3 Ottobre, Giornata contro il DRM!

“Con Digital Rights Management (DRM), il cui significato letterale è gestione dei diritti digitali, si intendono i sistemi tecnologici mediante i quali i titolari di diritti d’autore possono esercitare ed amministrare tali diritti nell’ambiente digitale, grazie alla possibilità di rendere protetti, identificabili e tracciabili tutti gli usi in rete di materiali adeguatamente “marchiati”.

Con l’avvento delle tecnologie digitali, copiare un file multimediale (audio o video) è diventato semplice e non comporta, a differenza dei supporti analogici, una diminuzione della qualità. Grazie alla diffusione di strumenti digitali per l’accesso a contenuti multimediali, quali personal computer, mp3 player, telefonini di nuova generazione, lettori di divx, e alla diffusione dell’accesso a Internet e della larga banda e delle reti peer to peer, l’accesso e la distribuzione in tutto il mondo di contenuti multimediali è alla portata di ogni singolo utente, creando nuovi scenari capaci di modificare il consolidato sistema autore-distributore-cliente, a danno sicuramente del distributore e indirettamente dell’autore.

Lo studio di soluzioni DRM nasce dal tentativo di poter gestire il controllo sugli aspetti legati alla distribuzione e all’utilizzo, e le pesanti conseguenze di tali sistemi anche per gli utenti di contenuti legittimamente acquistati, viene motivata da una forte campagna internazionale contro lo scambio (definita pirateria) di tali contenuti, portata avanti dalle case discografiche e cinematografiche, che sta sollevando forti critiche e ultimamente osteggiata dagli stessi autori. In Canada ad esempio è stata fondata da artisti quali Avril Lavigne, Barenaked Ladies e Sarah McLachlan la Canadian Music Creators’ Coalition (CMCA) che si oppone con forza ai DRM: “Gli artisti non vogliono promuovere cause legali contro i propri fan – dice il loro manifesto – e le case discografiche hanno intentato ai nostri fan contro la nostra volontà, e le leggi che consentono tali cause non possono essere giustificate in nostro nome”. Il manifesto prosegue facendo capire che i DRM non sono negli interessi dei consumatori, e implicitamente neanche negli interessi degli artisti, e chiedono al governo di considerare modi diversi per la promozione degli artisti.

Anche software degli anni 80 già cominciava a sperimentare queste nuove tecnologie, ma solo con la diffusione in massa delle opere audiovisive le case di produzione e distribuzione iniziarono a implementare sistemi DRM sui propri supporti.” wikipedia

E’ un discorso molto lungo ed a tratti stupido il Digital Right Management. E’ la controproducente voglia di applicare a tutti i costi i vecchi modelli di diritto d’autore alle nuove tecnologie.
Un sito americano propone di fare una Giornata anti-DRM il 3 ottobre, piu’ informazioni qui.

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