Skreemr e’ un simpatico servizio che va a cercare mp3 in giro per il web, davvero utile, provare per credere.
Stessa cosa vale per Beemp3.
Ecco per esempio i risultati della ricerca per la “Budos band“:
http://skreemr.com/results.jsp?q=budos+band
http://beemp3.com/index.php?q=budos+band&Submit=Search&st=all
Blog
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Alla ricerca di mp3 …
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Mediaset, prescritto falso in bilancio per Berlusconi e Confalonieri.
“Il reato esce di scena dal processo sui diritti televisivi e cinematografici. Resta la frode fiscale estesa fino al 2003. Prossima udienza il 21 gennaio.La difesa del Cavaliere: “Ipotesi di reato contestata quando il reato è già morto”
MILANO – “Non doversi procedere per intervenuta prescrizione” nei confronti di Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri per falso in bilancio. E’ quanto ha stabilito questa mattina la Prima sezione penale del tribunale di Milano durante un’udienza del processo su presunte irregolarità compiute da Mediaset nell’ambito della compravendita di diritti televisivi. Per l’ex premier resta però la contestazione del reato di frode fiscale, estesa questa mattina dallo stesso pm Fabio De Pasquale fino al 2003.
Nella scorsa udienza, il pm Fabio De Pasquale aveva formulato una contestazione suppletiva a carico di Berlusconi e Confalonieri riguardante il bilancio di Mediaset del 2000. Una nuova accusa che sarebbe dovuta servire per allungare i tempi della prescrizione, ma che oggi è stata bocciata dal tribunale.
”La procura cerca con ogni mezzo di trattenere Silvio Berlusconi in un processo dove l’accusa principale, quella di falso in bilancio era già prescritta al momento della contestazione”, ha detto il legale di Berlusconi, l’avvocato Niccolò Ghedini. Quanto alla posizione processuale di Fedele Confalonieri ”è stato prosciolto – ha commentato il suo difensore, Alessio Lanzi – quindi rimane un processo a Mediaset senza il suo presidente”. Anche per il presidente del Biscione, ha spiegato Lanzi, ”rimane una contestazione suppletiva per frode fiscale che, però, il pm non potrà contestare in questo processo ma separatamente partendo dalle indagini preliminari”.
Le difese del leader di Forza Italia e di Confalonieri erano già intervenute per chiedere la prescrizione per una precedente contestazione suppletiva per falso in bilancio fino al 9 aprile del 2001. Secondo queste difese, la prescrizione della contestazione suppletiva relativa al falso in bilancio del 2000 (che si riferisce al bilancio di Mediaset approvato il 9 aprile 2001) sarebbe già maturata e quindi la contestazione sarebbe già nata “morta”.
“Il falso in bilancio del 2000 è un’ipotesi di reato contestata quando il reato è già morto, perché, presumendo che esso sia stato commesso il 9 aprile 2001 e calcolando 5 o 6 anni in termini di prescrizione, il reato è già stato colpito dalla prescrizione” ha detto la difesa di Fedele Confalonieri.
Ci sono stati momenti di tensione in aula tra il pm De Pasquale e le difese, quando il primo si è riferito alla legge ex Cirielli, quella che ha ridotto i termini di prescrizione, come una norma ad personam. “Se si dovesse fare una legge sull’accanimento terapeutico giudiziario – ha ironizzato Nicolò Ghedini, uno dei legali di Berlusconi – il pm direbbe che è stata fatta per questo processo”.
Le udienze riprenderanno il 21 gennaio prossimo. In quella occasione, le parti discuteranno della contestazione formulata oggi. (19 novembre 2007)” repubblica.itGrande Silvio!
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Tagli alla Polizia Stradale. E’ polemica sulla sicurezza.
“Stanno per essere chiusi 43 distaccamenti della Polizia Stradale (in totale sono 200) e per 15 la decisione è già stata presa. Il tutto con una carenza di organico di almeno 1000 agenti
Sorpresa: il tanto sbandierato potenziamento dei controlli su strada, elemento cardine del nuovo Dl sulla sicurezza stradale, è una bufala. Almeno per ora: stanno per essere chiusi 43 distaccamenti della Polizia stradale (in totale sono 200) e per 15 la decisione è già stata presa. Manca solo di conoscere i nomi delle zone interessare ma oggi, in giornata, sapremo quali di questi importanti presidi saranno cancellati.” repubblica.itEt voila’! Stiamo andando proprio al contrario… Vogliono aumentare la sicurezza e diminuiscono el forze dell’ordine… uhm… non vi sembra un tantinello sbagliato?
Si dovrebbero invece aumentare i posti di lavoro, aumentando i numeri degli agenti, dando un po’ piu’ di potere, esempio stupido: guidi ubriaco? bene, ti arresto per una settimana, se vuoi uscire dopo un giorno mi sganci 2000 euro, e se vuoi la macchina me ne dai altri 2000, altrimenti aspetti uno o due mesi. Cosi’ la gente sarebbe terrorizzata dai controlli, entrerebbero un po’ di soldi nelle casse dello stato, per pagare nuovi agenti, etc… Oh! Guarda chi si vede, un circolo virtuoso! -
Tonini all’attacco ad Annozero, “Biagi lo hanno ucciso”
“Il cardinale ricorda con parole durissime l’allontanamento del giornalista dalla Rai, “Dava fastidio, non era utile: lo hanno ostracizzato come in Grecia”
ROMA – Nel giorno dei funerali di Enzo Biagi, nel giorno in cui la figlia Bice smentisce Silvio Berlusconi ricordando che “l’editto bulgaro c’è stato”, parole pesantissime sugli ultimi anni del grande giornalista arrivano da uno dei suoi più cari amici, il cardinale Ersilio Tonini: “Lo hanno ucciso – dice, in collegamento con la trasmissione Annozero di Michele Santoro – è stato un ostracismo. Enzo Biagi dava fastidio, non era utile ed è stato cacciato”.
“La Rai si è derubata – prosegue Tonini, nel corso del programma televisivo tutto dedicato alla vicenda del giornalista – c’era un tranello, una motivazione che non era degna. Ero suo amico e sono anche un uomo che conosce un po’ la realtà. Biagi non è stato solo un uomo della tv, ma anche una persona che ha combattuto per la giustizia e la libertà, un uomo di una schiettezza piena. Non si possono trattare gli uomini come pezzi da giocare. Allora si torna alla Grecia, all’ostracismo. Non è una bella epoca”.
Tonini ricordato poi la “coerenza, la sincerità e la schiettezza” dell’uomo con il quale, ricorda, “abbiamo girato l’Italia insieme. Biagi ha lottato, aveva dei forti convincimenti ed era molto modesto. Non è stato capito. Dava fastidio, non era utile ed è stato buttato fuori”.
All’inizio della trasmissione, anche Santoro – altra vittima dell’editto bulgaro – ricorda la figura del giornalista: “Con Enzo Biagi abbiamo avuto dei momenti molto aspri, ma alla fine siamo diventati amici. Ma non per l’editto bulgaro, che è avvenuto dopo la nostra amicizia. Lo siamo diventati perchè abbiamo deciso di batterci, informando gli italiani del fatto che concentrare tanto potere nelle mani di una sola persona poteva costituire un pericolo per la democrazia”. (8 novembre 2007)” repubblica.itDifficile commentare… L’uso criminoso della tv, dei media, etc.. lo ha fatto e lo sta facendo Silvio Berlusconi.
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MotionPicture Screensaver
Finalmente anche su Windows il famoso salvaschermo Motion Picture per Mac!
E’ simile, per funzionamento, allo screen saver di windows “Presentazione Immagini”, ma con in piu’ delle fantastiche transizioni (o transazioni?), zoom e dissolvenze tra le varie immagini. Bellissimo!
Il sito ufficiale e’ questo http://www.cs.ucr.edu/~gstitt/motionpicture/ e trovate una copia di installazione qui.
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Luttazzi torna in tv più arrabbiato che mai, pernacchie a Berlusconi e sberle a Prodi
“Il ritorno del comico ieri sera alle 23.30 su La7 con la prima puntata di “Decameron”. Un monologo al vetriolo contro il governo di centrosinistra, la Rai e il Vaticano di RITA CELI
ROMA – Ha ricominciato esattamente lì da dove era stato interrotto. Daniele Luttazzi è tornato in tv, in tarda serata su La7 con Decameron ripartendo proprio dall’ormai famoso “editto bulgaro”, con un monologo al vetriolo particolarmente arrabbiato e condito da variopinte imprecazioni ormai sdoganate e lecite vista l’ora, con attacchi al governo Prodi, alla Rai, al Vaticano, e a tutte quelle questioni rimaste in sospeso per sei anni. Un ritorno televisivo premiato anche dagli ascolti, con il 6.05 per cento e 737.437 spettatori: secondo successo in pochi giorni per La7, dopo quello registrato martedì con il teatro di Marco Paolini in prima serata.
Il programma che segna il suo ritorno sul piccolo schermo (“ti hanno messo alle 23.30 come i porno della vecchia tv commerciale” commenta un fan sulla pagina dedicata a Decameron sul sito di La7) si apre con le immagini dell’aprile 2002, quando l’allora premier Silvio Berlusconi accusò lo stesso Luttazzi, insieme a Biagi e a Santoro, di “uso criminoso” della tv: poche e confuse parole che di fatto provocarono l’allontanamento dei tre dagli schermi Rai, e non solo. Una pernacchia suggella il filmato. Subito dopo, la sigla del programma (un video con un suo brano, cantato in inglese, giocando con i sottotitoli) quindi la parola all’attore, in piedi su un enorme tavolo di plexiglas. “Pensate – ha esordito Luttazzi – è già passato un minuto e siamo ancora in onda. Chi l’avrebbe detto? In questi sei anni mi sono chiesto perché sia rimasto lontano dalla tv. Poi l’ho scoperto: la colpa era del mio agente, Bin Laden. Chissà perché in questi anni Bin Laden è andato in video, io no”. Della Rai, ha aggiunto, “l’unica cosa che mi manca sono i grattini di Lilli Gruber sulla schiena”.
Se “politica, sesso, religione e morte” è il sottotitolo del programma, il primo attacco di Luttazzi è interamente dedicato al governo Prodi. “Mi chiedono perché ho votato centrosinistra: perché avevo ben presente la squallida alternativa”. Poi la lunga lista di “tutte le cose che non mi piacciono per niente del governo in carica: innanzitutto non ha cancellato la legge 30” quella nominata erroneamente legge Biagi, “che ha generato il fenomeno enorme della precarietà. Non è democrazia se non te la puoi permettere”. Quindi l’allarme lanciato direttamente ai giovani: “I nostri nonni lottarono per difendere i nostri diritti… Ragazzi, datevi da fare, perché con la balla della flessibilità ve lo stanno mettendo nel c…”.
Al governo Luttazzi ha rimproverato anche “di non aver cancellato tutte le leggi vergogna di Berlusconi. Ora vogliono ripristinare il reato di falso in bilancio, ma è come dire: ‘Berlusconi è uscito dal recinto, chiudi pure’. Non c’è ancora – ha aggiunto l’attore – una legge sul conflitto di interessi: c’è la proposta di Violante, ma se sarà approvata Berlusconi potrà tranquillamente venire eletto ancora e poi decidere se rinunciare all’incarico o affidare le proprie aziende a un blind trust o, ma evidentemente non ci hanno pensato, farsi una legge che cancella la legge Violante”.
Nel mirino del comico anche il disegno di legge Gentiloni di riforma della tv: “Non mi piace perché non permetterà la nascita di un terzo polo generalista e per l’ennesima volta lascerà intatto l’esistente”. Poi l’affondo contro il ministro della Giustizia, Clemente Mastella: “Se lo avessero detto prima delle elezioni che lo avrebbero fatto Guardasigilli, vinceva Berlusconi”. Le critiche dell’attore hanno colpito in particolare la legge sull’indulto: “Piuttosto – ha detto – tiriamo fuori i tossicodipendenti, legalizziamo le droghe e facciamo nuove carceri che siano davvero luoghi di recupero”.
Nell’elenco di Luttazzi anche “la legge razzista Bossi-Fini, con i centri di permanenza temporanea che sono luoghi disumani e vanno chiusi” e il recente pacchetto sicurezza, “che in parte obbedisce a una logica repressiva e penalizza i più deboli senza risolvere il problema. Quella accaduta a Roma – ha aggiunto, riferendosi all’omicidio di Giovanna Reggiani – è stata una tragedia insensata e straziante. Ai familiari va il nostro cordoglio e il ringraziamento per aver dato un grande esempio di civiltà con la richiesta di evitare strumentalizzazioni. In Italia il 75% dei delitti contro le donne è compiuto da italiani. Conosco albanesi, macedoni e romeni che sono persone squisite”.
Gli strali di Luttazzi si sono poi abbattuti sulla Rai: “Da cinque anni non fa più programmi di satira e la qualità si è decisamente abbassata. Invece la satira serve alla nostra memoria, non basta leggere gli editorialisti dei giornali come Panebianco o altri per sapere quello che succede e che cosa fanno i politici. Ora i programmi Rai che si vedono sono quelli che sceglie il cane pestando il telecomando. Dire che la Rai è in crisi è come dire che sul Titanic c’era un rubinetto che perdeva”. Poi uno sketch in cui Luttazzi ha invitato un finto presidente di viale Mazzini Claudio Petruccioli, impersonato da un bambino con tanto di barba. “Che novità ci sono nel palinsesto Rai?” gli ha chiesto. E la risposta è stata: “Conosco solo i programmi fino alle 21.30 perché poi devo andare a letto”.
Tra i suoi bersagli non manca il Vaticano, al centro di una scenetta ambientata nell’antica Grecia, in un immaginario dialogo tra sofisti: “I preti che molestano i bambini vanno all’inferno? No, vanno a Los Angeles, dove la diocesi ha sborsato 660 milioni di dollari per risarcire le vittime. Il Vaticano è quello che non paga le tasse, la Chiesa cattolica è quella che incassa l’8 per mille. La pedofilia tocca solo alle chiese locali”.
Non risparmia battute sul Cavaliere: “Ce l’ha con me perché stavo insieme alla figlia Barbara e non voleva che me la scopassi perché diceva che ero un fallito” e dopo un’ora di programma Luttazzi, che aveva aperto con l’editto bulgaro, ha chiuso tornando sulla vicenda della sua “epurazione” legata in particolare all’intervista a Marco Travaglio andata in onda nel marzo 2001 ai tempi di Satyricon: “Berlusconi, Mediaset, Fininvest e Forza Italia volevano 41 miliardi di danni, ma ho vinto io” ha ricordato Luttazzi, rimarcando che la notizia della querela aveva avuto molto risalto sui media, non altrettanto la sua vittoria che aveva ricevuto solo un trafiletto della grandezza di un necrologio. “Per la magistratura le mie domande erano continenti e le risposte di Travaglio basate su fatti veri e documentati. Ho fatto semplicemente delle domande e in democrazia le domande sono lecite. Piuttosto è grave magari nascondere le risposte. Quell’intervista potrebbe essere ritrasmessa così com’è dalla Rai, ma col cavolo che lo fanno”.(4 novembre 2007)” repubblica.it
A me sinceramente, Luttazzi non fa impazzire, non lo trovo cosi’ divertente, pero’ sono contento che sia tornato in tv. Non vi piace? non guardatelo, l’audience crollera’ ed il programma verra’ chiuso. Io intanto lo guardo, perche’ a parte le sue digressioni sullo sperma ed altre finezze, e’ uno dei pochi che dice le cosse come stanno, senza troppo giri di parole.
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Sull’eolico ambientalisti senza pace, ora è scontro anche nell’oasi Marche.
La Regione ha adottato un piano energetico innovativo, apprezzato da Legambiente e Greenpeace, ma sull’Appennino sono previsti due impianti a pale contestati da Wwf, Italia Nostra e altre associazioni.
Due anni fa un progetto simile era stato salutato con favore come un esempio da seguire, ora invece le organizzazioni, già protagoniste di diversi “duelli”, si danno battaglia
di VALERIO GUALERZI
ROMA – Doveva essere la frontiera della pace ritrovata, si sta trasformando in una nuova trincea di guerra. La progettazione di due impianti eolici nelle Marche rischia di tornare a inasprire le divisioni dell’universo ambientalista su come, quando e dove costruire le grandi pale per ricavare energia dalla forza del vento.
Da una parte Italia Nostra, Wwf, Lipu, Comitati nazionali del paesaggio e Club alpino italiano, fermamente decisi a difendere la bellezza dell’Appennino maceratese e a impedire la nascita di due nuove centrali nella Comunità montana di Camerino, a ridosso dei comuni di Serravalle di Chienti, Montecavallo e Pieve Torina. Dall’altra parte Legambiente e Greenpeace, convinte invece che il passaggio a un sistema energetico sostenibile valga qualche piccolo sacrificio a spese della bellezza delle vallate.
Il conflitto in corso sui progetti marchigiani non è certo l’unico e neppure il più duro: recentemente i due fronti si sono dati battaglia in Toscana, dove il Tar su richiesta di Italia Nostra ha fermato l’impianto di Scansano, costringendo Legambiente a costituirsi parte civile davanti al Consiglio di Stato; in Molise, dove al centro dello scontro c’è il primo progetto di eolico offshore in Italia; sui monti del Sannio, all’incrocio tra Molise, Puglia e Campania, dove la contrapposizione riguarda la possibilità di impiantare sedici torri.
Inoltre, ad allontanare ancora di più i due schieramenti, il giro di vite imposto dal ministero dell’Ambiente per l’introduzione dell’eolico. Se il fronte dei critici ha salutato l’iniziativa con favore, Legambiente e Greenpeace hanno avuto la reazione opposta, scrivendo un’allarmata lettera congiunta al ministro Pecoraro Scanio.
Lo scontro delle Marche rispetto agli altri ha però un grandissimo valore simbolico. Poco più di due anni fa i criteri scelti nella regione per sfruttare il suo potenziale eolico erano stati salutati infatti da Wwf e Legambiente come “la lezione marchigiana” e “il decalogo di Fiuminata”. In vista della progettazione di un impianto nel piccolo comune al confine con l’Umbria, non distante dal luogo dove dovrebbero sorgere gli altri due ora al centro della polemica, le due associazioni ambientaliste e un gruppo di parlamentari avevano sottoscritto insieme alle istituzioni locali un “decalogo dell’eolico sostenibile” che aveva messo finalmente tutti d’accordo. Al centro dell’intesa c’era in particolare l’impegno del Comune a garantire il controllo rigoroso dell’impatto ambientale e paesaggistico e l’utilizzo di parte delle risorse ricavate in politiche di sviluppo sostenibile.
I progetti in ballo nella Comunità montana di Camerino paradossalmente rafforzano ulteriormente quei criteri, ma quella che era stata ribattezzata “la pax ecologica” ha lasciato ora il posto a una dura contrapposizione.
“Si tratta di due impianti che dovrebbero sorgere in un’unica macroarea, uno composto di sette macchine da due megawatt ciascuna e un altro da diciassette macchine, anche queste da due megawatt ciascuna”, spiega Andrea Perduca, responsabile dell’eolico per la Sorgenia. “Uno dei due è nostro – racconta ancora – l’altro è gestito direttamente da una Srl creata dalla Comunità montana. Ora le carte sono al vaglio della commissione regionale per la valutazione di impatto ambientale, che deciderà a giorni. Noi siamo tranquilli perché la scelta del territorio non è stata casuale, ma rientra in uno dei rari casi di pianificazione regionale”.
A individuare la zona in questione è stato infatti il Pear delle Marche, il Piano energetico ambientale regionale, dopo un lungo lavoro preparatorio. “Abbiamo tenuto conto di tutti i vincoli presenti sul territorio, degli studi commissionati alle università regionali sul valore botanico delle zone e anche della presenza faunistica, compresa la valutazione delle rotte migratorie degli uccelli”, ricorda la responsabile del Pear, l’architetto Silvia Catalino. Un piano, caso più unico che raro, che punta molto, fissando quote e percentuali, su microproduzione distribuita, fonti rinnovabili e cogenerazione, impegnando chi realizza le nuove centrali a reinvestire gli utili nella valorizzazione del territorio.
Linee di intervento, concorda Edoardo Zanchini di Legambiente, che sono da sempre cavalli di battaglia degli ecologisti. “Francamente prendersela con le Marche mi pare dura”, aggiunge cercando di non infiammare gli animi ancora di più. Ancora più netto il giudizio di Giuseppe Onufrio di Greenpeace: “Le grida contro l’eolico sono voci a favore delle tecnologie fossili se non del nucleare e come tali le attacchiamo decisamente. Si possono mitigare alcuni impatti, ma ribadiamo un concetto fondamentale per noi: i cambiamenti climatici sono la priorità ambientale in assoluto e queste posizioni contro l’eolico sono antiambientali”.
Ma il punto di vista del Wwf è un altro. “Vale per l’eolico quello che diciamo anche per i rigassificatori e per le altre infrastrutture energetiche: non si può andare avanti senza una seria pianificazione nazionale”, osserva il segretario generale Michele Candotti. “Per questo – aggiunge – ci accingiamo a presentare un documento la cui bozza abbiamo già inviato a enti centrali e locali per instaurare degli strumenti di valutazione che tengano conto della potenza degli impianti, del loro impatto sul territorio e dell’interazione con i vincoli che insistono sulle varie zone. In un Paese che procede per conflitti ideologici, la nostra vuole essere anche una provocazione, offrendo uno strumento di pianificazione che consenta di fare finalmente le cose per bene”.
(5 novembre 2007) repubblica.itCerto che il WWF ed Italia Nostra hanno davvero perso il lume della ragione. L’eolico, come il solare, dovrebbe essere accolto a braccia aperte, e non ostacolato. Non solo gli impianti eolici sono funzionali, utili e, credo, necessari, ma anche piacevoli a vedersi, perche’ fanno finalmente pensare che stiamo prendendo la direzione giusta.
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Ciao Enzo…
“Si può essere a sinistra di tutto, ma non del buon senso.”
“Berlusconi ha detto da Bucarest che ho fatto un ‘uso criminoso’ della tv. Dalla Rai dopo 41 anni di servizio mi hanno mandato una disdetta con la ricevuta di ritorno. Bene, rifarei tutto quello che ho fatto. Sono sempre stato dalla parte di quelli che non vincono”
”Questa potrebbe essere l’ultima puntata del Fatto dopo 814 trasmissioni, ma non tocca a lei Berlusconi licenziarmi”
“Cara Lucia penso che la mia vita si stata felice”, ha scritto nel libro dedicato alla moglie Lettera d’amore a una ragazza di una volta, “ma il conto è arrivato tutto d’un colpo. Tu mi hai lasciato, Anna (la figlia ndr) è morta all’improvviso, sono stato calunniato e offeso nel mio lavoro”.
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«Mandiamo i bamboccioni fuori di casa»
“La Provocazione del MINISTRO. Il Pdci: «infelice epiteto». Padoa Schioppa: con la Finanziaria misure che consentiranno ai giovani di affrancarsi dai genitori
ROMA – L’attacco è ai «Tanguy» all’italiana, o in altre parole i «bamboccioni» (copyright Tps). Quelli che non se ne vogliono andare di casa e che magari, ora che la Finanziaria vedrà la luce, potrebbero affrancarsi dalla sottana di mamma. Né è seriamente convinto il ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa e nell’illustrare i benefici della futura manovra si applica in una filippica contro i ragazzi che stanno ancora alle dipendenze dei genitori. «Mandiamo i «bamboccioni fuori di casa», sintetizza con estrema brutalità e molta ironia Padoa-Schioppa nel corso dell’audizione davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato. Il ministro fa così riferimento alla norma che prevede agevolazioni sugli affitti per i più giovani. «Incentiviamo a uscire di casa i giovani che restano con i genitori, non si sposano e non diventano autonomi. È un’idea importante», mette in evidenza il titolare del Tesoro. Parole che accendono subito il dibattito, scavando il fosso tra riformisti e massimalisti all’interno della maggioranza.
FINANZIARIA – A Manuela Palermi, capogruppo dei Verdi-Pdci al Senato, il termine usato dal ministro non va giù. «Quando il ministro – attacca Palermi – sarà riuscito a trasformare l’Italia in un Paese dove le banche concedono mutui anche ai lavoratori precari e dove gli stessi lavoratori precari possano, nonostante l’esibizione di buste paga che danno poche certezze, rateizzare gli acquisti, allora forse cercheremo di capire se dietro quel suo “bamboccioni” ci sia una fine analisi sociologica. Oggi è solo un infelice epiteto che può sicuramente guadagnargli la simpatia di qualche pasciuto e arrivato editorialista. Per il resto, auguri».
AIUTI AGLI UNDER 30 – Ma quali sono gli incentivi di cui parla Padoa-Schioppa? Il governo ha introdotto in Finanziaria la possibilità per i giovani, in un’età compresa tra i 20 e i 30 anni, di usufruire di detrazioni fiscali sugli affitti, sempre che la casa non sia l’abitazione principale dei genitori. La nuova detrazione varia dai 495,8 euro in tre anni se il reddito complessivo supera i 15.493,71 euro ma non i 30.987,41 euro, ai 991,6 euro (sempre in tre anni) se il reddito non supera i 15.493,71 euro.
NUOVE CASE POPOLARI – Agli incentivi sugli affitti si affianca la decisione di rilanciare l’edilizia pubblica, per aiutare i meno abbienti e quindi anche i giovani. Tutta l’operazione sarà affidata all’Agenzia del Demanio, che potrà creare società miste pubblico-privato per dare vita ad un patrimonio immobiliare di 80 mila case in dieci anni, ad un ritmo di 8 mila l’anno. L’Agenzia del Demanio conferirà in queste società un patrimonio fatto di terreni, fabbricati e immobili da riconvertire, riqualificare o ristrutturare. Le società miste, quindi, promuoveranno l’acquisizione, il recupero la riqualificazione e la ristrutturazione di questi immobili ad uso abitativo da dare in affitto a canoni calmierati, ad una media del 50% rispetto ai valori di mercato delle principali città metropolitane. In sostanza, se un affitto medio è di 150 euro a metro quadrato, l’affitto ammonterà ad una cifra compresa tra i 60 e i 90 euro a mq. L’incidenza del canone sul reddito familiare dovrà comunque essere al di sotto del 35%. L’avvio dell’operazione può partire subito essendo disponibili 150 milioni di euro. L’obiettivo è dunque incentivare l’ampliamento del mercato della locazione utilizzando strumenti finanziari innovativi. La fase di avvio dovrebbe durare tra i 2 e i 3 anni, poi si potrà ricorrere alla nuova legge sulle società immobiliari quotate e, dopo la fase di partenza, le società potranno essere quotate o costituire fondi immobiliari.” corriere.itQui di infelice e bamboccione c’e’ solo Tommaso Padoa Schioppa.
Forse non sa che con 1000€, e mi permetto di dire anche 1250€, un giovane, da solo, non sopravvive.
Bamboccione!“
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E’ sempre troppo tardi…
“Dopo due giorni in coma non ce l’ha fatta la donna aggredita da un romeno. Al suo capezzale il marito e gli anziani genitori. Proseguono le indagini
Roma, è morta Giovanna Reggiani. La polizia: “Si è difesa disperatamente”
L’immigrato: “Nessuna violenza, solo furto”. Controlli nei campi di Tor di Quinto e via Foce dell’Aniene. Condotti in Questura 17 rom, le baracche abusive saranno abbattute
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Il prefetto: “Espulsioni pronte”. “Ci sono già delle proposte di espulsione di cittadini stranieri da parte delle forze di polizia, ma l’equazione stranieri uguale delinquenti è sbagliata” dice, al Tg1, il prefetto di Roma, Carlo Mosca. Giornata di controlli di polizia negli insediamenti accanto alla stazione ferroviaria di Tor di Quinto e in via Foce dell’Aniene. Gli agenti hanno perquisito 78 baracche e 75 romeni, 17 dei quali condotti all’Ufficio immigrazione della Questura di Roma. Tra due giorni il campo a ridosso della stazione di Tor di Quinto verrà raso al suolo.” repubblica.it“Nel mirino chi ha precedenti penali ma anche chi sarà giudicato dalla polizia pericoloso per la pubblica sicurezza.
Romeni, scattano le espulsioni: “Via i primi cinquemila”
Napolitano firma il decreto. Il prefetto: linea dura verso le bestie
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Giovanna Reggiani è morta, partono le espulsioni. Gli elenchi dei rumeni indesiderabili sono già stati compilati nelle questure di Roma, Milano, Napoli, Torino, Firenze. Pronti per essere firmati dai prefetti che da ieri, quando il presidente Napolitano ha firmato il decreto (che oggi sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale), hanno acquisito il potere di espellere “per motivi di pubblica sicurezza” i cittadini comunitari che “hanno compromesso la tutela della dignità umana o dei diritti fondamentali della persona o l’incolumità pubblica”. In una parola, come recita il decreto varato dal governo dopo l’aggressione alla Reggiani, si tratta di quanti hanno rotto le regole “dell’ordinaria convivenza”.
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Gli avvocati penalisti la considerano una procedura troppo rigida tant’è che Oreste Dominioni, presidente delle Camere penali, proclama lo stato di agitazione “contro una così pesante spirale autoritaria”. Ma il prefetto di Roma Carlo Mosca, fino a pochi mesi fa capo di gabinetto dello stesso Amato, è decisamente tranchant: “Firmerò subito i primi decreti di espulsione. La linea dura è necessaria perché di fronte a delle bestie non si può che rispondere con la massima severità. Se l’equazione “rumeni uguale delinquenti” è inaccettabile, tuttavia è altrettanto vero che gli individui pericolosi vanno sbattuti fuori. L’acqua deve essere ripulita dai pesci infetti anche a tutela dei tanti connazionali che arrivano in Italia per lavorare onestamente”.” repubblica.itIn Italia facciamo sempre cosi’, aspettiamo che succeda qualcosa di grave, e poi cerchiamo di rimediare, sempre troppo tardi.
Concordo con Fini (oddio!), gli stranieri che sono in Italia, diciamo anche da 6 mesi, e che non hanno un lavoro fisso, in regola, con uno stipendio decente (qui altra polemica) da “bamboccione”, debbono essere rimandati nel loro paese, non ha senso che ce ne facciamo carico noi, lo deve fare la loro nazione di origine, che sia europea o extra-europea. -
LinkedIn
LinkedIn e’ un network per gestire i contatti di carattere professionale, che permette di mantenere o ripristinare contatti con vecchi colleghi, partners, collaboratori, ed amici.
Il mio profilo e’ questo: http://www.linkedin.com/in/collimate -
“Weird Al” Yankovic – White & Nerdy
They see me mowin’ my front lawn
I know they’re all thinkin’ I’m so
White and nerdyThink I’m just too white and nerdy
Think I’m just too white and nerdy
Can’t you see I’m white and nerdy
Look at me I’m white and nerdyI wanna roll with the gangstas
But so far they all think I’m too
White and nerdyThink I’m just too white and nerdy
Think I’m just too white and nerdy
I’m just too white and nerdy
Really, really white and nerdyFirst in my class here at MIT
Got skills, I’m a champion at D&D
M.C. Escher, that’s my favorite M.C.
Keep you’re 40, I’ll just have an Earl Grey tea
My rims never spin, to the contrary
You’ll find that they’re quite stationary
All of my action figures are cherry
Stephen Hawking’s in my libraryMy MySpace page is all totally pimped out
Got people beggin’ for my top eight spaces
Yo, I know pi to a thousand places
Ain’t got no grills but I still wear braces
I order all of my sandwiches with mayonnaise
I’m a wiz at Minesweeper, I could play for days
Once you’ve see my sweet moves, you’re gonna stay amazed
My fingers movin’ so fast I’ll set the place ablazeThere’s no killer app I haven’t run (run)
At Pascal, well I’m number one (one)
Do vector calculus just for fun
I ain’t got a gat, but I got a soldering gun (what?)
Happy Days is my favorite theme song
I could sure kick your butt in a game of ping pong
I’ll ace any trivia quiz you bring on
I’m fluent in JavaScript as well as Klingon(in part)They see me roll on my Segway
I know in my heart they think I’m
White and nerdyThink I’m just too white and nerdy
Think I’m just too white and nerdy
Can’t you see I’m white and nerdy
Look at me I’m white and nerdy
[White & Nerdy lyrics on http://www.metrolyrics.com]I’d like to roll with the gangstas
Although it’s apparent I’m too
White and nerdyThink I’m just too white and nerdy
Think I’m just too white and nerdy
I’m just too white and nerdy
How’d I get so white and nerdyI been browsin’, inspectin’ X-Men comics
You know I collect ‘em
The pens in my pocket, I must protect them
My ergonomic keyboard never leaves me bored
Shoppin’ online for deals on some writable media
I edit Wikipedia
I memorized Holy Grail really well
I can recite it right now and have you R-O-T-F-L-O-LI got a business doing websites (websites)
When my friends need a code, who do they call?
I do HTML for ‘em all
Even made a homepage for my dog (yo)
I got myself a fanny pack
They were havin’ a sale down at The Gap
Spend my nights with a role of bubble wrap
Pop, pop – hope no one sees me get freakyI’m nerdy in the extreme
Im Whiter than sour cream
I was in A/V club and glee club
And even the chess team
Only question I ever thought was hard was
“Do I like Kirk or do I like Picard?”
Spend every weekend at the Renaissance Fair
Got my name on my underwearThey see me strollin’, they laughin’
And rollin’ their eyes cause I’m so
White and nerdyJust because I’m white and nerdy
Just because I’m white and nerdy
All because I’m white and nerdy
Holy cow, I’m white and nerdyI wanna bowl with the gangstas
But oh well, it’s obvious I’m
White and nerdyThink I’m just too white and nerdy
Think I’m just too white and nerdy
I’m just too white and nerdy
Look at me I’m white and nerdy -
BENI CHIESA: DIRETTORE REPUBBLICA, NO VETI DAL VATICANO
“Il quotidiano La Repubblica dice no con nettezza al veto vaticano a proseguire nell’inchiesta sui beni e i privilegi della Chiesa nello Stato italiano. A prendere posizione in prima pagina sul quotidiano, impegnato a portare avanti un’inchiesta di Curzio Maltese sui costi per la Chiesa cattolica a carico dei cittadini italiani, e’ il direttore, Ezio Mauro, che stoppa il diktat, “Finiamola”, giunto dal cardinal segretario di Stato della Santa Sede, Tarcisio Bertone. “Non ci intendiamo di santita’, dunque non rispondiamo su questo punto – scrive Mauro -, ma non possiamo non notare come il tono usato da sua Eminenza sia perentorio e inusuale in qualsiasi democrazia: piu’ adatto a un Sillabo. L’attacco vaticano riguarda un’inchiesta giornalistica che analizza i costi a carico dei cittadini italiani per la Chiesa cattolica, dalle esenzioni fiscali all’otto per mille, al finanziamento alle scuole private, all’ora di religione: altre puntate seguiranno, finche’ il piano di lavoro non sia compiuto. Finiamola? E perche’? Chi lo decide? In nome di quale potesta’? Infine, e soprattutto: non esiste piu’ l’imprimatur, dunque persino in Italia, se un giornale crede di ‘tirar fuori iniziative di questo genere’ puo’ farlo. Salvo incorrere in errori che saremo ben lieti di correggere, se riceveremo richieste di rettifiche che non sono arrivate, perche’ nessun punto sostanziale del lavoro d’inchiesta e’ stato confutato”. Mauro conclude: “La confutazione, a quanto pare, anche se e’ incredibile dirlo, riguarda la legittimita’ stessa di affrontare questi temi. Sua Eminenza e’ il Capo del governo di uno Stato straniero che chiede di ‘finirla’ con il libero lavoro d’indagine (naturalmente opinabile, ma libero) di un giornale italiano. Dovrebbe sapere che in Occidente non usa. Mai”.” repubblica.it
Come si permettono? e poi perche’ lo stato italiano consegna tutti quei soldi? se i cattolici vogliono fare propaganda, lo facciano con i propri soldi, non con i nostri. La Repubblica dice 4 miliardi di eruo, ma in realta’ sono ben 9 miliardi di euro. Se quei soldi non fossero sperperati cosi’, altro che finaziaria!
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Uniqlock Music Dance Screensaver
Musica dei geniali Fantastic Plastic Machine!
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Sud Africa campione del Mondo!
Complimenti al Sud Africa, che per la seconda volta si aggiudica la Coppa del Mondo di Rugby!
Un po’ meno complimenti ai vari giornalisti che ne parlano sui giornali italiani, che rimangono colpiti dal fatto che la base della coppa si sia staccata:“Gli africani si impongono per 15-6 in una partita dominata dal duello sui calci di punzione, eroe della serata Montgomery. E il capitano bianco Smith abbraccia Mbeki.
Rugby, inglesi sconfitti nella finale,il Sudafrica sul tetto del mondo.
PARIGI – L’eroe della serata è un ex surfista, Percy Montgomery, mentre il ‘Beckham del rugby’ – Jonny Wilkinson – stavolta ha sbagliato due drop. La finale di uno sport come il rugby non può essere circoscritta in due nomi, ma questo scontro diretto ha fatto la differenza a Parigi.
E così a vincere il Mondiale è stato il Sudafrica, la squadra dell’uomo-ghepardo Brian Habana e dell’ex surfista Percy Montgomery, re dei marcatori di Francia 2007 e autore in finale di 12 dei quindici punti della sua squadra.
L’Inghilterra perde 15-6 ma accetta la sconfitta con fair-play, come dimostrano le mancate proteste in occasione della non assegnazione di una meta di Cueto in apertura di ripresa, ennesima testimonianza di come questa sport sia lontano anni luce dal calcio, dove comunque la moviola, anche se non ufficialmente, l’anno scorso è servita, e sempre in una finale mondiale, a far chiudere la carriera a Zidane con un’espulsione. L’Inghilterra sfila via delusa a ricevere la medaglia d’argento mentre il Principe Harry, inquadrato dalle telecamere, ride durante la premiazione della sua squadra del cuore che quattro anni fa aveva seguito fino in Australia, per vederla incoronata regina del pianeta ovale.
Al capitano dei sudafricani John Smit la Coppa viene consegnata a metà, nel senso che la base del trofeo rimane sul piedistallo perché non era stata fissata bene. Ma il senso di questa grande vittoria non cambia: il trofeo va nel paese dell’arcobaleno ed il successo di questa nottata parigina può dare un contributo decisivo, insieme ai prossimi Mondiali di calcio, per renderlo definitivamente unito. Smit, che è bianco e ha il sopracciglio sanguinante, abbraccia il presidente Mbeki che è di colore, ed è vestito con il giaccone della nazionale.
Sembra di rivedere la scena di dodici anni fa, quella che Oos du Randt di nuovo campione del mondo aveva già vissuto dal vivo, con Nelson Mandela a premiare capitan Pienaar vestito con la maglia di quella squadra che negli anni ’70 aveva odiato (lo rivelò lui stesso), perché simbolo della segregazione razziale, ma diventata quel giorno il segno della riconciliazione.
Il Sudafrica ha vinto meritatamente questa finale che in pochi si aspettavano, grazie soprattutto ad una grandissima difesa. E’ stata una finale molto tattica e risolta dai calci piazzati, in cui il muro degli Springboks non è mai crollato.
Il merito del reparto della squadra di coach White e del suo assistente Eddie Jones (ct australiano nel 2003, per lui è arrivato il momento della rivincita) è stato quello di non aver mai concesso la piazzola all’Inghilterra, e quindi alla mira di Jonny Wilkinson che solo una volta, nel primo tempo e da posizione molto angolata, ha potuto esibirsi nel suo colpo preferito.” repubblica.itBastava una veloccissima ricerca con google, per scoprire che la coppa e’ proprio fatta cosi’, per esempio ecco l’inghilterra che alza la coppa nel 2003:
Oppure l’Australia nel 1999:
Eh! i giornalisti…
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Radiohead: major, ciucciateci il calzino!
Roma – Uscirà ufficialmente il 10 ottobre il nuovo album dei Radiohead, intitolato In Rainbows, ma su Internet è già disponibile per la prevendita. L’anticonformista gruppo britannico, che viaggia senza contratto sin dalla pubblicazione del disco precedente, ha deciso di scavalcare la tradizionale catena di distribuzione e di mettere in vendita direttamente online il proprio lavoro.
Sono due i formati scelti da Yorke, Greenwood e compagni per la loro settima fatica. Il primo, destinato ai fan più affezionati, è un discbox contenente 18 nuove tracce sia su CD che su due vinili da 12″ vecchio stile, oltre a foto, video e artwork vari. Il secondo è il download: non si conoscono ancora tutti i dettagli, visto anche il sonoro e deciso NO rifilato ad Apple e al suo iTunes Store, ma è soprattutto il prezzo a lasciare a bocca aperta.
Nel carrello dell’e-shop realizzato per l’occasione, la voce relativa appare vuota, seguita da un punto interrogativo che rimanda ad un’altra pagina: “it’s up to you” si legge, spetta a chi acquista decidere il prezzo. E per chi restasse perplesso, un nuovo punto interrogativo rimanda ad una terza pagina che ribadisce il concetto: “no really, it’s up to you” (“no, guarda, tocca proprio a te”). In Rainbows è insomma in vendita a offerta libera: può bastare anche solo qualche centesimo per portarsi a casa i dieci nuovi brani originali. Non solo: se non si paga nulla e se l’album piace si può sempre tornare sul sito e lasciarci qualche soldo.
Al download potranno accedere anche gli acquirenti del discbox – disponibile solo a partire da dicembre – e il cui prezzo invece resta fissato a 40 sterline (circa 57 euro, spese di spedizione comprese). Anche in questo caso, tuttavia, il meccanismo di distribuzione sarà molto originale: invece di rivolgersi agli usuali canali commerciali, sarà l’abituale concessionaria del merchandising della band a gestire la vendita e la consegna.
La scelta dei Radiohead suona come una sveglia alle grandi sorelle della musica. Non si tratta in assoluto di una novità, visto che già da tempo Magnatune e Jamendo battono questa pista: ma si tratta del primo caso in cui una band di primissimo piano, ritenuta anzi un punto di riferimento da molti giovani e dagli stessi musicisti, si spinge verso un certo tipo di modello distributivo. Se questo modello avrà successo si può già ora star sicuri che la mossa dei Radiohead sarà seguita a breve giro di disco anche da altre band e nomi di richiamo.
Come ricorda Bob Lefsetz sulle pagine del suo blog, in passato c’erano stati altri artisti del calibro di Bruce Springsteen o dei Pearl Jam che avevano scelto di lavorare senza un contratto discografico: ma tutti, senza eccezione, avevano poi stretto un accordo con le major per la distribuzione della propria musica. Tutti, ad eccezione dei Radiohead: “Non è che vivano in un altro mondo – dice Bob – ma è che giocano con regole diverse”.
Questa mossa, spiega, dimostra che è possibile agire al di fuori della prassi consolidata: “Ai Radiohead non interessa se la musica è gratis. Perché non credono lo sarà”. I fan saranno probabilmente sempre disposti a pagare per quanto ascoltano, e coloro i quali invece si sarebbero rivolti ad un circuito P2P per ottenere la musica gratuitamente, sborseranno invece una piccola cifra simbolica per averla. Meglio di niente.
Le major hanno di che preoccuparsi? Probabilmente sì, visto anche quello che si legge sulle pagine di Time: “Se il miglior gruppo in circolazione non ci vuole tra i piedi – dice un anonimo dirigente di una grande etichetta europea – allora non sono sicuro che ci sia rimasto molto di questo business”. E aggiunge un produttore statunitense, anche lui senza nome: “Se puoi pagare quanto ti pare per la musica della migliore band del mondo, perché dovresti pagare 10 euro o 99 cent per quella di qualcuno meno dotato?”. E quei 99 cent sono un prurito girato ad Apple. Luca Annunziata PIL’ho appena scaricato, e’ davvero bello. E l’ho pagato 0 Euri. ora pero’ ripasso, e qualcosa gliela lascio, se lo meritano!
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Mastella: “Come Moro, non mi farò processare!”
“NEW YORK – Lo contestano in sei, lo applaudono a decine. Per un paio di cartelli inneggianti al pm di Catanzaro dei fans di Grillo (“Solidarietà a De Magistris”, “Adesso trasferiteci tutti”), lungo i lati della Fifth avenue sono tantissime le mani che si allungano per stringere quella di Mastella e di sua moglie Sandra. “Viva l’Italia, viva Clemente”, e giù applausi e richieste di foto ricordo. Un innegabile bagno di folla.
Il sole picchia forte per la parata del Columbus day, la grande festa degli italiani d’America, e Mastella prende fiato, a ogni isolato allontana da sé i cattivi umori delle otto di mattina quando ha letto i giornali italiani e s’è infuriato: “Me li immaginavo gli attacchi, e ho pagato io i biglietti per i c… miei, 8.800 euro per me e Sandra. Ma così non si può più vivere, sarò pur libero di fare quello che mi pare e di andare dove voglio”.
Ora che sono le 11, che nella cattedrale di Saint Patrick ha stretto la mano dell’arcivescovo di New York Edward Egan, che si è fatto la comunione, dichiara: “Sono qui per rappresentare il governo e come ministro della Giustizia. Sto benissimo a New York ma non mi trasferirò in esilio come qualcuno vorrebbe che facessi. E’ più caldo che in Italia dove c’è un grande calore politico, ma il mio organismo si adattata a ogni tipo di clima”.
La banda dei bersaglieri avvia “Va pensiero”, poi tocca all’inno di Mameli, Mastella con la fascia “honored guest”, monta sulla Mercedes bianca Ghibli su cui percorrerà la Fifth. In Italia la performance non sarebbe neppure immaginabile, ma qui per una parata è normale. Dalla Mercedes, con quattro bodyguard (tre italiani, uno Usa) che lo controllano a vista, rilancia l’allarme terrorismo. Neanche un passo indietro.
“Confermo quello che ho detto. C’è una contestazione politica che può diventare il brodo di coltura del terrorismo. Non ho elementi precisi, ma come sociologo della vita sociale e politica rivedo il clima del discorso di Moro alla Camera del ’77”. Lo commemorerà a Benevento a novembre: “Gui fu messo ingiustamente alla gogna e fu costretto a dimettersi. Io non lo farò. Non ci lasceremo processare né sulla piazza mediatica, né in nessun’altra piazza. In democrazia contano le elezioni dove la gente sceglie liberamente chi mandare a casa. Nessuno se ne va via prima”.
La Mercedes s’avvia lentamente. Davanti a Saint Patrick Mastella e la moglie scendono per baciare la mano dell’arcivescovo. Poi la foto con i fans mentre qualcuno gli grida “resisti” e “nice to see you”. Risale in macchina e riparla: “Non ci sto a passare per l’agnello sacrificale dopo aver ricevuto tanta solidarietà. Se qualcuno vuol far cadere Prodi, gli consiglio di non passare da me”. Superato il Plaza, ecco la contestazione. Il “New York Grillo meetup group” è in agguato. Volantini e cartelli. Un ragazzo gli grida: “Mastella torna a casa. L’Italia affonda per colpa vostra”.
Lui replica: “Vi rispondo come farebbe Grillo”. Quell’altro insiste: “Dimettiti”. L’agente Usa quasi interviene, gli italiani lo fermano. Gli attacchi continuano. Mastella non si tiene, si gira e grida: “Pensavo che foste 50mila, invece siete cinque str…”. E ai giornalisti: “Al console avevano chiesto un incontro, avevo detto di sì, ma si sono rifiutati. Ecco la risposta. Sono come Grillo che vuol far fuori i rom e la politica. Ma così si distrugge tutto”.
A compensare i grilliani arriva Franchino Porcaro che alza in alto il cartello “Viva Mastella viva Ceppaloni”. Altra sosta, altra foto. La polemica italiana incombe: “Bush è in calo ma nessuno gli chiede di dimettersi. Da noi tutto serve per attaccarmi: vado in vacanza senza scorta e giù critiche, vengo negli Usa lo stesso, parlo di rischio terrorismo e mi aggrediscono. Il mio è solo buon senso. Ne ha parlato Pisanu, Amato ha detto che qualche scheggia potrebbe allargarsi. Perché non devo temere se spunta un blog come “Mastellatiodio” con accuse naziste più che fasciste? E’ il clima del ’78 quando si formò il governo di solidarietà nazionale, ma ora Berlusconi vuole solo le elezioni, quindi la miscela è esplosiva”.
Dalla tribuna un tenore canta “Vincerò”, la rete Nbc lo intervista, mentre si avvia alla Rai per collegarsi con Porta a Porta l’ultima battuta: “Un conto è il dissenso, altro il dileggio. Non ripeterò l’errore della Dc quando fece il tentativo di sbranare la tigre e fu sbranata. Aspetterò che passi il ciclone”.” (9 ottobre 2007) repubblica.itComplimentoni Mastella! Sfoggio di stile impeccabile, davvero? “ho pagato io i biglietti per i c… miei, 8.800 euro per me e Sandra”, pensare che guadagni almeno 30mila euro al mese (per i deputati, i ministri prendono decisamente di piu’). Poi il punto non e’ quello, e’ visita ufficiale, paga lo Stato, sei in viaggio di piacere, paghi tu. Comunque Mastella fu testimone delle nozze di Campanella, da noi non ha suscitato scalpore, ma nel resto del mondo si:
“Ancora deve cominciare il suo lavoro Clemente Mastella che finisce nel mirino della stampa straniera. Scrive infatti il settimanale inglese Economist che il leader dell’Udeur non dovrebbe ricoprire l’incarico di Guardasigilli visto che «solo tre mesi fa era stato ascoltato dalla direzione antimafia per la sua amicizia con un uomo che ha ammesso di aver aiutato l’ex “boss dei boss” di Cosa Nostra, Bernardo Provenzano, durante la sua latitanza», quel Francesco Campanella «a cui Mastella ha fatto da testimone al matrimonio». Il quotidiano francese Libération rincara la dose: «Mastella – sottolinea il corrispondente in Italia – andrà alla Giustizia dopo essere stato “testimone al matrimonio di un mafioso che fornì documenti falsi al padrino dei padrini Bernardo Provenzano”», episodio il cui racconto Libération attribuisce a Marco Travaglio. Sulla falsariga ci sono anche gli attacchi del Guardian, quotidiano inglese. E il neoministro della Giustizia come ha reagito? Così: «Tempo fa sono stato ascoltato dai magistrati come persona informata dei fatti. Non c’è nessun problema. Questa è una cosa malevola. Io sono stato al matrimonio di un ragazzo che aveva 24 anni, quindi se uno a 24 anni appartiene alla mafia, questo non lo sai; lo puoi scoprire dopo. Chi vuole – ha aggiunto – può tirare in ballo questa cosa vita natural durante fino al giudizio universale, ma io esco limpido e qualche altro invece sarà accusato di perfidia».” http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=90263
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Strage di Appignano, 6 anni e 6 mesi al rom, Ubriaco, uccise al volante quattro minorenni.
ASCOLI PICENO – Sei anni e sei mesi di reclusione a Marco Ahmetovic, il rom di 22 anni che la sera fra il 22 e il 23 aprile travolse con il suo furgone e uccise quattro ragazzi di Appignano del Tronto: Eleonora Allevi, Davide Corraddeti, Alex Luciani e Danilo Traini, tutti fra i 16 e i 18 anni. La sentenza, pronunciata dopo meno di un’ora di camera di consiglio, supera la richiesta del pm che aveva chiesto quattro anni di reclusione e 20 giorni di arresto.
I parenti delle vittime hanno salutato con un lungo applauso la sentenza: “Bravo giudice!” hanno gridato. Il giudice ha disposto anche il ricovero coatto del rom in una casa di cura per alcolisti per un periodo di sei mesi e il divieto per un anno di frequentare esercizi pubblici dove si somministrano bevande alcoliche.
Telefonate anonime di insulti e proteste all’indirizzo del pm Carmine Pirozzoli erano arrivate alla segreteria della procura della Repubblica di Ascoli Piceno dopo che il magistrato aveva concluso la requisitoria: “Quattro anni sono pochi”, “Vergogna!”, “Dite al pm chesi deve vergognare…” hanno urlato nel telefono alcuni anonimi mentre fuori dal Palazzo di giustizia proseguiva il presidio di Forza Nuova.
Eleonora Allevi, Davide Corradetti, Alex Luciani e Danilo Traini, avevano tra i 16 e i 18 anni. Quella notte erano in sella ad alcuni ciclomotori. Il furgone del rom viaggiava sulla corsia opposta ma all’uscita di una curva, sbandò e travolse i motorini che presero fuoco. Solo Leonardo Allevi, fratello di una vittima, sopravvisse a quella strage.
Marco Ahmetovic fu arrestato; in ospedale gli accertamenti medici dimostrarono che aveva nel sangue un tasso alcolemico sei volte superiore al massimo consentito.
L’avvocato di difesa ha contestato la requisitoria pronunciata dal pm, e alla richiesta di quattro anni e venti giorni per omicidio colposo, resistenza a pubblico ufficiale e guida in stato di ebbrezza, aveva sollecitato i giudici perchè scegliessero il minimo della pena: sei mesi.
Secondo il difensore, il test alcolemico eseguito subito dopo la strage non era valido per vizi di forma: sarebbe stato condotto senza l’assenso dell’imputato. “E poi il mio cliente – ha detto l’avvocato – non è un bevitore abituale”. Eppure agli atti ci sono le testimonianza di alcuni baristi che la sera dell’incidente videro il rom ubriaco: “Ahmetovic ha 11 fratelli”, ha argomentato il legale. “Forse i baristi si confondono”.
Le parole dell’avvocato hanno incendiato l’aula. La zia di una delle vittime ha avuto uno scatto d’ira gridando verso il legale un “ma vai a…”, mentre lo zio di Alex, Giuseppe Antolini ha detto a voce alta: “E come no…adesso lo fanno santo!”. Gli altri parenti e amici si sono alzati tutti in piedi e si sono avvicinati con fare minaccioso alla balaustra che separa il pubblico dai banchi in cui siedono imputato e avvocati. Urla in aula si erano già sentite alla precedente udienza quando i parenti delle vittime avevano gridato all’imputato “Assassino! Devi marcire in galera”. (5 ottobre 2007) repubblica.itMa dico io, ma siamo scemi? Pure i parenti delle vittime che applaudono la sentenza… ?
Ha ucciso 4 ragazzi minorenni! ha eliminato 60 anni di vita vissuta e 220 possibile vita futura. E quanto sta’ in galera? 6 anni??? Essere ubriaco dovrebbe essere un’aggravante da almeno 30 anni.
Ora, tra buona condotta, domiciliari, indulto, etc… quanto si fara’ di galera? un’anno? Che schifo! -
V-Day – Bologna, 8 settembre 2007 – Marco Travaglio
Guardatelo tutto che merita. -
De Magistris, Mastella e Grillo…
Su ammazzatecitutti.org si legge:
“l’inchiesta aperta alla Procura della Repubblica di Catanzaro e portata avanti dal sostituto procuratore Luigi De Magistris, perché sarebbe questa la società capo-fila di una serie di scatole cinesi finalizzate all’intercettazione di una gran parte dei finanziamenti pubblici erogati dalla Regione Calabria e dall’Unione Europea per i più disparati settori economici. E adesso comincia il bello. […]
Sono venuti fuori nomi di importanti personaggi del mondo della politica calabrese nonché dell’imprenditoria e delle forze armate di tutta Italia e così nei mesi scorsi i carabinieri hanno perquisito decine di abitazioni private per poi irrompere addirittura al Palazzo del Consiglio regionale negli uffici privati di alcuni consiglieri ed assessori regionali alla ricerca di materiale probatorio per l’inchiesta. Cioè, come se i carabinieri irrompessero negli uffici parlamentari di Montecitorio, giusto per farti comprendere la gravità della cosa.[…]
le persone indagate sono 19 […] il generale Paolo Poletti, attuale capo di Stato Maggiore della Guardia di Finanza, l’assessore al turismo e Vicepresidente della Regione Calabria, Nicola Adamo (Ds), l’assessore regionale all’agricoltura e forestazione, Mario Pirillo (ex Margherita adesso esponente del Partito Democratico Meridionale), un consigliere regionale dei Ds, Antonio Acri, l’ex responsabile per il Sud Italia della Compagnia delle Opere, Tonino Saladino (più volte intercettato al telefono con il Guardasigilli Mastella), l’ex assessore regionale alla sanità di centrodestra, Gianfranco Luzzo ed un quarantenne di Vibo Valentia, Salvatore Domenico Galati, già collaboratore dello staff del senatore e coordinatore regionale di Forza Italia Giancarlo Pittelli.[…]
tra gli indagati ci sono anche il capocentro del Sismi di Padova, Massimo Stellato, ed una funzionaria del Cesis (l’ufficio di coordinamento dei servizi segreti), Brunella Bruno?[…]
Addirittura si ipotizza per alcuni l’appartenenza ad una massoneria coperta (la c.d. “Loggia San Marino”), che sarebbe servita da collante per portare a termine gli affari illeciti del gruppo di potere trasversale con le dovute coperture istituzionali. Cioè, praticamente, pare si tratti di una vera e propria lobby e che questa abbia influito sulle scelte di amministrazioni pubbliche per l’utilizzo di finanziamenti e l’assegnazione di appalti.
Ovviamente inutile dire che il Vicepresidente Adamo, ad esempio, in linea con la recente linea Ds sui magistrati milanesi, si è subito detto pubblicamente vittima di un complotto contro sé, il suo partito, la sua famiglia ed il suo lavoro, accusando, seppur indirettamente, il PM dell’inchiesta di agire per conto di non si sa chi (e meno male che lo stesso De Magistris era stato inserito anni fa nel famoso elenco delle “toghe rosse” di berlusconiana memoria!).”Ed allora il Ministro della Giustizia Clemente Matella, al posto di indagare a fondo, cosa fa? repubblica.it
“Il ministro della giustizia Mastella ha chiesto al Csm il trasferimento cautelare di ufficio per il pm di Catanzaro Luigi De Magistris e del procuratore Capo Mariano Lombardi. La richiesta – secondo quanto si è appreso – è arrivata a conclusione dell’istruttoria condotta dagli ispettori del ministero negli uffici giudiziari di Catanzaro. L’iniziativa di Mastella si riferisce alla inchiesta amministrativa avviata dai suoi ispettori presso gli uffici giudiziari di Potenza, quella su Catanzaro è in fase conclusiva.[…]
Gli ispettori di Mastella avrebbero rilevato “gravi anomalie” nella gestione del fascicolo, contestando a De Magistris il suo rifiuto a riferire gli sviluppi dell’inchiesta al procuratore capo Lombardi, mentre quest’ultimo sarebbe “incolpato” per non aver esercitato alcun controllo sul suo sostituto.[…]
Il coinvolgimento del premier nell’inchiesta sul “comitato d’affari” è stato provocato dal ritrovamento e dal sequestro di un cellulare in uso ad Antonino Saladino. Nell’agenda di Saladino oltre ai numeri di altri personaggi già indagati (tra questi i generali della Guardia di Finanza, Walter Cretella e Paolo Poletti, Luigi Bisignani iscritto alla loggia P2 e quello del senatore di Fi, Gianfranco Pittelli) quello di Sandro Gozi (ex funzionario dell’Unione europea, assistente politico di Prodi e attualmente suo sostituto in commissione Affari Costituzionali della Camera), Pietro Scarpellini e di Romano Prodi.[…]
Il magistrato. De Magistris è titolare di alcune inchieste che hanno toccato, trasversalmente, diversi esponenti politici regionali e nazionali. Seguiva anche l’inchiesta “Poseidone”, relativa alla gestione di fondi per la depurazione e l’ambiente. L’inchiesta gli venne revocata dal procuratore capo Lombardi, dopo che lo stesso de Magistris aveva inviato un avviso di garanzia al senatore Giancarlo Pittelli, coordinatore in Calabria di Forza Italia. Lombardi motivò la scelta di revocare l’inchiestra a De Magistris sostenendo che non era stato informato degli sviluppi.”Nel frattempo Mastella se la prende anche con un blog, andate a leggerlo priam che chiuda! PI
“Fa discutere la decisione del ministro della Giustizia Clemente Mastella di ricorrere ad una denuncia formale per far chiudere un blog, Mastellatiodio, che da tempo pubblica con una certa qual irriverenza materiali che riguardano il Ministro. Materiali che il Ministro giudica evidentemente diffamanti e, se venissero riconosciuti tali, potenzialmente veicolatori di conseguenze penali per gli autori.[…]
Come spesso accaduto in passato, il tentativo di censurare sarcasmi ed ironie in rete da parte dei politici, italiani e non, rischia prima di infrangersi contro la diffusione ulteriore dei contenuti che si vorrebbero cancellare e poi di trasformarsi in un boomerang vero e proprio dal punto di vista dell’immagine.”I colleghi di De Magistris, fortunatamente, difendono l’operato di De Magistris, difendendolo da Santoro nella trasmissione Anno Zero, che grazie al cielo esiste. repubblica.it
” “Luigi è un collega che sta subendo intimidazioni e pressioni per aver scoperchiato delle pentole che non andavano scoperchiate, e soprattutto per aver indagato sulle toghe lucane”. A difendere con calore il pm di Catanzaro Luigi De Magistris, per cui il Guardasigilli Clemente Mastella ha chiesto al Csm il trasferimento cautelare, arriva a sorpresa, ad Annozero di Michele Santoro, il gip di Milano Clementina Forleo. Da donna del sud per un uomo del sud. Lei pugliese, lui napoletano.[…]
esordisce così: “Vengo dalla Puglia, una terra che amo, e dove vedo cose che puntualmente denuncio, anche se comincio a vedere dei passi avanti. Conosco gli sforzi e i sacrifici perché vinca il senso dello Stato e perché la legge sia uguale per tutti. Per me era un dovere essere qui e intervenire come magistrato a favore di De Magistris e di tanti altri colleghi che operano in territori difficili. Luigi ha avuto la sventura di imbattersi più di una volta nei cosiddetti poteri forti o meglio negli interessi collegati ai poteri forti. Ha pagato e sta pagando, ma è il coraggio quello che conta”[…], “È ora che il Sud si liberi dei don Rodrigo e dei suoi bravi”. E le conseguenze per un giudice che non si tira indietro davanti ai “poteri forti”: “Si finisce per essere lasciati soli da tanti colleghi. Dopo aver fatto scelte scomode via via si perdono gli inviti a cena e a teatro” […], “Ho ricevuto molte telefonate in cui mi raccomandavano prudenza. Allora mi sono ricordata dei santini appesi nelle auto degli anni Cinquanta “attenta a non sbattere””.[…]
De Magistris insiste sulle minacce ricevute: “Ho subito pressioni e intimidazioni da ambienti istituzionali”. È pesante la denuncia di un’incredibile condizioni logistica: “Sono sotto tutela, ma ho una vettura blindata senza benzina. Devo metterla di tasca mia. Quando propongo di usaree la mia auto, mi vietano di posteggiarla sotto il palazzo di giustizia e se chiedo come devo fare mi rispondono ” dovrebbe stare a casa””. Anche De Magistris si sente solo: “Una dose di solitudine fa parte del mestiere. Ma qui ne avverto una profonda e inquietante. È la solitudine istituzionale. Ma la gente mi è vicina”.E Mastella, poverino, diventa iracondo ed esclama “Mi sento offeso come cittadino”… repubblica.it
“Mentre va in scena il “processo” di Michele Santoro contro Mastella e Marco Travaglio gli tributa “il cappuccio d’oro”, il Guardasigilli non guarda neppure la televisione. Lo ha deciso nel pomeriggio. Lui, pesantemente accusato di voler cacciare via De Magistris, ha deciso di andarsene a cena al ristorante lo Sgobbone con la moglie Sandra e i figli Elio e Pellegrino. “La famiglia è importante, altro che i processi in piazza”.[…]
non riesce a star tranquillo neppure un momento perché gli arrivano di continuo le telefonate indignate dei suoi amici. Alla fine la decisione è presa. E l’annuncia lui stesso: “Domani mattina Mastella si difende come cittadino. E fa una conferenza stampa alle 10 e trenta nella sede dell’Udeur”. Come all’Udeur? “Sì, nella sede del partito di cui sono presidente. Io come cittadino ho il diritto di difendermi”. E lì sarà annunciata anche la prossima mossa: l’Udeur presenterà una mozione di sfiducia contro il consiglio di amministrazione della Rai perché, come spiega il capogruppo alla Camera Mauro Fabris, “ormai l’azienda pubblica è fuori controllo al punto da consentire a Santoro di attaccare il ministro della Giustizia tutte le settimane”.
Ma perché Mastella non ha visto la trasmissione? Lo spiega lui stesso e dice che “non gli sono mai piaciuti i processi in piazza”. Parte dall’esempio di Berlusconi: “Che sarebbe successo se il Cavaliere, durante le indagini che lo hanno investito, avesse chiamato a raccolta i suoi e li avesse portati a protestare in piazza Duomo? Sarebbe stata la fine. Questa democrazia da stadio mi preoccupa. Se chiami la piazza è la fine della giustizia. Faranno così anche a Rignano, a Garlasco, ovunque. Questa non sarà mai la mia giustizia, mi opporrò sempre. Io mi comporto diversamente. L’anno scorso, quando mi hanno mandato un avviso di garanzia per il Calcio Napoli, me ne sono stato zitto zitto, ho aspettato, non ho sollevato polveroni di alcun genere. Dieci giorni fa mi hanno comunicato che io non c’entro niente”.
Poi attacca con Catanzaro e De Magistris e ribadisce: “La decisione di chiedere il trasferi mento cautelare è stato un atto dovuto. Piuttosto De Magistris ha delle cose da spiegare, come il costo della consulenza di Genchi: un milione di euro nel 2005, 650 nel 2006, in tre anni se ne sono andati sei miliardi di vecchie lire”. Il comportamento del pm di Catanzaro non gli sta bene. Lo giudica politically incorrect: “Che bisogno c’è di sollevare tutto questo clamore e questa esagitazione? In Calabria lavorano tanti magistrati, ci sono quelli di Locri e di Reggio Calabria, che sono senza mezzi ma vanno avanti lo stesso. Non c’è bisogno di scendere in piazza. Soprattutto perché il caso delle toghe sporche lucane lo determinato e tirato fuori io”.
È una furia il ministro e se la prende di nuovo con il superconsulente Genchi che, se condo la sua ricostruzione, a giugno avrebbe fatto uscire su Radiocarcere, il numero del suo cellulare privato. “Adesso rivolge in giro minacce mafiose, parla di “compari”, compie atti di vera e propria intimidazione. Ma io sono tranquillo, mi possono attaccare come e quanto vogliono. Non ho mai fatto parte di una loggia, non ho mai preso una tangente, non ho mai fatto affari con un c… di nessuno. Con De Magi stris ho esercitato il mio ruolo. L’ho detto mille volte e lo ripeto. Il mio è stato solo un atto dovuto”.
E se invece la sua fosse una ritorsione per l’inchiesta Why not e le intercettazioni che riguardano sia lei che Prodi? “Ma quando mai. Io i giudici, in questo anno di ministero, li ho solo e sempre difesi”. (l.mi)”Al che Beppe Grillo, purtroppo completamente frainteso dai media (anche da Scalfari!, ma grazie al cielo non da Giovanni Santoto, politologo, laureato in Filosofia, docente alla Columbia University), gli girano le cosiddette, ed esprime a modo suo il malcontento, il nostro malcontento. beppegrillo.it
“La Pravda dell’Unione Sovietica era un modello di informazione rispetto ai giornali e alle televisioni italiani. Ho pubblicato un post con un appello di Sonia Alfano e Salvatore Borsellino al Capo dello Stato per fermare Mastella e mandarlo a casa al più presto e mantenere il Pm De Magistris a Catanzaro.Nessuno ha riportato la lettera. Hanno invece usato due mie battute per parlare di un inciucio con Mastella.
Cari poteri forti, mi riferisco ai partiti e ai gruppi economici che controllano l’informazione, dite ai vostri servi di essere più accorti quando mentono. Altrimenti se ne accorgono tutti.
De Magistris deve rimanere a Catanzaro e concludere le sue indagini. Che credibilità può avere un governo che si comporta nello stesso modo dello psiconano nei confronti della magistratura?
Pubblico in replica la lettera di Salvatore Borsellino e Sonia Alfano. Napolitano se ci sei batti un colpo.
“Chiediamo l’intervento del Capo dello Stato per porre fine all’imbarazzante ed offensiva attività del Ministro Mastella tesa ad imbavagliare la verità e scongiurare che la giustizia possa, definitivamente, arrivare a lui.
Per evitare ciò ha chiesto al CSM il trasferimento del PM De Magistris motivando la richiesta come atto dovuto a seguito delle risultanze delle ispezioni ministeriali presso la Procura di Catanzaro. A tale proposito, se Mastella si proclama corretto per questo atto “doveroso”, saremmo curiosi di sapere come si definisce il Ministro Amato in considerazione del fatto che lo stesso talvolta preferisce ignorare le risultanze delle ispezioni ministeriali (vedi mancato scioglimento del Consiglio Comunale di Barcellona P.G.-ME).
Forse sfugge, o addirittura sconosce, al ministro Mastella che esistono problemi gravi che andrebbero sollevati al CSM e che rischiano di ingolfare la giustizia; le procure di Caltanissetta e di Catania, considerata l’importanza delle stesse nella lotta alla mafia, sono scoperte da troppo tempo. E cosa dire della paralisi disastrosa che l’entrata in vigore del nuovo ordinamento giudiziario provocherà?
Passeranno molti mesi prima che il CSM possa procedere a nuove nomine lasciando così gli uffici scoperti.
Sarebbe opportuno che Mastella si dimettesse subito, così da rendere più sereni anche gli italiani, ai quali chiediamo di non dimenticare che Mastella è testimone di nozze del pentito di mafia F.sco Campanella.
Speriamo pertanto in una forte presa di posizione da parte di tutti gli italiani onesti che non possono essere rappresentati da personaggi come Mastella e company.” Sonia Alfano e Salvatore Borsellino””Io personalmente sono troppo schifato per commentare la cosa senza incazzarmi, si continua ad impedire che la legalita’ vinca sulle mafie, chiedo solo di firmare l’appello per la Giustizia e la Legalità in Calabria ed ascoltare quello che si dicono Aldo Pecora di E Adesso Ammazzateci Tutti ed il magistrato Luigi De Magistris, durante uno spettacolo di Beppe Grillo il 28 settembre 2007 a Catanzaro: