Aborto, le donne in piazza, “Nessuno tocchi la 194”

Manifestazioni a Roma, Napoli, Milano, Bologna, cortei spontanei e sit-in. Momenti di tensione nella capitale: sfondato il blocco della polizia.
ROMA – Donne (e uomini) in piazza a Napoli, Milano, Roma, Bologna, sit-in e cortei in difesa della legge 194 e per protestare contro il blitz della polizia al Policlinico Federico II di Napoli per una presunta interruzione di gravidanza illegale. E’ stata la giornata della protesta, sfociata in cerrti casi anche in momenti di tensione. Come nella capitale, quando centinaia di manifestanti hanno sfondato lo schieramento delle forze dell’ordine per dirigersi verso il centro storico. La mediazione di parlamentari, in particolare di Franca Rame, ha contribuito a rasserenare il clima. Le manifestazioni hanno avuto le adesioni dei ministri Livia Turco, Giovanna Melandri, Paolo Ferrero, e di numerose associazioni, come l’Arcigay. E non sono mancati slogan e striscioni contro Giuliano Ferrara.

Tensione a Roma. Nella capitale gli incidenti sono iniziati quando le donne, riunite sotto il ministero della Salute per un sit-in, hanno forzato il blocco della polizia per dirigersi dal Lungotevere verso piazza Argentina. Lì si sono avuti i momenti più forti di tensione, con il fermo di una donna e il traffico bloccato da parte delle manifestanti. La strada è stata liberata quando la giovane fermata è stata rilasciata. Franca Rame ha invitato le donne a liberare la strada e, come atto pacificatore, ha baciato sulle guance un dirigente del commissariato di polizia. La manifestazione, alla quale – seecondo gli organizzatori – hanno partecipato quattromila persone, è poi proseguita in modo pacifico. In precedenza, il ministro Turco aveva incontrato le donne sotto il suo ufficio: “Quanto accaduto a Napoli non deve più succedere. Sono contenta che le donne siano qui – ha detto – per difendere una legge importante, applicarla bene e riaffermare un valore, quello della responsabilità e dell’autonomia delle donne”.

La protesta a Napoli. Alcune centinaia di donne hanno partecipato alla manifestazione indetta dall’Udi. Piazza Vanvitelli, nel quartiere del Vomero, è stata occupata da gruppi di donne dei partiti di sinistra e di movimenti femministi. Presenti anche le senatrici di Prc Lidia Menapace, Maria Luisa Boccia, Olimpia Vano e Erminia Emprin. Tra i parlamentaro, anche Raffaele Tecce e Tommaso Sodano (Prc) e Maria Fortuna Incostante (Pd). Cartelli e slogan contro il Vaticano, contro Papa Ratzinger e contro Giuliano Ferrara, definito “il talebano italiano”.

Corteo spontaneo a Bologna. E’ nato come un presidio, davanti al reparto di ginecologia del policlinico Sant’Orsola-Malpighi, è diventato un blocco del traffico e poi un corteo di diverse centinaia di persone che, partito da fuori le mura del centro storico, ha raggiunto piazza Maggiore. La protesta ha coinvolto donne e uomini di tutte le età: tanti i cartelli e gli slogan, è ricomparso anche lo storico “Tremate tremate / le streghe son tornate”, o “La 194 non si tocca / la difenderemo con la lotta”. Anche qui cori contro Giuliano Ferrara e contro l’arcivescovo di Bologna, Carlo Caffarra. Iniziato con alcune centinaia di persone, il corteo ha superato il migliaio di partecipandi. Fra questi, anche la parlamentare Katia Zanotti (Sd) e il collega Franco Grillini (Sdi).

Gli “indignati” a Milano. Anche a Milano erano centinaia le donne, e anche gli uomini, scesi in piazza San Babila per denunciare la loro “indignazione sia riguardo i fatti di Napoli, sia riguardo chiunque voglia toccare la normativa”. Analoga protesta si è tenuta davanti alla clinica Mangiagalli, vicino al Policlinico. Protagoniste dell’iniziativa sono state molte associazioni femminili fra cui la “Rete regionale lombarda”. Presenti anche esponenti del mondo sindacale e politico, fra Cgil, Sdl, Prc, Verdi, Pd.

Repubblica.it

Noi uomini possiamo solo dire la nostra opinione, sono le donne che devono decidere su questo tema. E’ stupido pensare che l’aborto venga preso come un metodo anticoncezionale, cosa che fa Giuliano Ferrara. L’aborto non e’ divertente. Quando si prende una decisione simile, non lo si fa a cuor leggero. Piuttosto, e’ meglio informare piuttosto che cambiare la legge, su cosa si possa fare per evitare gravidanze indesiderate e poi su quali siano le possibili alternative, lasciando alla donna la libera scelta. Nella maggioranza dei casi le famiglie ricorrono all’aborto perche’ dagli esami clinici risulta che il nascituro ha gravi malformazioni, e non solo per pianificazione familiare.

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