Che vergogna!

Ruffini cacciato da Raitre, è polemica, protestano Floris, Dandini, Lucarelli
Dure critiche alla decisione annunciata del cd di Viale Mazzini, e l’Usigrai attacca: “Scandalose nuove nomine”. Bersani: “Vergognosa ingerenza della politica”. Libertà e Giustizia: “Chiarire i criteri”

ROMA – Provoca reazioni e fa discutere, il caso Ruffini. Direttore di una Raitre in ottima salute, per ascolti e gradimento, ma a cui il dg Mauro Masi ha già annunciato che verrà sostituito, nel corso del cda di mercoledì prossimo. E così, oggi, è il giorno delle proteste. A partire da quelle dei volti noti della rete: Giovanni Floris, Serena Dandini, Carlo Lucarelli.

“Credo che uno come Ruffini – dice il conduttore di Ballarò sul sito di Articolo 21 – ogni azienda starebbe attenta a tenerselo stretto, essendo quello che ha tirato su la rete migliore, con i migliori ascolti e la migliore qualità”. E dunque “io penso che se il Consiglio di amministrazione e i vertici Rai si occupano di Raitre debba essere solo per confermare una volta per tutte Paolo Ruffini ed evitare che si vada avanti ogni settimana chiedendosi se viene o no sostituito il direttore”. Ma questo non avverrà, come Masi ha già confermano a colui che sarà allontanato.

Anche la Dandini – che su Raitre conduce il talk show Parla con me- interviene, sempre sulle pagine web di Articolo 21: “Per usare una parola gentile, l’idea di mandar via Ruffini mi sembra quantomeno inopportuna. E’ assurdo, il mondo sembra andare al contrario: lo si vuole punire perchè è andato troppo bene?. E’ vero che il presidente del Consiglio ha più volte fatto capire che Raitre è una rete che non gli piace, ma dal momento che ce ne sono altre, in tv non è mica obbligato a guardarla, può cambiare sempre canale…”.

Quanto a Lucarelli, lo scrittore che conduce Blu notte si si pone una serie di domande: “Perchè cambiare allora? Non è che stiamo cambiando quando le cose funzionano proprio perchè funzionano? Questo è un sospetto molto antipatico che ci farà lavorare comunque male”.

Ma ci sono anche altre dure critiche. Come quelle di Dario Franceschini: “Nominare il direttore di rete – dice, intervenendo all’assemblea del Pd – non è compito della politica, ma chiedere al governo di rispettare l’autonomia della tv pubblica è compito della politica”. Pure il neosegretario Pierluigi Bersani interviene: “Vergognosa la continua pretesa della politica di voler dettare legge nel mondo dell’informazione”.

Ancora più netti, in una nota congiunta, il senatore del Pd Vincenzo Vita e il parlamentare dell’Idv Giuseppe Giulietti: “Cacciando Ruffini – dichiarano – non vogliono soffocare solo Raitre, dando esecuzione ad una rappresaglia più volte annunciata dai fedelissimi del presidente del Consiglio”.

“Perplessità e disagio” vengono espressi dall’associazione Libertà e Giustizia, riunita a Genova per l’assemblea nazionale, che rivolgendosi alla direzione della Rai chiede quali siano i criteri per “licenziare” un direttore che ha ben lavorato, ottenendo risultati oggettivi e indiscussi sugli indici di ascolto.

Ma ci sono anche altre ragioni di scontento, nel servizio pubblico. Ad esempio oggi il segretario dell’Usigrai (il sindacato interno dei giornalisti) Carlo Verna attacca: “Non ci risultano reti e testate scoperte – fa notare – ci risultano, invece, colleghi autorevoli senza incarico e stimiamo al momento per difetto un costo di quattro milioni di euro in un anno per le assunzioni dall’esterno. Quando ci si renderà conto che tutto ciò è scandaloso?”. (7 novembre 2009)

Repubblica.it

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