimo saluto. Il grido «vergogna» al suono delle campane. A Roma i funerali laici. Fischi ai politici presenti. Pannella li difende. La moglie Mina: «Ora Piergiorgio è contento e libero»
    ROMA – Sono tante le persone, accorse in piazza Don Bosco, a Roma, per l’ultimo saluto a Piergiorgio Welby. Impediscono che i pochi politici presenti prendano la parola, gridano «vergogna» e si domandano ad alta voce per quale motivo il vicariato di Roma non abbia concesso i funerali religiosi all’uomo morto giovedì dopo che un medico anestesista di Cremona gli ha staccato la spina. Come per paradosso proprio mentre l’indignazione sale, da lontano si sentono suonare le campane di una chiesa.
    APPLAUSI E PROTESTE – Un lungo e sommesso applauso accoglie l’arrivo del feretro. Accompagnata da Marco Pannella e Marco Cappato e attesa dalla moglie Mina, la bara di Welby, ricoperta di fiori, arriva in una piazza gremita di persone (tra mille e quattro mila le presenze, secondo le agenzie) mentre gli altoparlanti diffondono Le Quattro Stagioni di Vivaldi, una delle musiche preferite da Welby. La moglie di Welby Mina, prendendo la parola dal palco, dedica un pensiero al medico anestesista Mario Riccio: «Un uomo coraggioso e forte, che ha scelto di aiutare e venire incontro alle richiesta di Piergiorgio». «Non voglio fare polemiche – spiega la donna, con accanto a sè la mamma di Piergiorgio, la signora Luciana – voglio pensare che questo è un buon Natale ed è una festa, vedendo voi, che Piergiorgio non si sarebbe mai aspettata. Eravamo abituati in famiglia a riunirci il 26 dicembre, giorno in cui Piergiorgio avrebbe compiuto 61 anni. Oggi abbiamo anticipato di due giorni i festeggiamenti». Poi guardando il feretro e poggiando una mano sulla bara, dice: «Caro Piero, mi è passata anche la tristezza, sento che ora sei davvero contento e libero».
    FISCHI AI POLITICI – Poi Mina prende il microfono per ringraziare i politici presenti (oltre all’intero gruppo dirigente dei Radicali, Angius, Salvi, Ranieri e Grillini per i Ds, i verdi Cento e Bonelli, Alfonso Gianni del Prc, e Giacchetti della Margherita) e per dire che «molti vorrebbero parlare». Parole che suscitano la reazione infastidita della piazza: «Nooo – è il coro quasi unanime – fateli parlare in Parlamento». Parte anche qualche fischio, e la signora Mina è costretta a spiegare: «Io sono per la libertà di parola, come era Piergiorgio…». Anche Pannella vuole elogiare gli onorevoli che hanno scelto di esserci: «Non mi sono piaciuti quei fischi, la politica può essere nobiltà estrema. I politici che sono qui dobbiamo iscriverli nell’albo d’oro» spiega il leader radicale.
    L’AUTOPSIA – Dai primi esiti dell’autopsia, è intanto emerso che la morte di Welby sarebbe attribuibile ad un cedimento di un ventricolo del cuore. È quanto ha spiegato Marco Cappato, leader dell’Associazione Luca Coscioni. «Di più non posso dire – ha detto Cappato – ma dai primi esiti autoptici emerge un quadro coerente con quello che noi abbiamo spiegato rispetto alle procedure che hanno preceduto la morte di Welby. Dunque non c’e stato nessun avvelenamento o altro, solo la sedazione e il distacco del ventilatore». 25 dicembre 2006 corriere.it

    «In merito alla richiesta di esequie ecclesiastiche per il defunto Dott. Piergiorgio Welby, il Vicariato di Roma precisa di non aver potuto concedere tali esequie perché, a differenza dai casi di suicidio nei quali si presume la mancanza delle condizioni di piena avvertenza e deliberato consenso, era nota, in quanto ripetutamente e pubblicamente affermata, la volontà del Dott. Welby di porre fine alla propria vita, ciò che contrasta con la dottrina cattolica (vedi il Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2276-2283; 2324-2325)».
    Questo il comunicato stampa odierno del Vicariato di Roma….

    “ROMA – “Il mio regalo a Piero? Quello di morire, di smettere di soffrire. Non aveva più sogni e desideri, andarsene senza dolore era l’unica cosa che voleva e potevo dargli. Anche se questo per me ha significato sentirmi a lungo come nel braccio della morte”. Con le ore, i giorni contati per rispettare, nonostante tutto, la volontà di chi amava. Mina Welby, “l’asburgica” come la chiamava Piero per il suo carattere di ferro e dolcezza, ha trascorso con amici a parenti il primo Natale senza il suo “Chicco”. E senza lacrime, come gli aveva promesso.

    Ieri era il compleanno di Piero.
    “Sì, ed era con me. Me lo aveva promesso l’ultima notte che abbiamo vissuto insieme dopo 33 anni di vita in comune. Mi aveva giurato che non mi avrebbe lasciato, e io lo sento qui. È questo che mi dà forza e serenità. Ho fede, sono convinta che sia felice nella sua nuova vita, ma mi manca in maniera indescrivibile”.

    Fu un colpo di fulmine?
    “Sì, avevo quasi quarant’anni, ma la dolcezza, la sua intelligenza e tenerezza, quel sapere ascoltare e volere condividere tutto fino in fondo mi hanno disarmata. Mi ha fatto sentire una regina, il suo amore è stato il regalo più bello. Condividevamo tutto: eravamo come un vitigno che si arrampica sul suo sostegno”.

    Però non voleva sposarla.
    “Per amore, solo per amore. Diceva che mi avrebbe rovinato la vita con la sua malattia, ma io mi ero informata, sapevo tutto e lo volevo. Negli ultimi giorni mi chiedeva continuamente scusa, ma io non ho rimpianto un solo istante della nostra vita”.

    Sposati in chiesa?
    “Sì, Piero era battezzato, aveva fatto la cresima. Aveva fede, magari diversa dalla mia ma l’aveva fino a quando gli hanno messo il respiratore, poi è cambiato, era arrabbiato con la vita. Non mi ha mai spiegato come era cambiato il suo rapporto con Dio”.

    Quando le ha chiesto di morire?
    “Me lo hanno detto gli amici che lui lo aveva scritto sul sito, che voleva fossi io ad aiutarlo. Mi sono spaventata, pensavo che qualche amico gli avrebbe sparato col fucile da caccia per accontentarlo. Avevo paura”.

    Avete discusso?
    “Sì, discusso e litigato”.

    Era contraria all’eutanasia?
    “Io sono stata educata in modo cattolico molto rigido. Per me eutanasia voleva dire uccidere. Dopo notti di discussioni ho capito che non avevo il diritto di decidere per lui, che fare una legge non significa che sei costretto ad usarla”.

    E adesso?
    “Spero che arrivi una legge frutto di una discussione popolare, da proposte discusse dalla base, altrimenti il parlamento non lavora”.

    L’ultimo giorno…
    “L’abbiamo vissuto in pace, ne avevamo parlato tanto. Lui non sopportava che gli ricordassi i vecchi tempi, non voleva sentire le vecchie canzoni di quando andavamo a pesca nel canale dove un giorno voglio disperdere le sue ceneri”.

    Come ha salutato i suoi amici?
    “Li ha chiamati uno per uno, aveva un sorriso per tutti. Ha preso in giro Pannella chiamandolo vecchio elefante. Poi ha detto: adesso uscite tutti, e sono rimasta solo io col medico”.

    Che cosa le ha detto?
    “Negli ultimi giorni mi chiedeva sempre scusa, io mi sforzavo di non piangere e quando mi guardava gli occhi rossi dicevo che avevo tagliato una cipolla. Mi ha chiesto: stai qui fino alla fine, non mi lasciare solo. E io sono rimasta lì, gli ho tenuto la mano, gli ho chiuso gli occhi”.

    Perché hanno negato il funerale?
    “Hanno deciso con il catechismo in mano e non con la pietà cristiana, ferendo inutilmente la mamma di Piero che ha più di ottant’anni. Eppure da tanti sacerdoti ho ricevuto lettere di affetto e c’erano molte suore al suo funerale. Anzi, domani alle 18 ci sarà una messa dalle suore di via Salinieri, l’ordine di cui faceva parte la zia di Piero”.

    Vorrebbe le scuse da Ruini?
    “Non me le aspetto. Sono convinta che se lo incontrassi mi direbbe che ha pregato per lui, che Dio è misericordioso. Potevano far vedere la misericordia di Dio, in cui io credo, non sbarrando le porte della chiesa”.

    Piero le ha passato il testimone.
    “Mi sento indegna, non ho mica la sua cultura, lui era un’enciclopedia ambulante. Per questo chiedo l’aiuto di tutti”, dice mentre si rigira una grande fede al dito. “È di Chicco, ce la siamo regalati per i 25 anni di matrimonio, mi sta solo la sua in questi giorni, la mia non entra più”. Come la vita che senza di lui le sta stretta.”

    La Chiesa di Roma ha perso ancora una volta un’occasione per avvicinarsi alla gente. Vergognatevi!

  • Buon viaggio Piergiorgio!


    “La morte di Piergiorgio Welby è la notizia del giorno . Durante la conferenza stampa conclusasi da poco presso la sala della Camera dei Deputati in Roma i radicali, la sorella di Piergiorgio Welby e il medico che lo ha assistito negli ultimi istanti della sua vita hanno risposto alle domande dei giornalisti e della gente comune.

    Le domande sono state poche e chiare e rivolte in particolare al medico, Mario Riccio. Come è morto Piergiorgio Welby? La sua scelta è stata condizionata dal recente documento del Consiglio Superiore di Sanità? Quali le sue ultime parole? Quale sarà la posizione della magistratura. È notizia di questi minuti quella che informa che Mario Riccio e Marco Cappato sono stati convocati in questura come persone informati sui fatti.

    Prima di questa notizia nel corso della conferenza stampa Mario Riccio aveva dichiarato di aver letto la sentenza civile nella quale, per come l’aveva compresa, si era fatto più volte richiamo alla sospensione della cura come un fatto in se permesso dalla legge, contenuto anche nella convenzione di Oviedo che il nostro paese ha recepito ma non ratificato.

    “Il diritto a rifiutare le terapie è ampiamente documentato. In quella sentenza non vi era scritto che non si poteva staccare il respiratore ma c’era la difficoltà del magistrato nell’applicare la cosa al collega medico che si trovava in quella particolare situazione”, ha dichiarato Riccio.
    Alla domanda: è la prima volta che fa questa operazione e se lo rifarà il medico ha risposto di non ritenere di aver fatto qualcosa di inconsueto. “Io con sincerità le dico che la pianificazione delle cure in terapia intensiva, dove io lavoro, quotidianamente, è una parte integrante del lavoro. Nel caso dei pazienti della intensiva i pazienti purtroppo non spesso non-competent e pertanto ciò che si fa è concordare con i parenti la terapia; in questo caso io ho incontrato Piergiorgio che era perfettamente in grado di manifestare la sua volontà; perciò ho concordato con lui i modi e i tempi dell’interruzione della terapia”.

    Welby è stato sedato per via venosa; lui voleva essere sedato inizialmente per bocca, ma tecnicamente risultatva un’azione complessa viste le sue condizioni; ha così ha accettato la via venosa; la sedazione è proseguita per circa 45 minuti. La sedazione è partita contestualmente al distacco perché Welby ha scelto di stare il più possibile vicino alla famiglia.

    Cominciano a registrarsi le prime reazioni sia da parte dei politici che dei cittadini. Su un argomento così delicato molteplici sono le posizioni; ma mentre i politici hanno toni più netti e non inclini al dialogo, la gente comune (che può avere posizioni molto diverse sul come la morte di Piergiorgio Welby sia maturata) sembra chiedere una regolamentazione. In Italia vi è un buco normativo che non permette di dirimere nel pieno della legalità e senza ambiguità situazioni come questa.”
    emanuela grasso http://it.news.yahoo.com/21122006/259/welby-parla-medico-assistito.html

    Credo che sia sacrosanto di una persona nel pieno delle sue facolta’ mentali di rifiutare le cure, le macchine che lo mantengono in vita, l’accanimento terapeutico.

  • Un ministro italiano parla da YouTube

    Per la prima volta nel nostro paese un ministro in carica decide di parlare al popolo di YouTube per spiegare le proprie scelte. Di Pietro osannato sul proprio blog
    Roma – L’Italia può vantare ministri blogger e da poche ore anche un ministro intenzionato a sfruttare la popolarità dei sistemi di video sharing per comunicare con i cittadini e spiegare le proprie scelte. Un fatto inedito, che apre anche nel nostro paese nuovi scenari per la comunicazione politica e la trasparenza dell’azione di Governo.
    Antonio Di Pietro, ministro delle Infrastrutture, sul proprio blog, presenta il video senza commenti o comunicati stampa: pubblicato su YouTube, ha incontrato il favore dei lettori del blog, che si sono complimentati con Di Pietro per l’iniziativa, oltreché per la chiarezza del messaggio che ha voluto veicolare in questo modo inedito.
    E si raggiungono vette di entusiasmo notevoli. “Credo che a breve Antonio entrerà ad essere studiato nelle università dove si analizzano i fenomeni mediatici – scrive un lettore del blog – È riuscito credo unico sino ad ora, a mettere assieme un mezzo di comunicazione di massa nuovissimo con un linguaggio semplice e chiaro esattamente come lui. Bravo Antonio, questo sì che c’azzecca!”. “Grande – scrive qualcun altro, questa volta su YouTube – finalmente un ministro che ha capito l’importanza della rete”, dove si legge anche: “Grandissimo Di Pietro, finalmente un Ministro che ha dimestichezza con le nuove tecnologie di informazione, fossero tutti così vivremmo in un paese migliore”.
    Quel che è certo è che un ministro in carica che si rivolge al “popolo” di YouTube l’Italia ancora lo doveva vedere. Ecco quindi qui sotto il video, distribuito naturalmente senza restrizioni:

    http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1818377&r=PI

    Uhm… credo che alle prossime elezioni il partito l’ “Italia dei Valori” prendera’ almeno un voto in piu’.
    Grande Tonino!

  • Passaporto elettronico a rischio clonazione, i dati scaricabili dal microchip


    Lo sostiene un’inchiesta della Bbc che ha effettuato un test, in cinque minuti è possibile replicare il documento digitale.
    Il lettore che cattura le informazioni si acquista su eBay a 200 euro.

    IL PASSAPORTO elettronico è ad alto rischio clonazione. La denuncia viene dalla Bbc che, attraverso un test, è riuscita a catturare con una certa facilità le informazioni contenute nel microchip del documento di identificazione personale introdotto in Europa dopo l’11 settembre.
    Il passaporto testato dal network televisivo è quello britannico, ma la Bbc allarga i rischi anche ai documenti di identificazione degli altri paesi Ue citando la denuncia di un gruppo di ricercatori che ha già sottoposto il problema alle istituzioni di Bruxelles.
    Per clonare il passaporto Bbc ha impiegato cinque minuti. Come, è presto detto. Il chip contenuto nel documento digitale è una sorta di codice a barra che può essere letto attraverso frequenze radio a breve distanza. Una caratteristica che ha dei vantaggi, ma anche dei difetti. Gravi, per la Bbc.
    In particolare perché il codice permette di scaricare i dati personali contenuti nel passaporto, grazie a un lettore che si acquista su eBay a 200 euro. Una volta trasferiti i dati su un chip vergine è facile avere a disposizione un passaporto digitale clonato.
    Nonostante il ministero dell’Interno, interpellato dalla Bbc, neghi che clonare un passaporto digitale sia così semplice e alla portata di tutti (in quanto il microchip contiene solo una parte delle informazioni che rendono unico il singolo documento), la rete tv insiste nella sua denuncia. Spiegando che sono molti gli esperti che hanno sollevato il problema della sicurezza dei dati sostenendo che non è troppo tardi per correggere il difetto.

    Se ti fregano una password, o un pin code, li puoi cambiare, ma se ti fregano le impronte digitali…

  • Berlusconi, viaggio negli Usa per curarsi forse è a Cleveland “per accertamenti”


    Da Bossi durante il comizio rivela il segreto con parole affettuose per l’alleato, poi Bonaiuti, portavoce dell’ex premier precisa: “E’ già lì, ma farà solo degli esami”.
    La destinazione dovrebbe essere il centro di cardiologia dell’Ohio, diretto dall’italiano Natale, uno dei migliori d’America.
    MILANO – Berlusconi negli Usa per accertamenti medici: e Bossi gli fa gli auguri dal palco. Durante la manifestazione della Lega contro il governo e il centrosinistra a Milano, il senatur ha detto: “Berlusconi è andato in America a farsi operare, facciamogli un applauso, mandiamogli i nostri auguri. Torna presto e guarisci”.
    In serata è arrivata una conferma, a questo punto obbligata, per bocca del portavoce del leader di Forza Italia: “Il presidente Berlusconi è negli Stati Uniti per sottoporsi ad alcuni accertamenti medici già previsti”, ha detto Paolo Bonaiuti. Quando i cronisti gli chiedono se è già arrivato negli Usa, precisa: “E’ arrivato oggi”. E poi taglia corto: “State tranquilli – afferma, entrando a Palazzo Grazioli – vi terremo informati”. repubblica.it

    Non e’ semplicemente vergognoso? Ha passato anni a tagliare i fondi alla sanita’, ed ora va all’estero a farsi curare, beh, lui se lo puo’ permettere… Bravo Silvio, ed Auguri!

  • Che cosa sta’ facendo fini?


    se lo chiede Guerrilla Radio sul suo sito… fa il saluto a Romano?

  • 2 Dicembre, che bella gente!


    Ero a Roma per motivi personali, ed ho sfortunatamente incrociato il corteo della Casa delle Liberta’… E tra bandiere Forza Italia ed Alleanza Nazionale, sventolavano bandiere della pace, con simboli fascisti, e quella di israele… ?!?!
    Ma questa gente sapeva per cosa manifestava, quali sono le linee dei partiti per i quali sfilano, e quali siano stati i punti del programma del passato Governo Berlusconi e della Casa delle Liberta’?
    Sembra ci sia un po’ di confusione… alcune cose su la finaziaria del Governo Prodi.
    Quando aumentano le tasse, i soldi presi vanno a finire nell casse dello Stato, e non nelle tasche dei politici. Questi soldi poi arricchiscono lo Stato stesso, dandogli risorse per poter completare opere pubbliche o risanare qualche settore che non va.
    Giusto sarebbe pagare tutto quello che c’e’ da pagare, e poi non pensarci piu’, invece che cambiare sistema di tasse ogni anno…
    Anche tutto il casino TFR (Ti Frego i Risparmi) in realta’ non c’e’. Il dipendente puo’ decidere se lasciare i soldi all’azienda (che notoriamente da’ interessi infimi) o investirli in qualche sistema pensionistico integrativo (che danno rendite ben superiori).
    Dicono che aumentano le tasse, in realta’ non e’ cosi’ per redditi sotto i 48mila euro, che comunque dovrebbero pagare 50 euro in piu’ al mese… quindi vuole dire che chi guadagna 4mila euro al mese deve pagare 50 euro in piu’ di tasse… quindi viene da pensare che chi ha partecipato lo ha fatto perche’ gudagna piu’ di 4mila euro la mese…
    Inoltre, e’ certo che Forza Italia – Berlusconi hanno pagato il pranzo (prodotti tipici ed altro) ed i pullman, e si vocifera che abbia partecipato nelle spese di pernottamento dei manifestanti… beh, cosi’ e’ facile manifestare… e che molta gente non sapeva neanche perche’ era li’, o vi partecipava per altri motivi…

  • Mitrokhin, chi era costui?


    Non so se vi ricordate…. qualche hanno fa era scoppiato il caso Mitrokhin, dove tra le carte un ex archivista del KBG, servizio segreto russo ai tempi della grande URSS, si segnalavono ingerenze dell’ URSS, appunto, nei governi europei (cosa che comunque gli USA fanno ancora, ma questo e’ un’altro discorso). Il tutto poi sfocio’ in una “Commissione Mitrokhin”, che porto ad un bel fico secco.
    Bene, Dopo anni, si scoprono delle intercettazioni di telefonate “tra il consulente della Mitrokhin e Guzzanti” con dentro “le manovre per fare del premier (Prodi) un uomo di riferimento del Kgb”.
    Vergogna Senatore Paolo Guzzanti, vergogna!

    “Così incastreremo Prodi”il piano Scaramella-Guzzanti
    LE INTERCETTAZIONI. Nelle telefontate tra il consulente della Mitrokhin e Guzzanti le manovre per fare del premier un uomo di riferimento del Kgb. Le trappole emergono dal lavoro dei pm di Napoli.

    Nella lingua inglese, c’è un’efficace formula per definire il piano preparato nei segreti della “Commissione Mitrokhin” contro Romano Prodi. La formula è character assassination, la distruzione della reputazione, l’annientamento della sua credibilità, l’assassinio di una persona non nel suo corpo, ma nella sua identità morale, professionale, sociale. Il senatore Paolo Guzzanti è determinatissimo a trovare elementi che possano diventare, una volta pubblici, la tomba politica dell’antagonista di Silvio Berlusconi. Li chiede, li invoca, li pretende, dal suo consulente privilegiato Mario Scaramella e il “professore” non lesina al presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta occasioni, opportunità posticce, piani di aggressione privilegiati e subordinati. Prodi deve diventare l’uomo di fiducia del Kgb in Italia. Potrebbe non bastare e, allora, il “professore” consiglia al senatore di autorizzare altre manovre. Nella Repubblica di San Marino si possono creare le condizioni per accusare Prodi di essere finanziato da Mosca attraverso la Cassa di Risparmio e, da qui, a Nomisma. La confezione di questi falsi documenti sarebbe dovuta finire sul tavolo del procuratore di Bologna. Se le testimonianze, raccolte dai transfughi del Kgb in Europa, non dovessero essere sufficienti, il “professore” si dichiara disponibile a raccogliere direttamente a Mosca altri dossier del Kgb compromettenti.

    Forte di una lettera del ministro degli Esteri Gianfranco Fini, dovrebbe però avere il placet del “Capo” per evitare problemi con Vladimir Putin. Infine, le Coop. Si potrebbe organizzare un’evidenza del loro legame con la criminalità organizzata. Una convergenza d’interessi che si consuma nell’indifferenza, tutta politica, delle “toghe rosse” della procura di Napoli. Un bel piano, no, alla vigilia delle elezioni.

    Paolo Guzzanti mostra sempre grande entusiasmo per le fantasiose trovate del suo collaboratore. Che appare molto interessato a capire, anche per il suo futuro professionale, qual è la parte in commedia di Silvio Berlusconi. Guzzanti, come leggeremo, lo rassicura: “… Annuiva gravemente… Ha voglia di giocare all’attacco”.

    La storia delle trappole preparate dentro il Parlamento con i poteri speciali attribuiti a una commissione di inchiesta contro Romano Prodi, allora candidato premier, a soli tre mesi dalle elezioni, si può, in fondo, raccontare con due sole telefonate tra quelle intercettate per ordine della Procura di Napoli, oggi nel fascicolo trasmesso al pubblico ministero di Roma.
    La prima telefonata ci racconta come potessero apparire buffi, grotteschi, ridicoli, i tentativi di Mario Scaramella agli occhi di chi, tra gli altri, avrebbe dovuto accreditare le sue frottole. Come l’ucraino Aleksander Talik.

    Il 5 gennaio 2006, conversando con la moglie, le dice: “Tu capisci? Mario sembra un bambino. È tutta una cosa che non quadra. Io non capisco niente, sembra un gioco. Tutte queste storie sul Kgb, sugli attentati. Mi fa schifo tutto questo. Io non capisco tutte queste combinazioni stupide. Non capisco proprio la ragione di queste cose. Mario mi porta questo che ha scritto Andreij (Andreij Ganchev, interprete ufficiale della commissione Mitrokhin). Ma chi è Andreij? Andreij può scrivere quello che vuole, dico io. Per me ha lo stesso valore che scrivere su un muro che Aleksander è scemo. È la stessa cosa. Che senso ha tutto questo? Mario ha nominato alcuni personaggi: grandi colonnelli, eccetera. Dice che Andreij ha dato le informazioni a questo colonnello del Fsb. Ma dico io: questo colonnello non ha niente da fare che scrivere queste cose deliranti? Delirio assoluto, incomprensibile. Mi capisci?”. La saggia moglie, Natasha, la fotografa con concretezza con un paio di parole: “Sasha, loro hanno semplicemente inventato questa storia”.

    I fabbricanti della storia inventata li si può vedere all’opera qualche giorno dopo. E’ il 28 gennaio del 2006. Sono le 10 e 59 minuti. Paolo Guzzanti e Mario Scaramella discutono per 21 minuti e 37 secondi.
    Mario Scaramella: “Il segnale che io ho avuto è questo: non c’è un’informazione Prodi uguale agente Kgb, ma parliamo di “coltivazione”, contatti”.
    Paolo Guzzanti: “Coltivazione è abbastanza, eh?!”.
    Scaramella: “Per me, è moltissimo. È quello che mi viene detto. A questo punto, non pretendete una dichiarazione da chicchessia che dica “Prodi è un agente””. Guzzanti: “Perché, “coltivato” invece si?”.

    Il problema del senatore e del suo collaboratore è chiaro. Non possono accusare Romano Prodi di essere un agente e dunque ripiegano su una formula meno assertiva, ma più malignamente suggestiva. Romano Prodi è stato un uomo “coltivato” dal Kgb. Il problema dei due signori è di costruire un supporto di testimonianze che regga in pubblico, perché, come dice Guzzanti, “non è una lite tra giornali, qui si finisce poi in tribunale”. Tocca a Scaramella trovare il testimone chiave. Vladimir Bukovskij (intellettuale dissidente riparato a Londra, scambiato dai sovietici nel 1976 con il comunista cileno Luis Corvalan) si è chiamato fuori con una considerazione che non fa una piega “Se attacchiamo politici occidentali, quando non abbiamo documenti, poi perdiamo credibilità, anche quando invece abbiamo i documenti”. “Comunque – racconta Scaramella a Guzzanti – non arriviamo a dire che Prodi è un agente del Kgb in questi termini. Quello che è certo è che i russi consideravano Prodi amico dell’Unione Sovietica”.

    Guzzanti si infuria: “Scusa Mario, abbi pazienza! Per me, agente o “coltivato” va bene. “Amico dell’Unione Sovietica” non significa un cazzo! Che mi frega a me? Che ti pare una notizia, “Prodi amico dell’Unione Sovietica”? Ci aveva pure [rapporti] con l’Istituto Plecanov. Mi stai a prendere per il culo, scusa? “Coltivato” a me va benissimo, perché l’espressione “coltivato” significa quel che significa nel linguaggio di intelligence”.

    A questo punto, il “professore” propone come testimone chiave Oleg Gordievskij (ex colonnello del Kgb, riparato a Londra nel 1985, autore con Cristopher Andrew de “La Storia segreta del Kgb”). Ma c’è una difficoltà. Oleg non ne vuole sapere di mettere tra virgolette “Prodi agente del Kgb”, perché “questo non è accaduto”, dice. Scaramella però conviene che si può lavorare sul discorso di “coltivazione”. Guzzanti gli spiega gli essenziali passaggi che deve documentare per la commissione. “Mario, scusami, do alle parole l’importanza delle parole. Allora, in quella cosa lì si dice: “Award man” (la trascrizione fonetica tradisce verosimilmente un “our man”, un “nostro uomo” con “award man” che significherebbe “uomo premio”). Tu pronunci la sigla e quello dice “Yes!””.
    Scaramella: “Certo, certo”.
    Guzzanti: “Punto e basta! Non voglio sapere altro! L’unica domanda è: queste frasi sono confermate e confermabili?”.
    Scaramella: “Assolutamente sì”.
    Guzzanti: “E allora questo è l’unico punto, ma mi serve certificato e marca da bollo”.

    Scaramella ha ora capito in che solco si deve muovere e, volenteroso, non si risparmia. Dice: “Anche più di quello. Con questo meccanismo si può arrivare a dire: “Sì, io so che [Prodi] era in contatto con gli ufficiali del V dipartimento [del Kgb], con i… con un ufficiale del servizio A… Eh, la notizia viene specificata”. Scaramella è ora entusiasta. Un fuoco d’artificio. Ha capito che cosa può far felice il “Capo”.
    Scaramella: “Capo, il discorso è questo: non c’è dubbio sull’autenticità, la veridicità e la confermabilità delle dichiarazioni”.
    Guzzanti: “Io voglio che lui…”.
    Scaramella: “Quello che ha detto non lo dice, questo è il punto… Quella mezza parola in più rispetto a quello che ha detto, lui alla fine dice: “Era sotto coltivazione come promettente obiettivo di…””.
    Guzzanti: “Questa è una cosa di cui non me ne frega niente! Io voglio sapere se lui non smentirà mai di aver detto quello che ha detto. Punto! La “coltivazione”… il IV dipartimento… queste possono essere successive cose. Io devo poter dire: “Il signor O. G. (Oleg Gordievskij), parlando del signor R. P. (Romano Prodi) dice così. Punto!”.
    Scaramella: “Io non sono in grado oggi di dire se lui è in grado di ripeterlo. Lo ha detto e lo conferma”.
    Guzzanti: “A me mi basta che lui non smentisca di averlo detto!”.
    Scaramella: “Quel che ci abbiamo è acquisito, Capo, senza possibilità di manipolazioni”.

    Definiti i passaggi successivi del piano, Scaramella cerca di capire da Guzzanti, il suo “Capo”, qual è l’opinione del “Capo” di Guzzanti su quel che stanno cucinando. A chi pensare se non a Silvio Berlusconi? Proprio al presidente del Consiglio in carica in quel gennaio 2006, sembra far riferimento il senatore di Forza Italia quando informa il consulente di come sono andate le cose.

    Scaramella: “Tu hai qualche dettaglio in più dell’incontro con il Capo?”.
    Guzzanti: “La notizia ha avuto un forte impatto. Io quando vado da lui gli dico le cose a voce ma, contemporaneamente, gli metto sotto il naso un appunto scritto in cui ci sono le stesse cose che gli sto dicendo e nell’appunto scritto – che lui s’è letto e riletto sottolineando i punti salienti, scrivendo 1, 2, 3, come fa lui – ci sono le cose di cui abbiamo parlato come futuro… Annuiva gravemente, come uno che non solo è…, anzi, quando io ho detto: “Sai, il problema di questa faccenda è che, se noi andiamo a un processo, poi è una (parola incomprensibile)… è una cosa in cui dobbiamo dimostrare ciò che diciamo”, e lui, sorprendendomi un po’,… però ho capito che ha voglia di giocare all’attacco. Ha detto: “Beh, un momento! Intanto però, li costringiamo a difendersi”. Questa l’ho trovata una reazione estremamente positiva. (…) E contemporaneamente io gli dico: “Guarda, … ti porto il risultato e quindi (frase incomprensibile)”.

    Scaramella ha ben chiaro che il gioco si è fatto grosso e, come sempre, vuole apparire il più determinato tra i giocatori del pacchetto di mischia. Gordievskij va bene, ma per andare sul velluto gli sembra una buona idea organizzare anche manovre subordinate e di sostegno al piano principale.
    Scaramella: “Io lavoro a blindare quel po’ che abbiamo. Se serve di più io ho dei canali (…) Ce ne sono tre possibili: 1) Stati Uniti, dove c’è stato abbastanza chiaramente detto tutto quello che era gestito in un modo, poi è diventato friendly dall’altra parte. Quindi ci sono dei seri limiti, però forzabili. 2) San Marino. San Marino ha una banca puttana che è quella che fa le cose sporche: è la Cassa di Risparmio. Tu saprai certamente che Nomisma ha delle sostanziali quote in Cassa di Risparmio, cioè la Cassa di Risparmio è proprietaria di una buona fetta di Nomisma”.
    Guzzanti: “Sì”.
    Scaramella: “Io so che i collegamenti finanziari che ci sono stati in passato sono stati anche tramite San Marino. Allora c’è un canale proprio di indagine da cui possono uscire degli elementi anche di esposizione. Mò ho, per esempio, lunedì, con la Procura di Bologna che, indirettamente, potrebbe diventare recipiente di alcune informazioni, non dirette, ma indirette”.
    Guzzanti: “Quando ce l’hai l’incontro?”.
    Scaramella: “Con De Nicola (procuratore di Bologna ndr.) ce l’ho lunedì a Bologna alle 11. Allora potrebbe essere, non direttamente, non esplicitamente facendo i nomi, ma dando la pista: “Guardate i soldi di Mosca. Dalla Cassa di Risparmio finiscono in primarie società”. E si arriva a Nomisma. È un altro di quei passaggi che poi un domani, al livello giudiziario…”.
    Guzzanti: “Certo”.
    Scaramella: “Il terzo [canale] è frontale. (…) Ho la possibilità di accesso a questi documenti a Mosca, legalmente (…) E’ una cosa diversa dalla rogatoria”.
    Guzzanti: “Lì mi pare che Vladimir (Bukovskij) ti ha detto “vai da questi”, no? O te lo ha detto Oleg (Gordievskij)?”.
    Scaramella: “L’ha detto proprio Oleg. Oleg ha detto: “Vai e dai 200 dollari a qualcuno…””.
    Guzzanti: “Sì, sì, sì”.
    Scaramella: “Non ti sfugge il livello di esposizione di chi si va a prendere, non autorizzato, le informazioni in un momento così delicato con i russi. Cioè, io lo so fare e lo faccio bene e lo faccio immediatamente”.
    Scaramella è preoccupato di andarsene a Mosca a contattare agenti del Kgb, a chiedere loro – in cambio di soldi – documenti riservati senza un ombrello politico o diplomatico.
    Guzzanti: “E convocare un ufficio di presidenza [della Commissione]?”.
    Scaramella: “Quello non serve, scusami, perché io ho già la delega dell’ufficio”.
    Guzzanti: “E allora?”.
    Scaramella: “Voi mi avete già contattato… e Fini (allora ministro degli Esteri, ndr) ha scritto all’ambasciata. Si può fare questo passaggio. Va bene”.
    Guzzanti: “Ma i tempi? Tutto deve essere consegnato al più tardi per venerdì prossimo”.
    Scaramella: “Per il 10, eh? E allora mi organizzo questa settimana di andare a Mosca (…) Se puoi fare tu un passaggio, visto che noi abbiamo la lettera di Fini che dice: “Ho dato istruzioni…”, si potrebbe fare lunedì un passaggio. Io vado da martedì, mercoledì. Vado a Mosca e torno con un bottino anche più grasso dell’agenzia ecologica. La missione giustifica comunque anche l’accesso a tutta una serie di canali che poi sono anche miei. (…) E quindi, superiamo Oleg. Oleg diventa la fonte che ha indicato e poi uno ha approfondito. E… se il tuo Capo, come dire, va poi… che in teoria si potrebbero urtare suscettibilità del governo russo, questo è il punto. Per me, non c’è nessun problema. È sostenibile, poi, dopo, questo passaggio?”.
    Guzzanti: “È chiaro che se tu stai facendo una cosa e ci… qualsiasi problema sarebbe risolto per via immediata con un colpo di telefono a (nome incomprensibile)”.

    Non si sa come è finita. Non si sa se Scaramella è andato a Mosca. Non si sa se nella capitale russa ha confezionato qualche altro dossier farlocco. Non si sa se da Roma – autorevolmente, si presume – una telefonata abbia lubrificato le sue iniziative. Come toccherà alla Procura di Roma accertare se Paolo Guzzanti è consapevole della buffonesca cospirazione di Mario Scaramella o ne sia, al contrario, soltanto uno sprovveduto, anche se divertito, allocco giocato con il trucco delle tre carte dal solito furbissimo napoletano cialtrone. Perlomeno in un caso, gli ingenui intrappolati nelle grottesche trame di Mario Scaramella sono due: Paolo Guzzanti e Silvio Berlusconi. Nel variopinto mazzo di carte offerte da Scaramella, il Senatore e il Presidente “spizzano” un jolly falso.
    Scaramella: “… Questa questione riguarda un personaggio che è presidente delle Coop rosse. Attualmente ha tutta una serie di lavori in corso con i Ds, per i Ds, posizioni formali di impegno politico, è stato giudicato per associazione mafiosa ed è persona direttamente coinvolta nelle indagini che riguardano il materiale nucleare a Rimini. Quindi ci sono elementi oggettivi di appartenenza alle cooperative rosse, di associazione mafiosa, dichiarata da una sentenza definitiva e di lavori che riguardano le indagini su tutta questa roba che ci stanno raccontando gli ufficiali stranieri…”. Questo diceva Mario Scaramella il 27 gennaio. Il 2 febbraio, intervistato da “Telecamere”, Berlusconi gridava: “Agli atti di un processo in Campania, il presidente di una cooperativa ha denunciato che i soldi erano di provenienza della criminalità organizzata. Di questo, erano al corrente esponenti del partito. Una certa magistratura ha fatto si che si arrivasse a una prescrizione”.
    (1 dicembre 2006) ” repubblica.it

  • Au revoir Philippe!


    E’ morto Philippe Noiret, monumento del cinema d’autore. Aveva 76 anni, ed era malato da tempo. In mezzo secolo di carriera, oltre 130 film, quasi tutti di grandi registi. In Francia come in Italia. Il cordoglio di Monicelli, che lo diresse in “Amici miei” e “Speriamo che sia femmina”: “Un attore di qualità, di una razza in via d’estinzione
    PARIGI – E’ morto oggi (23 Novembre 2006), dopo una lunga malattia, il grande attore francese Philippe Noiret. Lo ha annunciato il suo agente. Aveva 76 anni. Fra i tanti ruoli della sua lunga carriera (130 film in cinquant’anni), all’insegna della grande qualità, al pubblico italiano sono particolarmente cari quelli del proiezionista di Nuovo Cinema Paradiso, regia di Giuseppe Tornatore, e di Pablo Neruda nel Postino di Massimo Troisi.
    Nato a Lille in Francia il primo Ottobre 1930, Noiret studia ecitazione con Roger Blin, quindi entra al Théatre National Populaire (TNP) di Jean Vilar, dove lavora per una decina d’anni, coltivando parallelamente il cabaret assieme a Jean-Pierre Darras.
    Il suo esordio al cinema – nel 1956, in La pointe courte di Agnes Varda – ha un sapore del tutto occasionale; ma trascorsi altri cinque anni, la sua figura comincia ad apparire con frequenza via via crescente sugli schermi del cinema francese, seppure ancora in ruoli secondari. Nel 1960 è lo zio di Zazie in Zazie nel metrò di L. Malle, nel 1961 recita in Tutto l’oro del mondo di René Clair, nel 1965 è in Parigi brucia? di
    Clément (per citare i nomi più noti).
    Nel 1969 è accanto a Michel Piccoli in Topaz di Alfred Hitchcock. Ma la vera popolarità arriva negli anni 1970, quando interpreta uno dei quattro amici che vogliono suicidarsi a furia di cibo e sesso in La grande abbuffata di Marco Ferreri (1973), con il quale gira l’anno seguente Non toccare la donna bianca. Sempre nel 1974, sostiene con successo il ruolo drammatico offertogli da Bertrand Tavernier in L’orologiaio di Saint-Paul, riconfermando le sue capacità interpretative l’anno successivo nel Giudice e l’assassino e Che la festa cominci, ancora di Tavernier.
    A partire dal 1975, quando recita in Amici miei di Mario Monicelli, la sua carriera si divide tra la Francia e l’Italia. Nel nostro Pese, infatti, nell’arco di tre lustri interpreta diversi film d’autore, a partire dal Deserto dei tartari di Valerio Zurlini (1976) per arrivare a Dimenticare Palermo di Francesco Rosi (1990), passando per I tre fratelli di Rosi (1981), Speriamo che sia femmina di Mario Monicelli (1986), La famiglia di Ettore Scola (1987) e Nuovo cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore (1988).
    In patria continua la collaborazione con Tavernier in Colpo di spugna (1981) e La vita e niente altro (1989). E anche dagli anni Novanta in poi la sua carriera continua a non conoscere sosta, sia in patria che all’estero. Sul piccolo e sul grande schermo.
    Ma basta già questo lungo elenco di film per comprendere la portata del suo contributo al cinema. Che adesso, con la sua morte, è in lutto. Tra i commenti più toccanti quello del novantunenne Mario Monicelli: “Era una razza d’attore in via di estinzione, che purtroppo sta scomparendo in tutto il mondo – dice il regista – di grande qualità, che veniva dalla vecchia scuola e dal teatro. Ed è stato anche un grande amico dell’Italia. In tanti film italiani interpretò i nostri personaggi con grande disinvoltura e verità”.
    Monicelli ricorda di aver avuto con Noiret “rapporti non solo di lavoro: eravamo amici. Ancora mi ricordo quando lo chiami per Amici miei per fargli interpretare un caporedattore della ‘Nazione’, un toscanaccio che lui riuscì a rendere credibile”.” repubblica.it

  • Corvaglia si spoglia per “Max”, Iacchetti la lascia.


    “”O me o il calendario”. Dopo 5 anni di fidanzamento Enzo Iacchetti ha dato l’ultimatum all’ex velina Maddalena Corvaglia. Ma la show girl non ha ceduto al ricatto e per la prima volta ha posato senza veli per i 12 mesi mozzafiato di Max. Quindi fidanzamento in frantumi e foto senza veli per la gioia dei suoi ammiratori. “Per anni ho detto no a questo tipo di proposta – ha spiegato Maddalena – volevo fare un mio percorso, distinguermi. Oggi che ho preso una mia strada ci può anche stare”” tiscali.it

    “Davvero e’ successo questo? Davvero parole di quelli sono?
    Estiqaatsi… pensa… che e’ bello che giovane squaw prenda decisioni difficili anche se perde suo papus.”

  • Google News nel mirino. Per le foto.


    Questa volta a prendersela col servizio di Google sono gli editori norvegesi secondo cui la pubblicazione di miniature di fotografie su Google News viola i propri diritti e le leggi del paese
    Roma – Può sembrare incredibile che una testata online rifiuti l’inserimento di propri link nel servizio di news di Google, come avvenuto in Belgio, ma di certo stona con le opportunità della rete la protesta di alcuni editori norvegesi, secondo cui Google abusa del loro materiale senza autorizzazione, in particolare dei contenuti fotografici.
    Pandia racconta come l’associazione delle media company norvegese, Mediebedriftenes Landsforening, abbia diffidato Google dall’inserire nel servizio localizzato di news, Google News Norway, immagini e foto protette da diritto d’autore.
    Se in Belgio erano stati presi di mira i link associati ad un titolo e a una o due righe di testo, gli editori norvegesi spostano la contesa con Google News su un nuovo piano meno “esplorato” dalle normative sulla stampa. A pensarla come gli editori è anche Terje Bringedal, dell’associazione dei fotografi per la stampa norvegese, secondo cui Google sa che utilizzare una foto senza il permesso dell’autore equivale ad un furto. Poco importa se le foto riprodotte siano perlopiù miniature che linkano direttamente al sito da cui sono tratte.
    Il blogger Dagens Noringsliv segnala come Google non condivida l’impostazione degli editori e un portavoce dell’azienda ha fatto notare come arrivino molte più segnalazioni da parte di quelle testate che non vengono incluse in Google News piuttosto che da chi non vorrebbe apparirvi.
    Sebbene sia possibile che Google receda dalla pubblicazione ulteriore di foto, il colosso di Mountain View ha già sospeso la pubblicazione di Google News in Danimarca, dove l’associazione della stampa Danske Dagblades Forening ha avvertito che procederà per vie legali se Google non raggiungerà accordi dedicati con ciascun editore.
    Situazione complessa, dunque, e Pandia sottolinea l’importanza, in questa situazione, di tenere separate le due questioni: il link e l’uso di fotografie. Come a dire che di quest’ultimo si può discutere ma che la libertà di link, invece, dev’essere garantita. D’altra parte la natura più intima del web è proprio quello: un oceano di link.” http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1774561&r=PI

    Un controsenso, in un sistema, dove essere al primo posto nelle indicizzazioni dei motori di ricerca, viene pagato con milioni di euro, la richiesta di essere estromessi da Google News e’ alquanto stupida ed in controdendenza.
    Se non fosse per Google News, che utilizzo moltissimo, non visiterei mai i siti de “il resto del carlino”, “il giornale”, “modena 2000”, “corriere canadese”, etc… ma solo quello de “La Repubblica“.

  • Diventa reato tenere in vita il malato a ogni costo

    “Londra – Rischieranno il carcere i medici britannici che praticheranno l’accanimento terapeutico. Questo almeno è ciò che prevede il Mental Capacity Act, un nuovo pacchetto di leggi in vigore in Gran Bretagna dalla prossima primavera, destinato a regolamentare la condotta «etica» di medici, infermieri e assistenti sociali. Tra le novità della riforma, promossa dal ministro della Giustizia Lord Falconer con il pieno sostegno di quello alla Sanità Patricia Hewitt, quella che sta già facendo molto discutere è l’intenzione del governo laburista di dare potere legale alle volontà dei pazienti che, in piena facoltà d’intendere e di volere, abbiano lasciato una disposizione scritta in cui si esprime il desiderio di non venire tenuti in vita artificialmente.” ilgiornale.it

    Piu’ che giusto. Io sono contro l’accanimento terapeutico.

  • Il decreto diventa legge, distruzione delle illegali

    “Roma, 19 novembre 2006 – Distruzione degli atti disposta dal gip, sanzioni penali per chi detiene «consapevolmente» le intercettazioni raccolte illecitamente, e pecuniarie per chi le pubblica. Sono queste le principali novità introdotte dal decreto sulle intercettazioni illegali, messo a punto dal Governo dopo lo scandalo degli ‘spioni’ Telecom e convertito in legge dalla Camera, che ha confermato le modifiche apportate al testo dal Senato.
    DISTRUZIONE – Per tali documenti, così come per i dossier formati attraverso la raccolta illegale di informazioni, il pubblico ministero «dispone l’immediata scarcerazione e la custodia in luogo protetto»: di essi, prevede la norma, «è vietato effettuare copia in qualunque forma e in qualunque fase del procedimento ed il loro contenuto non può essere utilizzato». Entro 48 ore, poi, il pm deve chiedere al giudice per le indagini preliminari di disporne la distruzione: quest’ultimo, dunque, entro le successive 48 ore, deve fissare l’udienza da tenersi entro 10 giorni «dando avviso a tutte le parti interessate, che potranno nominare un difensore di fiducia». Sentite le parti, il gip «legge il provvedimento in udienza e, nel caso in cui disponga la distruzione dei documenti, vi dà esecuzione subito dopo alla presenza del pm e dei difensori». Delle operazioni di distruzione va redatto un verbale «in cui si dà atto – dispone la legge – dell’avvenuta intercettazione o detenzione o acquisizione illecita dei mezzi usati oltre che dei soggetti interessati, senza alcun riferimento al contenuto degli stessi atti, dati e documenti».
    SANZIONI – Il provvedimento approvato oggi prevede inoltre la reclusione da 6 mesi a 4 anni per chi detiene «consapevolmente» intercettazioni illegali. Se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di pubblico servizio, le pene sono più severe, da uno a 5 anni di carcere. Nel caso in cui il contenuto di intercettazioni illecite venga pubblicato, a titolo di riparazione può essere richiesta all’autore della pubblicazione, al direttore responsabile e all’editore, in solido tra loro, «una somma di denaro determinata in ragione di 50 centesimi per ogni copia stampata, ovvero da 50 mila a 1 milione di euro secondo l’entità del bacino di utenza ove la diffusione sia avvenuta con mezzo radiofonico televisivo o telematico». In ogni caso, l’entità della riparazione «non può essere inferiore a 10 mila euro». L’azione riparatoria potrà essere proposta da tutti coloro a cui le intercettazioni illecite fanno riferimento, e la prescrizione interverrà a 5 anni dalla data di pubblicazione.
    ilrestodelcarlino.quotidiano.net

    E Mastella ha anche candidamente detto “cosi’ gli italiani sono al sicuro”… sara’, ma a me non intercettano. Le intercettazioni telefoniche non vengono fatte a tutti, ne’ vengono pubblicate se non sono compromettenti. Mastella Vergogna! Altro che governo Prodi, dovrebbero chiamarlo “Governo Forza Unione”, perche’ fino ad ora stanno solo mantenendo lo status quo ed i privilegi acquisiti.

  • La Fao ammette il fallimento,”La fame nel mondo aumenta”


    “ROMA – L’obiettivo di dimezzare il numero di persone che soffrono la fame entro il 2015 è lontano, sempre più lontano, praticamente irraggiungibile. Il Rapporto annuale sullo Stato di insicurezza alimentare nel mondo (Sofi), diffuso oggi dalla Fao, ammette: “In dieci anni, in pratica, non è stato fatto alcun progresso verso l’obiettivo di dimezzare il numero di sottoalimentati nel mondo”. Già in occasione della “Giornata mondiale dell’alimentazione”, lo scorso 16 ottobre, il direttore generale dell’organizzazione, Jacques Diouf, aveva reso note alcune cifre allarmanti, ma i risultati del Sofi mostrano come in alcune zone – tra queste l’Africa – la situazione non solo non è migliorata, ma è in peggioramento.” repubblica.it ticinonline

    Io ho una soluzione per risolvere il problema, ci vogliono piu’ guerre! Basta chiedere agli USA di attaccare qualche paese o fomentarne la guerra civile, loro sicuramente accetteranno.

  • Sette domande sulla riforma del Tfr.

    1) Quali sono le alternative che si pongono ai lavoratori dal 1° gennaio 2007?
    R. I lavoratori dipendenti hanno sei mesi di tempo per scegliere se far affluire il Tfr che maturerà dal 1° gennaio 2007 al fondo pensione di categoria, oppure lasciarlo in azienda (in questo caso, se l’azienda ha più di 50 dipendenti, il Tfr andrà all’Inps).

    2) Cosa succede nel caso in cui il Tfr rimanga in azienda o vada all’Inps?
    R. In entrambi i casi il lavoratore riceverà in un’unica soluzione tutta la liquidazione quando andrà in pensione.

    3) Cosa succede nel caso in cui il Tfr vada in un fondo pensione?
    R. Al momento della pensione il lavoratore potrà scegliere tra una rendita vitalizia calcolata sull’intero ammontare del Tfr oppure la liquidazione una tantum del 50% e una rendita calcolata sul rimanente 50%. Questa rendita dovrà servire a integrare la pensione che, col metodo di calcolo da poco in vigore (contributivo) ammonterà al 30/40 per cento dell’ultimo stipendio.

    4) Cosa succede del Tfr già maturato, fino al 31 dicembre 2006?
    R. Viene liquidato secondo le regole attualmente vigenti.

    5) E’ possibile chiedere un anticipo sul Tfr nel caso in cui questo vada all’Inps?
    R. Sì, valgono le stesse regole che per il Tfr trattenuto in azienda (pertanto, per esempio, si può chiedere l’anticipo del 75% del Tfr maturato dopo otto anni di anzianità aziendale nel caso di acquisto della prima casa).

    6) E’ possibile chiedere un anticipo del Tfr nel caso in cui questo vada al fondo pensione?
    R. Secondo i regolamenti dei fondi pensioni, la liquidità conferita deve essere mantenuta nel fondo per un certo numero di anni (in genere almeno 5/6). Fatta salva questa regola, i lavoratori hanno gli stessi diritti rispetto alla possibilità di chiedere anticipi qualunque scelta facciano.

    7) Cosa succede se un lavoratore cambia lavoro rispetto al Tfr versato in un fondo e rispetto a quello rimasto in azienda o trasferito all’Inps?
    R. Se il Tfr rimane in azienda o va all’Inps viene liquidato alla cessazione del rapporto di lavoro, qualunque ne sia la causa. Se era stato trasferito a un fondo, nel caso in cui il lavoratore lavori in un’azienda che si avvale di un altro fondo negoziale, ha diritto al trasferimento. Se il lavoratore rimane disoccupato o va in cassa integrazione, trascorsi sei mesi può chiedere al fondo la liquidazione del 50% della somma versata; trascorsi 48 mesi e permanendo la disoccupazione, può chiedere la liquidazione dell’intera somma.

    Fonte : Rosaria Amato – Kataweb

  • Nuovo braccio di ferro sui Suv. Dietrofront del governo, ma…

    “Dopo mille polemiche il governo ha soppresso con un emendamento al collegato fiscale la sovrattassa che aveva inserito sugli autoveicoli di peso superiore ai 2.600 chili, i cosiddetti Suv. Fine della discussione, fine di ogni protesta. Il popolo dei blog che ha sepolto di messaggi i siti di mezzo mondo, compreso il nostro, ha avuto la meglio? Difficile dirlo con certezza perché proprio in queste ore lo scontro è aperto in sede di approvazione della modifica alla norma della finanziaria. Quella di oggi sembra solo una vittoria momentanea: è chiaro che l’orientamento del governo è quello di colpire questo tipo di veicoli.” repubblica.it

    Che schifo! Troppo schifo! Il governo Prodi sta calando le brache davanti a tutto. Che delusione…
    La tassa sui SUV era ed e’ da fare.
    1)Il petrolio costa sempre di piu’, perche’ dunque fare automobili sempre piu’ pesanti ed che richiedono grandi quantita’ di carburante, e che fanno aumentare i consumi ed i costi?
    2)Le citta’ sono cngestionate dal traffico, al posto di vedere macchine sempre piu’ piccole, agili e facili da parcheggiare, ci ritroviamo con questi carriarmati che rubano il doppio del posto di parcheggio.
    3)L’inquinamento non viene fatto solo dal consumo di carburante, ma anche dai freni, che rilasciano polveri, come pure le gomme, etc… che cosa inquina di piu’, una cilindrata da 1000 o da 3000???
    4)Il peso medio di una persona e’ 70 chili… davvero dobbiamo usare un mezzo di trasporto che pesa piu’ di 2500 Kg???

    Odio i SUV.

  • E-mail violate, non è reato. Assolto datore di lavoro a Torino.

    “Spiare le e-mail dei propri dipendenti non è reato. Lo ha stabilito una sentenza di un giudice del tribunale di Torino dove si decideva sul caso di un datore di lavoro che ha letto la posta elettronica di un suo dipendente. Il manager è stato assolto perché, secondo il giudice, “i computer usati dai dipendenti sono da ritenersi equiparati ai normali strumenti di lavoro”.
    Seguendo questo elementare concetto, il giudice ha ritenuto “normale” che il datore di lavoro potesse entrare nella posta del suo dipendente per cercare infomrazioni a lui necessarie in un momento in cui il dipendente era a casa in malattia. I fatti sono accaduti alla Pilkington, un’azienda produttrice di vetri per auto con sede a Torino.
    Scoperta la corrispondenza del dipendente, tra cui secondo le accuse c’era anche della posta privata, il manager ha avviato la procedura per il licenziamento per avere scoperto materiale privato nella casella e-mail aziendale. Il giudice del lavoro però ha fatto riassumere il dipendente che a sua volta ha intentato una causa contro il datore di lavoro per l’intromissione nella sua sfera privata.
    Il giudice però, riferendosi allo spionaggio delle e-mail, è stato molto chiaro: “Il fatto non sussiste”. Secondo il tribunale i computer sono materiali in dotazione ai dipendenti e devono essere utilizzate unicamente per l’attività aziendale. Di conseguenza anche gli indirizzi e-mail sono intestati all’azienda stessa che possiede così “la possibilità di accedere a qualsiasi computer”. ” tgcom

  • La Libia acquista da Negroponte 1,2 milioni laptop per gli studenti

    “NEW YORK – Il governo della Libia ha raggiunto un accordo con una società non-profit statunitense che prevede la fornitura di 1,2 milioni di computer portatili a basso prezzo destinati agli studenti libici. Ne dà notizia il New York Times. Si tratta degli ormai noti laptop a basso costo nati per iniziativa di una delle figure di rilievo del Massachusetts Institute of Technology, Nicholas Negroponte, fratello del direttore dei servizi d’Intelligence statunitensi John Negroponte. Il suo progetto – ‘One Laptop per Child‘ (un computer per bambino) – ha il sostegno del Programma per lo Sviluppo dell’Onu. L’obiettivo è quello di fornire computer ai bambini in età scolare in tutto il mondo al costo di 100 dollari l’uno o poco più (in realtà il prezzo dovrebbe aggirarsi sui 140 dollari).” repubblica.it