Rapimenti, pirati, balordi. Il viaggio nei paesi a rischio che piace al turista spericolato ha i suoi costi, e se l’avventura finisce male sarà lui a dover pagare le spese dei soccorsi. La proposta l’ha fatta Francesco Rutelli in qualità di presidente del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza) al ministro degli Esteri Franco Frattini. Prime reazioni positive. Ma se ne discuterà in maniera più approfondita a fine mese, il 28, in un’audizione del capo della Farnesina a Palazzo San Macuto.
Viaggiare è sempre più facile, il mondo più complicato. Il turista fai-da-te che sceglie il pericolo non può contare sul risarcimento della collettività. È questa l’idea che ha mosso Rutelli, oltre quella di ribadire che lo stato non paga i riscatti: “Non far gravare sui contribuenti i costi derivanti da comportamenti irresponsabili”. Anche se, come è successo a Claudio Chiodi, rapito in Niger insieme a un gruppo di connazionali nel 2006, “le trattative le gestì la Fondazione Gheddafi e non risulta che sia stato pagato un riscatto, ma già allora la Farnesina ci disse che qualsiasi costo ci sarebbe stato addebitato”. repubblica.it
Io ci metterei pure dentro quelli che vanno a fare alpinismo e poi devono essere soccorsi...
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