Mastella: “Come Moro, non mi farò processare!”

“NEW YORK – Lo contestano in sei, lo applaudono a decine. Per un paio di cartelli inneggianti al pm di Catanzaro dei fans di Grillo (“Solidarietà a De Magistris”, “Adesso trasferiteci tutti”), lungo i lati della Fifth avenue sono tantissime le mani che si allungano per stringere quella di Mastella e di sua moglie Sandra. “Viva l’Italia, viva Clemente”, e giù applausi e richieste di foto ricordo. Un innegabile bagno di folla.
Il sole picchia forte per la parata del Columbus day, la grande festa degli italiani d’America, e Mastella prende fiato, a ogni isolato allontana da sé i cattivi umori delle otto di mattina quando ha letto i giornali italiani e s’è infuriato: “Me li immaginavo gli attacchi, e ho pagato io i biglietti per i c… miei, 8.800 euro per me e Sandra. Ma così non si può più vivere, sarò pur libero di fare quello che mi pare e di andare dove voglio”.
Ora che sono le 11, che nella cattedrale di Saint Patrick ha stretto la mano dell’arcivescovo di New York Edward Egan, che si è fatto la comunione, dichiara: “Sono qui per rappresentare il governo e come ministro della Giustizia. Sto benissimo a New York ma non mi trasferirò in esilio come qualcuno vorrebbe che facessi. E’ più caldo che in Italia dove c’è un grande calore politico, ma il mio organismo si adattata a ogni tipo di clima”.
La banda dei bersaglieri avvia “Va pensiero”, poi tocca all’inno di Mameli, Mastella con la fascia “honored guest”, monta sulla Mercedes bianca Ghibli su cui percorrerà la Fifth. In Italia la performance non sarebbe neppure immaginabile, ma qui per una parata è normale. Dalla Mercedes, con quattro bodyguard (tre italiani, uno Usa) che lo controllano a vista, rilancia l’allarme terrorismo. Neanche un passo indietro.
“Confermo quello che ho detto. C’è una contestazione politica che può diventare il brodo di coltura del terrorismo. Non ho elementi precisi, ma come sociologo della vita sociale e politica rivedo il clima del discorso di Moro alla Camera del ’77”. Lo commemorerà a Benevento a novembre: “Gui fu messo ingiustamente alla gogna e fu costretto a dimettersi. Io non lo farò. Non ci lasceremo processare né sulla piazza mediatica, né in nessun’altra piazza. In democrazia contano le elezioni dove la gente sceglie liberamente chi mandare a casa. Nessuno se ne va via prima”.
La Mercedes s’avvia lentamente. Davanti a Saint Patrick Mastella e la moglie scendono per baciare la mano dell’arcivescovo. Poi la foto con i fans mentre qualcuno gli grida “resisti” e “nice to see you”. Risale in macchina e riparla: “Non ci sto a passare per l’agnello sacrificale dopo aver ricevuto tanta solidarietà. Se qualcuno vuol far cadere Prodi, gli consiglio di non passare da me”. Superato il Plaza, ecco la contestazione. Il “New York Grillo meetup group” è in agguato. Volantini e cartelli. Un ragazzo gli grida: “Mastella torna a casa. L’Italia affonda per colpa vostra”.
Lui replica: “Vi rispondo come farebbe Grillo”. Quell’altro insiste: “Dimettiti”. L’agente Usa quasi interviene, gli italiani lo fermano. Gli attacchi continuano. Mastella non si tiene, si gira e grida: “Pensavo che foste 50mila, invece siete cinque str…”. E ai giornalisti: “Al console avevano chiesto un incontro, avevo detto di sì, ma si sono rifiutati. Ecco la risposta. Sono come Grillo che vuol far fuori i rom e la politica. Ma così si distrugge tutto”.
A compensare i grilliani arriva Franchino Porcaro che alza in alto il cartello “Viva Mastella viva Ceppaloni”. Altra sosta, altra foto. La polemica italiana incombe: “Bush è in calo ma nessuno gli chiede di dimettersi. Da noi tutto serve per attaccarmi: vado in vacanza senza scorta e giù critiche, vengo negli Usa lo stesso, parlo di rischio terrorismo e mi aggrediscono. Il mio è solo buon senso. Ne ha parlato Pisanu, Amato ha detto che qualche scheggia potrebbe allargarsi. Perché non devo temere se spunta un blog come “Mastellatiodio” con accuse naziste più che fasciste? E’ il clima del ’78 quando si formò il governo di solidarietà nazionale, ma ora Berlusconi vuole solo le elezioni, quindi la miscela è esplosiva”.
Dalla tribuna un tenore canta “Vincerò”, la rete Nbc lo intervista, mentre si avvia alla Rai per collegarsi con Porta a Porta l’ultima battuta: “Un conto è il dissenso, altro il dileggio. Non ripeterò l’errore della Dc quando fece il tentativo di sbranare la tigre e fu sbranata. Aspetterò che passi il ciclone”.” (9 ottobre 2007) repubblica.it

Complimentoni Mastella! Sfoggio di stile impeccabile, davvero? “ho pagato io i biglietti per i c… miei, 8.800 euro per me e Sandra”, pensare che guadagni almeno 30mila euro al mese (per i deputati, i ministri prendono decisamente di piu’). Poi il punto non e’ quello, e’ visita ufficiale, paga lo Stato, sei in viaggio di piacere, paghi tu. Comunque Mastella fu testimone delle nozze di Campanella, da noi non ha suscitato scalpore, ma nel resto del mondo si:

“Ancora deve cominciare il suo lavoro Clemente Mastella che finisce nel mirino della stampa straniera. Scrive infatti il settimanale inglese Economist che il leader dell’Udeur non dovrebbe ricoprire l’incarico di Guardasigilli visto che «solo tre mesi fa era stato ascoltato dalla direzione antimafia per la sua amicizia con un uomo che ha ammesso di aver aiutato l’ex “boss dei boss” di Cosa Nostra, Bernardo Provenzano, durante la sua latitanza», quel Francesco Campanella «a cui Mastella ha fatto da testimone al matrimonio». Il quotidiano francese Libération rincara la dose: «Mastella – sottolinea il corrispondente in Italia – andrà alla Giustizia dopo essere stato “testimone al matrimonio di un mafioso che fornì documenti falsi al padrino dei padrini Bernardo Provenzano”», episodio il cui racconto Libération attribuisce a Marco Travaglio. Sulla falsariga ci sono anche gli attacchi del Guardian, quotidiano inglese. E il neoministro della Giustizia come ha reagito? Così: «Tempo fa sono stato ascoltato dai magistrati come persona informata dei fatti. Non c’è nessun problema. Questa è una cosa malevola. Io sono stato al matrimonio di un ragazzo che aveva 24 anni, quindi se uno a 24 anni appartiene alla mafia, questo non lo sai; lo puoi scoprire dopo. Chi vuole – ha aggiunto – può tirare in ballo questa cosa vita natural durante fino al giudizio universale, ma io esco limpido e qualche altro invece sarà accusato di perfidia».” http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=90263

One thought on “Mastella: “Come Moro, non mi farò processare!””

  1. Solo in Italia uno come Mastella può non dare le proprie dimissioni dopo aver usato il proprio
    ruolo politico per scopi personali trasferendo De Magistris perchè arrivato a toccare Prodi
    e la sua banda di ladri. Neanche Napolitano difende più la nostra costituzione che, dopo questo
    episodio è ormai stata definitivamente calpestata da qusta sinistra che, per salvarsi le poltrone
    farebbe qualsiasi cosa.Solidarietà a De Magistris, gli Italiani sono con te.

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